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Enzo Mazzi

SOFFOCANTE ABBRACCIO VATICANO

il manifesto, 14 giugno 2008

 

In Vaticano, in questi giorni, con l'inusuale duplice bacio all'anello pontificio da parte di Berlusconi e, fatte le debite proporzioni, con l'altrettanto inedita passeggiata di due amiconi, Ratzinger e Bush, nei Giardini vaticani con preghiera finale, privilegio mai concesso finora ad un capo di stato, si è consumata in maniera sfacciatamente provocatoria, l'alleanza strategica mondiale fra il dominio imperiale imperniato sugli Usa e il dominio del sacro etico-spirituale-religioso incarnato dal vertice della Chiesa cattolica.

Si è trattato dell'atto finale di un processo che viene da lontano, dal dopoguerra, quando il vertice vaticano ha dovuto sostituire l'alleanza con le dittature fascista e nazista, rovinosamente sconfitte, aprendosi al sistema di dominio occidentale liberale o democratico gloriosamente trionfante e carico di futuro. La parentesi conciliare sembrava aver interrotto quel processo di compattamento del sistema di dominio per aprire la Chiesa a un orizzonte profetico di liberazione da ogni alienazione. La politica vaticana del dopo-concilio ha richiuso la fessura della speranza. E ora siamo alla tela del ragno che con robustissimi fili avvolge ilmondo e ogni esistenza umana senza apparenti vie d'uscita. Soffochiamo senza riuscire a vedere spiragli. La laicità è al minimo storico. «Non abbiamo bisogno di una nuova laicità» sentenzia Aldo Schiavone alzando lo staccio bianco della resa. E non servono amolto le sofferenze e i piagnistei di un certo mondo cattolico per così dire aperto, che qualche volta divengono anche critiche aperte se non perfino gridate ma solo verso singoli fatti. Non servono perché rincorrono perennemente gli epifenomeni senza intaccare la radice. La simbiosi col dominio imperiale è radicata nell'intimo del cattolicesimo. E' una connotazione genetica fin dalle sue origini nel quarto secolo. Cattolico infatti significa letteralmente universale nel senso preciso dell'universalismo imperiale. Non era cattolico il cristianesimo dei primi due secoli. All'inizio non era neppure propriamente una religione. La scelta dell'universalismo imperiale al tempo di Costantino e Teodosio non fu indolore. Creò una profonda spaccatura interna al cristianesimo. E fu una spaccatura verticale. Gli strati del cristianesimo più lontani dal centro imperiale ed ecclesiale e socialmente più umili, in particolare i contadini poveri della Chiesa africana, insieme ad alcuni loro episcopi, percepirono una tale alleanza fra la Chiesa e l'Impero come un tradimento radicale del profetismo evangelico. Il loro cristianesimo ribelle fu brutalmente represso. Esso però divenne quella folata di vento dello Spirito o se si vuole quel fermento che ispirò molte delle spinte di ribellione creativa e di liberazione dal dominio del sacro nella storia del cristianesimo. A ben vedere soffia anche oggi. Più che piangere bisogna saper rischiare affidandosi a quel soffio.