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Stefano Toppi

L’ECUMENISMO PASSA ANCHE DA AMSTERDAM

Confronti N. 1 - gennaio 2010

Pochi giorni prima di partire per Amsterdam mi capita tra le mani il libro “Eucarestia senza prete” edito a cura di Noi Siamo Chiesa italiana. Contiene il documento “Chiesa e ministero-Verso una Chiesa che abbia un futuro” promosso dal Provinciale e dal Consiglio della Provincia domenicana dei Paesi Bassi nel gennaio 2007 e altri documenti successivi e di replica ad esso.

Una testimonianza della famosa Chiesa Olandese degli anni postconciliari, penso. Mi viene la curiosità, se capita, di andare a conoscerla. Cerco in Internet, trovo un indirizzo di una Dominican Church in Amsterdam.

La domenica successiva sono in città con mia moglie e andiamo. Cerchiamo la chiesa e, a cinque metri da una vetrina con dentro una signora poco vestita, troviamo l’ingresso della chiesa. Siamo ad Amsterdam, non a Roma, penso.

Arriviamo mentre la gente sta uscendo; la messa è finita, ci diciamo; entriamo lo stesso e dentro troviamo ancora diverse persone che si intrattengono.

Appare un interno di chiesa ottocentesca, con un grande crocifisso sull’altare in fondo al piccolo abside; sulle pareti grandi quadri rappresentano la via crucis. Una chiesa cattolica certamente; ma le sedie sono disposte in modo curioso: anziché essere allineate di fronte all’altare sono disposte a semicerchio intorno ad una pedana, dotata di microfono, posta sul lato sinistro della navata unica; ricorda la disposizione delle chiese storiche riformate e luterane che ho visitato in tante città dell’Olanda e della Germania: tutte le panche disposte intorno al pulpito.  

Un signore gentilmente ci accoglie mentre cercavamo, inutilmente, di capire qualcosa da alcuni fogli in olandese posati su un tavolo. In inglese ci dice che è una comunità ecumenica che ha appena terminata la propria celebrazione domenicale.

Non è la chiesa dei domenicani? Chiediamo noi. Sì, certo, risponde, ma lì, in quella chiesa la domenica si svolge una celebrazione ecumenica. Vengono da tante parti dell’Olanda cattolici e cristiani di altre chiese, ci spiega. Il Vescovo di Amsterdam fa finta di non vedere (si copre il viso con le mani a dita aperte nel dirlo).

Allora spieghiamo che abbiamo saputo del documento dei domenicani e chiediamo se è presente qualche padre domenicano con cui parlare.

Ci indica una persona seduta e ci accompagna. Ti saresti aspettato un frate bianco-nero, invece è un signore, un po’ anziano, in giacca e cravatta, si direbbe un “reduce” della primavera ecclesiale olandese postconciliare.

Ci presentiamo, spieghiamo che apparteniamo ad una comunità cristiana di base italiana e chiediamo notizie del documento sull’Eucarestia della provincia domenicana d’Olanda.

Padre Jan, questo è il suo nome, ci dice (in italiano, ha studiato all’Angelicum a Roma negli anni 50), che ne è uno degli autori. Poi passa a spiegarci che nel luogo dove siamo, ogni domenica si incontrano cristiani di diversa provenienza: leggono la bibbia, fanno una predicazione a più voci, condividono il pane e il vino, ma non c’è un prete, un celebrante a leggere una preghiera di “consacrazione”. Semplicemente condividono il pane e il vino. Ciascuno intendendo questo segno in cuor suo.

Siccome diverse persone vengono da lontano, si trattengono poi a pranzo insieme, nei locali annessi alla chiesa suppongo, e rimangono ancora insieme una parte del pomeriggio.

Questa pratica va avanti da tempo, ma il Vescovo non è mai voluto venire a trovarli; qualcuno li tratta da eretici. Sembra dispiaciuto padre Jan: un miracolo di Chiesa che non vuole essere conosciuto né tantomeno riconosciuto. Dalle parole del frate traspare chiaramente un sentimento di “delusione” riguardo al comportamento della chiesa gerarchica e della curia vaticana. “Ma io sono cattolicissimo! La vera chiesa cattolica (= universale) è qui, non a Roma!” dice.

Nel documento “Chiesa e ministero”, padre Jan e gli altri domenicani avevano affrontato il problema della scarsità di preti nella chiesa olandese e avevano avanzato la proposta che i laici, uomini e donne, che attualmente presiedono i così detti “Servizi della Parola e della Comunione” al posto dell’Eucaristia domenicale in conseguenza di questa mancanza di sacerdoti, potessero avere un riconoscimento ufficiale, una “ordinazione”, che consentisse loro di svolgere una vera eucaristia.

Naturalmente il suggerimento è stato bocciato dal Maestro e dalla Curia generale dell’Ordine dei domenicani, e respinto decisamente dai vescovi olandesi.

Ma qui, in questa chiesa di san Domenico ad Amsterdam sembra si sia andati oltre alle questioni aperte dal documento, o almeno in un’altra direzione.

Immagino che in una società come quella olandese siano non poche le famiglie “miste”; cioè con un coniuge cattolico e l’altro protestante. Queste forme di celebrazione possono venire incontro anche a queste, per permettere loro di non essere divise nel momento del culto domenicale. Immagino anche che situazioni e celebrazioni simili si ripropongano in altre parti d’Europa e del mondo.

Certo questa esperienza che si vive nel cuore dell’Olanda è un bell’esempio di ecumenismo di base. Mentre quello di vertice sembra, dopo Sibiu, almeno da parte cattolica, caduto in letargo. Ma qui siamo ad Amsterdam, non a Roma.