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Beppe Manni

ANNULLAMENTO MATRIMONI

Gazzetta di Modena, 14 febbraio 2010

Giovedì è stato pubblicato sui giornali cittadini il risultato del lavoro del Tribunale Ecclesiastico Regionale di Modena che serve le città di Modena, Reggio, Piacenza e Fidenza. Nel 2010 sono stati portati a termine 175 processi di annullamento di matrimoni celebrati in chiesa. 163 matrimoni sono stati annullati. Le cause principali per l’annullamento sono state l’incapacità e immaturità degli sposi, l’esclusione della prole e dell’indissolubilità. Il matrimonio del quale si parla è il matrimonio concordatario per cui il rito fatto in chiesa ha validità anche civile. La dichiarazione della nullità di un matrimonio religioso vuol dire che il vincolo non c’è mai stato. E ipso facto annulla anche il matrimonio civile. Non è come il divorzio che  scioglie un matrimonio già valido.

A Modena nel 2009 ci sono stati 589 matrimoni: 354 solo con rito civile; 235 con rito cattolico.

Nel 2009 sono stati registrati 155 divorzi.

 

A Modena, secondo gli uffici di statistica e anagrafe cittadina, i matrimoni civili risultano quasi il doppio di quelli religiosi. Questo non è necessariamente segno di mancanza di fede. La società si è laicizzata; è diminuita la pressione familiare. I giovani si sentono maggiormente liberi e non accettano più matrimoni di convenienza. Il matrimonio civile ha ormai assunto una sua “liturgia laica” dignitosa e rispettata. La chiesa dovrebbe essere contenta che chi decide di sposarsi davanti al prete, lo faccia in modo sempre più consapevole in una comunità di credenti. Diminuiscono i matrimoni-orgia pagana, vera croce di preti che non sono alla ricerca di soldi o di personaggi famosi.

Gli annullamenti del Tribunale Ecclesiastico godono di una scarsa stima ed è spesso oggetto di sarcasmo tra la gente: “Se la prendono tanto con i divorziati e poi hanno inventato un divorzio camuffato”, “Basta pagare un testimone, solo chi ha soldi e appoggi se lo può ottenere”, “La donna rischia di perdere gli alimenti” ecc. Il Papa stesso si è pesantemente lamentato perché i tribunali ecclesiastici sarebbero di manica troppa larga. In verità il Tribunale modenese opera con grande serietà. Di fatto però molti motivi di annullamenti di matrimoni cattolici  sono simili a quelli del divorzio. Per cui non si capisce l’accanimento della gerarchia nel volere allontanare i divorziati dai sacramenti in primis dalla comunione.

- Nelle statistiche dei matrimoni, non sono contemplate le coppie di fatto tra giovani che decidono in modo maturo di iniziare un percorso insieme. Spesso per mancanza di mezzi non se la sentono di sposarsi. Ci sono vedovi anziani, persone sole che in qualche modo dividono la casa e formano una famiglia. “Non è bene che l’uomo sia solo”. Dice la Bibbia.

- La famiglia è veramente in crisi? Forse sì. I giovani sono più fragili, si dice, immaturi, vogliono divertirsi. Forse. Ma quali sostegni hanno? E specialmente quali modelli si trovano davanti non solo in casa, ma tra uomini e donne dello spettacolo, dello sport e della politica? Dicono di appoggiare la chiesa, parlano di madonne e di santi. Dalla gerarchia sono vezzeggiati, perché danno soldi e appoggi politici alle scuole private. Poi ci vengono presentati da TV e giornali con due o più famiglie, spesso come danarosi lenoni e prostitute di lusso, papponi e libertini.

- Il comunicato del Tribunale Ecclesiastico appare sui giornali proprio l’11 febbraio anniversario del primo concordato tra chiesa e stato italiano del 1929, riproposto con qualche modifica nel 1984. Questo patto tra stato e chiesa, definisce i rispettivi ambiti giuridici, ma sancisce anche il matrimonio concordatario e regala alla chiesa cattolica una serie di privilegi economici e giuridici come il diritto di avere insegnanti di religione cattolica stipendiati nelle scuole pubbliche.

Un’Italia intrappolata nella rete del concordato, con la pesante presenza del Vaticano, difficilmente riuscirà a fare chiarezza su temi come la famiglia, la scuola laica e la libertà politica.