LA COMUNITA’ DI SAN PAOLO REGALA UN PAIO DI OCCHIALI A BERLUSCONI CHE NON HA VISTO IL MURO TRA ISRAELE E I TERRITORI PALESTINESI OCCUPATI

di Comunità cristiana di base di san Paolo in Roma

Tra i molti acciacchi dell’età avanzante che appesantiscono le sue gravose giornate, seppur talora rallegrate da simpatiche compagnie, al Presidente del Consiglio se ne è aggiunto un altro, che finora non era noto, e che ci dispiace davvero: egli è quasi cieco. La notizia non arriva dal solito malevolo gossip delle sinistre comuniste che, si sa, nel loro odio verso l’Italia arriverebbero a tutto pur di distruggere il Paese; no, con il coraggio e l’umiltà che lo caratterizzano, è stato lo stesso Silvio Berlusconi a rivelare al mondo questo handicap che, comunque, non gli impedirà di continuare a spendersi per il bene di tutti noi e per la pace tra i popoli.

L’inattesa rivelazione è stata data dal premier, il 3 febbraio, a Betlemme. Quel giorno, infatti, dopo aver difeso alla Knesset (il parlamento israeliano) la piena legittimità politica e morale dell’operazione “Piombo fuso” che un anno fa ha provocato nella Striscia di Gaza circa 1400 vittime, egli, per incontrare l’Autorità palestinese, si è recato a Betlemme. E qui, durante una conferenza stampa, un giornalista gli ha chiesto che impressione gli avesse fatto il muro di divisione tra Israele e Territori occupati, barriera che, per entrare nella città, si deve necessariamente attraversare. Alla domanda ha risposto: “Non me ne sono accorto. Ero concentrato sulle cose che avrei detto ad Abu Mazen [il presidente palestinese] ed ero intento a prendere appunti. So di deluderLa e me ne scuso”.

Di fronte ai giornalisti è apparsa dunque la cruda realtà: affetto da una rara malattia agli occhi, il Presidente del Consiglio vede benissimo fino ad un metro, ma più in là intravvede solo vaghe ombre. Perciò non poteva vedere il muro, perché, attraversando la barriera alta otto metri, la sua macchina è passata a tre metri di distanza.

Questa notizia, che ha commosso l’Italia, ha colpito anche noi. E ci siamo chiesti che cosa potessimo fare. E, subito, date le nostre frequentazioni con la Russia dell’amico Putin, tanto caro anche a Berlusconi, ci siamo ricordati che, a Mosca, esiste un centro specializzatissimo per gli occhi, una delle poche belle eredità dell’epoca sovietica. Ci siamo subito attrezzati, e in cinque giorni ci hanno fatto avere uno speciale paio di occhiali (che spediamo in un pacco a parte a Palazzo Chigi) che permetterà al nostro premier di vedere benissimo sia da vicino che da lontano.

Siccome però questi particolari occhiali sono fatti di un materiale facilmente deteriorabile, speriamo che anche altri soccorrano, come facciamo noi, un Grande del nostro tempo che si è impegnato a risolvere – in modo equo, imparziale e carismatico – il conflitto israelo-palestinese che lo stesso Barack Obama, che pure ci vede bene, non riesce a sbrogliare.

Roma, 8 febbraio 2010