L’ANGOLO della GRU: Raccontaci la ricerca

Aldo Bifulco
Cdb Cassano e Scuola di Pace – Napoli

E’ l’ultima interessante iniziativa messa in atto nel vivace cantiere di Scampia. I giovani laureati sono invitati ad illustrare la propria tesi all’interno di incontri pubblici. Tesi che, dopo la seduta di laurea , giacciono, polverose e dimenticate, negli antri di qualche cassetto, a prescindere dal valore della ricerca che le sostiene.

Sulla scorta della mia esperienza , vorrei suggerire agli organizzatori di questa interessante iniziativa di contattare le Scuole superiori del territorio e proporre di affiancare le tradizionali conferenze sull’orientamento offerte dagli Istituti universitari per promuovere i propri corsi, con queste testimonianze dirette di giovani laureati. Una sorte di soccorso intergenerazionale allo scopo di fornire strumenti per individuare e superare possibili insidie, ma anche suggerimenti metodologici per rendere lo studio più proficuo e stimolante.

Ovviamente non ho voluto perdere il primo incontro e non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di intervistare Salvatore Marigliano, appena laureato in Ingegneria navale, che ci ha trattenuto con il racconto della sua tesi di laurea.

La presentazione di Salvatore è oltremodo necessaria perché è la prima volta che lo incontro.

Sono nato 23 anni fa a Scampia e cresciuto fino a pochi anni dentro la “vela rossa”. Dopo una breve esperienza al Liceo Classico “Pansini” del Vomero, amante degli studi linguistici sono approdato al Liceo “Elsa Morante” di Scampia, dove ho trovato un ambiente molto accogliente e stimolante. Ho scelto gli studi di ingegneria, guidato dal miraggio del lavoro, consapevole però che avrei potutoin seguito coltivare la mia passione per le lingue con soggiorni in paesi stranieri. Ho sempre vissuto a Scampia e, pur riconoscendo i limiti, mancanza di cinema e di una varietà e molteplicità di negozi, non mi va di lamentarmi troppo, anche perché ogni zona non è esente da problemi. Da qualche anno sono impegnato nella Scuola popolare al Centro Hurtado. Ho la passione per il modellismo di barche da competizione e con i ragazzi abbiamo costruito “la barca che fa da arredo al centro”.

Di che tratta la tua tesi di laurea?

Il titolo è “Impianti di propulsione ad emissione zero: fuel cell ed impianti fotovoltaici” ovviamente legati alle imbarcazioni. Analizzo i problemi dei motori a combustione relativi all’inquinamento e ai danni ambientali. Le soluzioni alternative sono le “fuel cell” macchine che producono energia elettrica a partire dall’ossidazione dell’idrogeno, accoppiate a un motore elettrico a propulsione. Altra ipotesi alternativa è l’uso di pannelli solari che producono energia elettrica e che è possibile accumulare.

Di questi tempi, data la particolarità delle argomentazioni della tua tesi, mi pare d’obbligo chiederti un giudizio sull’energia nucleare.

Facendo una discussione serena possiamo certamente affermare che l’energia nucleare che si ricava dalla fissioni di poche quantità di uranio è notevole e non comporta emissione di anidride carbonica. Ma i motivi che generano contrarietà sono molteplici e di grande impatto spaziali e temporali.A 25 anni da Cernobyl stiamo ancora avvertendo i danni provocati da quel disastro ed ora la paura si è fatta ragionevolmente più consistente dopo Fukushima. Non c’è sicurezza che possa eliminare l’incubo “radioattivo”. Uno scoppio genera un deserto inabitabile ed la ricaduta radioattiva è proiettata in tempi lunghi. E poi ci sono le “scorie radioattive”: non si sa dove metterle e come conservarle. E poi ci sono i costi dello smantellamento perché anche le centrali invecchiano. E poi anche le risorse di uranio non sono illimitate. Siamo poi così sicuri della loro convenienza economica, considerando i tempi lunghi?

Mi permetto di indicare lo scippo di questo governo rispetto al referendum sul nucleare.

Credo che stiamo vivendo un periodo di “democrazia traballante” che sfiora il regime. A chi ha soldi e potere (soprattutto mediatico)è consentito l’ambiguità e la contraddizione, perfino la menzogna, senza provocare indignazione. Come è possibile parlare di sovranità popolare per legittimare il proprio (qualsiasi) operare e poi svuotare i referendum che rappresentano la forma più alta e diretta della partecipazione del popolo alla democrazia? Per fortuna che c’è il WEB.

Qualcuno voleva portare il solare a Scampia. Che ne dici?

I luoghi più idonei alla produzione dell’energia elettrica dal solare sono gli spazi aperti (come deserti e mari) dove l’impatto visibile è meno forte. Si potrebbero utilizzare i tetti delle case e degli edifici pubblici per impianti fotovoltaici “grid connected” che ti consentono di mettere in rete l’energia prodotta. Mai i pannelli sono ancora troppo costosi e credo che senza incentivi non se ne possa realisticamente parlare.

Ma il nostro governo prima che lo tsunami in Giappone confermasse la fragilità dell’atomo, avendo orientato il futuro energetico dell’Italia esclusivamente sul nucleare, ha abolito, con un colpo di genio, tutti gli incentivi nei confronti delle energie alternative. Evviva!!!