Lettera ai cattolici sull’omofobia

Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia

Care sorelle e fratelli nella fede,

tra pochi giorni la legge per aggravare le pene riguardo ai delitti perpetrati in ragione dell’odio nei confronti delle persone omosessuali e transessuali sarà votata alla Camera dei Deputati.

Si tratta di un provvedimento, che tenendo conto di una diffusa contrarietà nell’attuale Parlamento, non contiene il reato di opinione, previsto già nella nostra legislatura in ragione di odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.

Nonostante che la proposta di legge abbia, quindi, tenuto conto di alcune obiezioni provenienti proprio da politici cattolici, ancora una volta è giunta dalla gerarchia cattolica la chiara indicazione ai partiti di governo e ad alcuni di opposizione, di bocciare senza alcuna discussione la proposta di legge, sollevando pregiudiziali di costituzionalità come avvenne già nell’ottobre 2009.

Dal 2006 a oggi in Italia oltre cinquanta persone omosessuali e transessuali sono state uccise in ragione della loro condizione, migliaia sono i casi denunciati alle forze dell’ordine, ai telefoni amici, alle strutture di solidarietà di aggressioni, violenze, discriminazioni.

Si tratta solamente di una piccola fetta della verità, perché troppa è la paura e la vergogna per gli abusi e le angherie subite, per cui la gran parte dei delitti commessi ai danni dei gay e dei/delle transessuali rimangono impuniti.

Ogni giorno, quando vedo in tv il Papa, i vescovi, quando partecipo alla Santa Messa, attendo in intima preghiera che la luce dell’amore di Dio apra i loro cuori e che finalmente arrivi una parola di conforto e di comprensione, invece che affermazioni di lontananza ed esclusione.

Mi rivolgo a voi che siete il popolo di Dio, affinché non ascoltiate in silenzio questa lettera, vi chiedo di testimoniare un interesse vero nei confronti di milioni di cittadine e cittadini italiani, la gran parte cristiani, che a causa del proprio orientamento sessuale e identità di genere sono oggi i novelli lebbrosi, da escludere dalla comunità della città dell’Uomo.

La posizione ufficiale della chiesa cattolica ritiene l’omosessualità una devianza, un disordine, persino una malattia da cui si può guarire. Poi c’è chi invece, da cattolico è d’accordo con la comunità scientifica e con la stragrande dell’opinione pubblica, che l’omosessualità sia una variante naturale della sessualità.

Come cristiano mi chiedo come sia possibile che anche a fronte di posizioni morali di avversione nei confronti dell’omosessualità, opporsi a una legge che intende contrastare la violenza ai danni delle persone omosessuali e transessuali.

Ho incontrato in anni d’impegno a sostegno della dignità delle persone lgbt, tante realtà di base, preti e laici appartenenti a parrocchie, ordini religiosi, associazioni ecclesiali con cui ho condiviso confronti, dialoghi, preghiera comunitaria. Per questo so che la chiesa è un’entità complessa, animata da volontà di conoscere e ascoltare, e sarebbe un gran bene che anche su questo tema si possa finalmente suscitare una discussione pubblica.

Vi sollecito a non rimanere inermi rispetto alla probabile bocciatura della legge contro l’omotransfobia, di aprire le porte alla riflessione e alla conoscenza di una realtà, che a differenza di quel che si sostiene, è assai presente dentro la nostra chiesa.

Vi ringrazio per l’attenzione, e spero che la comune testimonianza di fede ci aiuti a recuperare il coraggio della parola e della vicinanza, perché la vita e la ricerca di percorsi d’amore e di libertà delle persone omosessuali e transessuali, interrogano fortemente la chiesa, che come dimostra la storia, è sempre in cammino, non indifferente alla società in cui opera.