Guardando in alto e in avanti – celebrazione eucaristica (Cdb Oregina)

Genova, sabato 8 ottobre 2011

 Questa sera, ci riuniamo in casa Carlini ad un anno dalla dipartita della nostra amata compagna di viaggio, della nostra carissima sorella Giovanna. Ne sentiamo la presenza, ne percepiamo il soffio grazie anche  la visione di tanti oggetti, soprattutto di tanti libri che ci parlano di lei, della sua vivacità culturale, della sua sensibilità sociale, della sua partecipazione solidale alla comunità

Accogliamo questa sera l’invito di Giovanna  a guardare in alto; perché la direzione della vita è quella che guarda in alto e in avanti, a differenza della direzione dell’insegnamento dottrinario che indica sempre ciò che sta alle spalle.

Per guardare in alto e in avanti, occorre   liberarci dalle paure che  imprigionano il nostro spirito ed induriscono il nostro cuore. Non abbiamo fame di illusioni, ma di sogni , i sogni di Gesù di Nazareth, degli uomini e delle donne che hanno condiviso con lui uno stile di vita profondamente umano, vincendo le paure che pure conoscevano, come sappiamo dal  breve brano del vangelo che ora ascoltiamo.

Marco 4,35-41

Ispirandosi al medesimo simbolismo di questo racconto, una icona russa di san Nicola, illustra la verità di questo motivo mitico della fede che salva da una esistenza angosciosa. L’icona mostra delle persone stipate su una piccola nave, che si tengono strette fra di loro, lo sguardo impaurito, mentre tentano di ripararsi coi mantelli. La loro navicella è aggredita da ondate, che, alzandosi lungo le paratie, assumono forma di test di drago. Ma con loro nella nave c’è il santo e la sua presenza è così efficace che l’infuriare delle onde e il mugghiare della tempesta si perde nella lontananza; e intorno alla nave si forma una specie di campana protettiva, una zona di sicurezza, che circonda la nave da ogni parte difendendola dai marosi e rendendo già inutili le espressioni della paura, come quell’acquattarsi sotto i mantelli. Questo spazio protetto, che si trova là dove gli uomini e la donne sono vicini/e a Dio, è verde come i prati sulla terraferma, affinché chiunque contempli questa icona, attraverso il rumoreggiare delle onde, avverta le parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?

 Breve commento

Innanzitutto dobbiamo uscire dall’interpretazione ecclesiastica, seconda la quale la barca è allegoria della chiesa  e le onde e  la tempesta di vento simbolo della malvagità del “mondo” , le insidie del “diavolo” che tentano di affondare la chiesa.

Possiamo comprendere il mare come una cifra della nostra vita individuale e sociale; in questo senso, il mare è il simbolo dell’abisso, dell’instabilità, dell’immenso smarrimento, un’immagine in cui tutta vita dell’umanità nel suo insieme ha l’aspetto di un caos le cui fauci possono spalancarsi in ogni momento.

 Zygmunt Baumann ha scritto qualche anno fa un libro dal titolo PAURA LIQUIDA : un sentimento profondo che parte da lontano, dai grandi cambiamenti degli anni Ottanta e Novanta ma aggravatosi nell’ultimo ventennio. Riporto due sue considerazioni: “Le occasioni di aver paura sono una delle poche cose che non scarseggiano in questi nostri tempi tristemente poveri di certezze, garanzie e sicurezze. Le paure sono tante e varie. Ognuno/a ha le sue, che lo/la ossessionano, diverse a seconda della collocazione sociale, del genere, dell’età e della parte del pianeta in cui è nato e ha scelto ( o è stato costretto a ) vivere” . ( pag.27 ) “ Ciò che vediamo sono persone che cercano di escludere altre persone per evitare di essere escluse a loro volta” ( pag. 26 ).

Costruirci una campana protettiva , una zona di sicurezza per difenderci dai marosi che sono le ristrutturazioni selvagge, la perdita di lavoro e di ruolo di tanti lavoratori, il degrado dei servizi sociali, la povertà crescente, la diffusa rabbia, il profondo risentimento, l’allarmante aggressività, la cinica protervia di un gruppo di potere economico, politico, finanziario ?

Quali sono le nostre paure oggi? Come cerchiamo di convivere con esse senza perdere l’entusiasmo e l’energia per lottare per una società più umana?

Spazio di riflessioni e di interventi

Romani 8,35-39

Preghiera eucaristica

Gesù di Nazareth tu ci hai indicato come vivere pienamente
come lottare con amore, perché l’amore è più vero
di tutti i poteri della terra e non ha nulla da perdere.
Tu hai vissuto sperimentando la Presenza divina
come amore duraturo ed incondizionato,
come sorgente di vita ed energia liberatrice
da ogni forma condizionante di paura.
Le tue labbra, le tue mani erano sostenute
da una tale forza di immedesimazione e di sensibilità
che gli occhi dei ciechi si aprivano,
le orecchie dei sordi si schiudevano
e le bocche dei muti cominciavano a parlare.
Sono state tante le persone che, standoti vicine ,
sono state liberate dalla potenza delle paure
che imprigionano nella gabbia degli ” spiriti maligni”
e hanno cominciato a vivere con fiducia da sé
e con le altre persone su questa terra .
Tante donne come la nostra cara Giovanna
nel tuo agire e nel tuo parlare, nel tuo stile di vita
hanno potuto scoprire o riconoscere l’essenza
femminile e materna della Presenza divina.
Non hai avuto timore di denunciare le ingiustizie
compiute dai rappresentanti di un sistema politico-religioso
forte con le persone deboli, debole con i potenti,
con i falsi sapienti,con i sepolcri imbiancati.
Non sei fuggito dinnanzi alla certezza
di una morte violenta a causa della tua solidarietà
con le persone emarginate e disprezzate.
Bisognava pagare con la vita le azioni compiute
le parole dette in privato ed in pubblico, e per ultimo
nella notte in cui, mentre venivi tradito,
ti ponesti a tavola con discepole e discepoli
e dopo aver rese lode alla Presenza divina
desti a ciascuna/o un pezzo di pane, dicendo:
“Prendete e mangiatene. Questo pane è il segno
della mia vita spezzata per la giustizia.
Poi prendesti la coppa del vino, e ne porgesti da bere
dicendo: “Questo calice di vino è il segno
dell’amore di Dio per un mondo migliore.
Non dimenticate che la fedeltà alla causa di Dio
è costata a me fino allo spargimento di sangue”.

Ricordiamo questa sera con Giovanna e Pierfranco, tutte le persone che hanno camminato con noi, che camminano con coloro che lottano per la giustizia, la pace.

Padre nostro…..
scambio di  pace….
Condivisione del pane e del vino, segni della  benedizione di  Dio nell’icona di Gesù di Nazareth.