Le tre piaghe del Vaticano

Hans Küng
Corriere della Sera | 22.06.2012

Dall’uscita del mio libro Salviamo la Chiesa, nel 2011, la crisi della Chiesa cattolica si è acuita in modo drammatico. A fare da cupo sfondo a tutte le discussioni ci sono sempre gli abusi sessuali all’interno del clero cattolico di tutto il mondo, che hanno inflitto un colpo senza precedenti alla credibilità non solo del clero ma anche dei Papi e dei vescovi che li hanno occultati.

Contemporaneamente, tuttavia, sia in Italia sia in Germania, si sono verificati altri avvenimenti che rappresentano altrettanti indicatori dell’aggravarsi della crisi.

In Germania, la tanto annunciata visita papale dell’autunno 2011 è avvenuta con un enorme dispendio di mezzi mediatici e di denaro; ma è stata una delusione per i tedeschi pronti alla riforma e per la grande maggioranza dell’opinione pubblica. Durante questo viaggio il Papa si è pronunciato chiaramente sia contro le riforme strutturali della Chiesa cattolica sia contro un’intesa seria con le Chiese evangeliche. La delusione ha colto perciò anche i cristiani evangelici.

L’iniziativa di dialogo dei vescovi tedeschi che ne è seguita è finita in un vicolo cieco: nelle riunioni si poteva sì discutere e trattare temi critici, ma le questioni principali della riforma strutturale venivano ampiamente bloccate dalla gerarchia. Al Katholikentag 2012 di Mannheim, tuttavia, il malumore e la collera del popolo della Chiesa si sono espressi con tutta la loro forza: i vescovi che si limitavano a scuse superficiali sono stati fischiati.

In quell’occasione, le questioni critiche, comprese quelle inerenti alla riforma strutturale della Chiesa, sono state discusse pubblicamente, ma la delusione è stata grande lo stesso, perché non si erano ancora fatti progressi in questo senso. Il rifiuto della riforma «dall’alto» ha avuto una conseguenza: i movimenti, che aspirano al rinnovamento «dal basso», godono ora di un consenso sempre maggiore e di uno spazio sempre più ampio anche sui media. Hanno ormai costituito una rete internazionale sul Web e reagiscono in tutto il mondo alle iniziative di Roma.

In Italia la critica non aveva ancora raggiunto i picchi registrati a nord delle Alpi, ma soprattutto tre recentissimi sviluppi hanno richiamato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulla crisi della Chiesa cattolica.

La riconciliazione con la Fraternità sacerdotale san Pio X — una confraternita tradizionale, ultraconservatrice, antidemocratica e antisemita —, portata avanti dal Papa e dalla Curia, incontra dubbi e perplessità crescenti. Ora, in Vaticano si deve prendere atto che la consacrazione dei vescovi ordinati da monsignor Lefebvre è non solo illecita, ma anche nulla dal punto di vista del diritto canonico. La maggioranza dei cattolici non è disposta a riconciliarsi con questi rappresentanti finché non accettano tutti i punti sostanziali del Concilio Vaticano II, dalla riforma della liturgia alla libertà religiosa.

Il Papa ha cercato di intervenire per mettere fine agli intrighi, in parte criminali, della banca vaticana, lo Ior, ma da quanto è emerso di recente non ci è riuscito; il capo della Banca vaticana nominato da non molto per eliminare gli abusi è stato destituito dal suo incarico nel maggio 2012 e si deve temere che lo Ior resti, oggi come ieri, sulla lista nera delle banche che operano il riciclaggio del denaro sporco.

L’affare Vatileaks ha scosso la Curia. Non si tratta solo del maggiordomo del Papa, ma di difetti sistemici che rendono possibile un simile tradimento: non c’è trasparenza, dalle nomine dei vescovi all’economia finanziaria. Dalla nascita della Curia romana nell’XI secolo le caratteristiche di questo sistema sono le consorterie, l’avidità di denaro, la corruzione e appunto l’abitudine a occultare i fatti.

La curiosità di vedere come la giustizia vaticana verrà a capo di tutti questi scandali è legittima. Le mie analisi critiche hanno ricevuto una spiacevole conferma dagli avvenimenti recenti. Anzi, la crisi della Chiesa è ancora più drammatica. Ne consegue che è ancora più impellente la necessità di riforme fondamentali del sistema romano come quelle da me proposte con estrema concretezza.

Nonostante delusioni e difficoltà, mi mantengo fedele alla Chiesa cattolica, la mia Chiesa tantoprovata. E faccio volentieri mio il titolo scelto per l’edizione italiana del libro dalla eccellente editrice Rizzoli: «Salviamo la Chiesa!».