Antipolitica vs antipolitica di L.Menapace

Lidia Menapace

Antipolitica e antipolitica. Voler usare l’antipolitica contro l’antipolitica, può sembrare una cura omeopatica, ma non lo é, in politica l’omeopatia non giova.

Occupiamoci del recente caso della Regione Lazio: stupore generale, la presidente va dalla ministra degli Interni a informarsi, i partiti si dichiarano sorpresi, Giampaolino che avrebbe dovuto vigilare pure, nessuno sa nulla, tutti stupiti, il card. Bagnasco che aveva tenuto a battesimo la presidente in carica, oggi quasi la sbattezza e si ritrae con virtuoso scandalo.

Ma tutti questi esperti, potenti, famosi, insediati in cariche importanti e delicati non sanno che il sistema delle regioni a statuto normale fu uno dei maggiori compromessi della Costituzione tra i centralisti, e i regionalisti, e i federalisti e si misero d’accordo su una soluzione un po’ incerta, dato che non potevano rifare lo stato centralistico, perché tra l’altro si erano accorti che gli stati di quel tipo reggono male di fronte alle dittature, e i regionalisti (Dc e Pri) non erano forti abbastanza per far passare un disegno serio e i federalisti non furono nemmeno presi in considerazione, dato che si temeva che potessero essere una minaccia per il debole stato italiano? La Sicilia si era già costituita come regione “federale” con un non limpido nè disinteressato appoggio dell’occupante Usa.

Infine si stabilì che le regioni avessero un certo numero di competenze legislative, che le regioni con problemi particolari (le grandi isole, i territori con minoranze linguistiche o problemi di confini incerti) avessero maggiori competenze legislative . Il disegno non è stato molto accurato: ad esempio non fu previsto che le regioni investite da gravi disfunzioni o da corruzione difffusa o da non rispetto dei limiti degi statuti potessero essere commissariate, o che in caso di ripetuta e diffusa non esecuzione dello statuto vi possa essere un potere sostitutivo ecc. Oggi agli stupori generali e agli strilli dei grillini si potrebbe proporre la strada della legge di iniziativa popolare, oppure mettere la procedura per il commissariamento delle regioni nei programmi per le prossime elezioni nazionali. Così come procedure sostitutive. Insomma all’antipolitica non si risponde nè come Renzi (per far star zitto Grillo basta fare quello che lui strilla), nè pentirsi e far penitenza (ridurre il numero dei rappresentanti facendoli diventare più cari) come anche Bersani dice. Bisogna cercare strumenti efficaci a rendere più difficili e meno redditizi gli abusi, costruire una cultura politica fondata sui principi che la Costituzione richiede per la gestione della cosa pubblica.

Del resto bisogna pur dire che a sua volta lo stato quando passa una competenza alle regioni deve cancellare dal bilancio dei ministeri i soldi che trasmette insieme alla competenza, magari stabilendo che per un paio d’anni tiene sotto controllo l’uso che le regioni ne fanno.. E’ un modo per ridurre il debito pubblico.

Infine le questioni istituzionali non sono un difficile problema metafisico, ci sono tutte le premesse e precedenti e i mezzi nel ricco patrimonio giuridico contro abusi malversazioni corruzione reati contro il patrimonio pubblico ecc., accumulati in qualche millennio dal codice di Hammurabi in qua. Una notevole giurisprudenza si è accumulata, ad esempio la procedura di impeachment negli Usa.

Seguire l’antipolitica con l’antipolitica mostra solo impotenza e alla fine le persone si stufano e cadono nell’indifferenza senza più possibilità di risveglio o nella disperazione violenta: o é questo che si vuole? Cioè distruggere la politica.