Questa Chiesa non ha futuro

p. Josè Maria Castillo
Traduzione di Lorenzo Tommaselli

I recenti scritti di H. Küng e L. Boff, su quest’argomento, e che in questi giorni circolano nella rete, ci fanno riflettere. La Chiesa si indebolisce giorno per giorno, perde credibilità e alla grande maggioranza della gente non interessa più. Sarà certo che questa Chiesa non ha futuro?

Quando qui parlo della Chiesa, non mi riferisco all’enorme quantità di persone che, ognuna come può, sono interessate a Gesù di Nazareth ed a quello che insegna (o non insegna) il Vangelo. Non parlo delle persone di fede, un problema molto personale che ognuno si gestisce come Dio glielo dà a capire.

Nel dire che questa Chiesa non ha futuro, quello che voglio dire (come fa Küng) è che il papato e la curia vaticana, così come si sono organizzati e funzionano, non solo non vanno da nessuna parte, ma anche – e soprattutto – stanno danneggiando molto la stessa Chiesa e, ancor di più, tanta gente di buona volontà che perde persino l’interesse per la religione quando vede il triste spettacolo che sta dando il cosiddetto “sistema romano”.

Perchè dico queste cose? La Chiesa, che ha concentrato tutto il suo potere e la sua autorità nel papa e nella curia vaticana e che funziona in in maniera tale che lei ‐ e solo lei – pensa di avere la verità piena ed il potere indiscutibile per imporre questa verità, per decidere quello che è bene e quello che è male e per imporre alla gente quello che deve o non deve fare; una Chiesa così non ha argomenti per dimostrare che tutto ciò deve essere così, nè gode della credibilità indispensabile per convincere del fatto che le cose devono andare così.

Proprio per questo, perchè il “sistema romano” manca di argomenti e di credibilità per persuaderci del fatto che possiede i poteri che dice di avere, per questo il papato e la curia pensano in coscienza che è meglio occultare cose che, se si sapessero, allontanerebbero di più la gente. E si moltiplicherebbero gli scandali, le contraddizioni, le mezze verità e tanti affari oscuri che lo Stato della Città del Vaticano tenta di coprire senza riuscirci in molti casi.

Da ciò, le incessanti contraddizioni del già menzionato “sistema romano”. In teoria, difende ed elogia i diritti umani, ma, fino ad oggi, non rispetta questi diritti nella sua legislazione e nella sua forma di governo e nemmeno ha sottoscritto i trattati internazioni su questa problematica fondamentale.

In teoria, elogia e predica il Vangelo, ma, in pratica, a qualsiasi persona che entra in Vaticano risulta difficile vedere che quello somiglia alla semplicità del Vangelo ed alla prossimità di Gesù con i più disgraziati di questo mondo.

In teoria, il papa e la curia si lamentano e denunciano la corruzione economica, gli scandali sessuali, la menzogna come sistema di governo….ma il fatto è che la banca vaticana ha dato gravi motivi di scandalo e, quello che è peggio, è risaputo che la politica vaticana è un elemento importante (per quello che dice e per quello che tace) nella legittimazione di governi e governanti che sono causa della crisi economica e fanno sprofondare nella miseria tante creature innocenti.

In queste condizioni si può predicare il Vangelo? E se il cosiddetto “sistema romano” non serve per questo, come sarà possibile mantenerlo in piedi per molto tempo? Non stiamo parlando solo di un problema di buona o cattiva moralità. Il problema è molto più serio. Quello che è in gioco è l’”essere o il non essere” della Chiesa che si lascia gestire dal “sistema romano”.

Perchè, in tutta la Bibbia e nella tradizione cristiana, l’”essere” è determinato dallo – e dipende dall’ – “accadere”. Non siamo davanti ad un problema di metafisica, ma ad un problema del divenire storico. E quando quello che accade si allontana tanto dalla sua origine e dalla sua ragion d’essere, la cosa più ragionevole è pensare che una Chiesa così, cioè, “questa Chiesa” non ha futuro.