La donna per la chiesa è imprescindibile

Ileana Montini
www.womenews.net

Non ho ancora letto commenti di donne allo scambio epistolare tra il giornalista Scalfari e papa Bergoglio sul quotidiano La Repubblica. Come mai? Comunque, mi ha colpito l’entusiasmo incondizionato che ha preso sia uomini “di fede”, sia uomini laici. Certo, il papa che porta il nome del frate assisano ha un’apertura pastorale che i suoi colleghi raramente hanno dimostrato, dopo il papa del Concilio Vaticano II.

Certo, il papa che porta il nome del frate assisano ha un’apertura pastorale che i suoi colleghi raramente hanno dimostrato, dopo il papa del Concilio Vaticano II. Ma, come ha scritto il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Francesco papa è aperto al dialogo fraterno da una posizione privilegiata: lui si colloca nella “luce della fede”. Gli altri hanno soltanto il bene della ragione. E adesso è arrivata anche la lunga intervista di padre Antonio Spadaro per Civiltà Cattolica.

Lunga, lunghissima e interessante anche perché la linea della preferenza della pastorale è evidente e incontrovertibile. Va bene il catechismo, dice in buona sostanza il papa, ma noi incontriamo delle persone che hanno bisogno di misericordia. Ecco: misericordia è una delle parole chiave di questo pontefice. Il confessionale “non è una sala di tortura, ma il luogo della misericordia nel quale il Signore ci stimola a fare il meglio che possiamo.”

“Sogno una Chiesa Madre e Pastora. I ministri della Chiesa devono essere misericordiosi, farsi carico delle persone, accompagnandole come il buon samaritano…”.

Segue un esempio, per così dire, emblematico: “Penso anche alla situazione di una donna che ha avuto alle spalle un matrimonio fallito nel quale ha pure abortito. Poi questa donna si è risposata e adesso è serena con cinque figli. L’aborto le pesa enormemente ed è sinceramente pentita. Vorrebbe andare avanti nella vita cristiana. Che cosa fa il confessore? Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. “.

Non c’è dubbio che sta dando una mano ai preti che nelle parrocchie hanno applicato una pastorale di questo tipo. I preti tradizionalisti o fondamentalisti saranno molto irritati. Ma anche “salvati” perché la donna in questione dell’aborto deve pentirsi per ottenere misericordia.

L’intervistatore ha chiesto al papa di esprimersi anche sul ruolo della donna nella Chiesa. E’ interessante riportare per intero la risposta: “E’ necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa. Temo la soluzione del ’machismo in gonnella’, perché in realtà la donna ha una struttura differente dall’uomo. E invece i discorsi che sento sul ruolo della donna sono spesso ispirati proprio da una ideologia machista. Le donne stanno ponendo domande profonde che vanno affrontate. La Chiesa non può essere se stessa senza la donna e il suo ruolo. La donna per la Chiesa è imprescindibile. Maria, una donna, è più importante dei Vescovi.

Dico questo perché non bisogna confondere la funzione con la dignità. Bisogna dunque approfondire meglio la figura della donna nella Chiesa Bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna. Solo compiendo questo passaggio si potrà riflettere meglio sulla funzione della donna all’interno della Chiesa. Il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti. La sfida oggi è proprio questa: riflettere sul posto specifico della donna anche proprio lì dove si esercita l’autorità nei vari ambiti della Chiesa.”. Un auspicio che però evita l’interrogarsi: come mai ancora siamo lì a ribadire che sarebbe necessario, ecc.?

Nessun accenno alla disciplina del celibato dei preti anche perché non gli è stata posta esplicitamente una domanda. O forse perché ha chiesto che non gli fosse posta? E sempre a proposito del ruolo della donna, non gli è stata posta la domanda sull’accesso al sacerdozio. Anche se, implicitamente, il suo parere emerge quando dice che c’è un problema di dignità, piuttosto che di funzione. Non c’è dubbio che il papa argentino coltiva una dottrina tradizionale: donne e uomini sono complementari, in altre parole la legge di natura ha fissato i ruoli sessuali per sempre.

Si evince chiaramente nella lettera al Venerato Fratello Cardinale Angelo Bagnasco Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in occasione della settimana Sociale, giunta al quarantasette imo appuntamento. Quest’anno il tema era “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”.

Scrive il papa che nella famiglia “riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica italiana. Infine vogliamo affermare che la famiglia così intesa rimane primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta.”.
Nessun accenno alla violenza contro le donne nell’ambito domestico; anzi, le parole spese sembrano volutamente generiche “Non possiamo ignorare la sofferenza di tante famiglie, dovuta alla mancanza del lavoro, al problema della casa, all’impossibilità pratica di attuare liberamente le proprie scelte educative; la sofferenza dovuta anche ai conflitti interni alle famiglie stesse, ai fallimenti dell’esperienza coniugale e familiare, alla violenza che purtroppo si annida e fa danni anche all’interno delle nostre case.”

Certamente questo papa inaugura uno stile più moderno, privo di orpelli sacrali e baroccheggianti come nel passato anche recente. E interessante è il colloquiale racconto della sua giovanile esperienza di superiore dei gesuiti in Argentina. Era giovane, aveva 36 anni e forse per quello assunse un atteggiamento autoritario nel prendere le decisioni .”ecco –aggiunge- no, non sono stato come la Beata Imelda, ma non sono mai stato di destra. E’ stato il mio modo autoritario di prendere le decisioni a creare problemi”.

L’esempio tratto dalla sua vita, gli serve chiaramente per dire che preferirà la collegialità.

E’ un papa che nomina anche la pedagogia , la “pedagogia di governo “ attuata poi da vescovo di Buenos Aires. La pedagogia raccontata anche a proposito di quanto esercitò il ruolo di insegnante di Letteratura e i giovani allievi non amavano molto gli scrittori previsti dal programma. Il prof. Bergoglio allora li invitò a leggere a casa quegli autori, mentre in classe affrontava quelli che a loro piacevano di più. Alla fine il programma risultava svolto e il rapporto con gli studenti salvo e proficuo.

Un papa che favorisce la pedagogia della pastorale, forse renderà più difficile l’ingerenza episcopale italiana nella politica e le strumentalizzazioni dei partiti in nome dei valori irrinunciabili. Anche se vincola i cattolici a considerare la famiglia soltanto come formata da un uomo e una donna…complementari. Ruoli complementari, nella salda tradizione italica, significa ancora sottomissione della donna o ruolo marginale nel pubblico, dominante tra le mura domestiche.