Competenze di L.Menapace

Lidia Menapace
www.italialaica.it

Che le donne vincano i concorsi, non si dice, ma é vero: cito il fatto, perchè i pubblici concorsi sono considerati -non a torto- una forma di buona affidabilità per scegliere persone adatte a funzioni più o meno importanti, comunque facenti parte delle strutture funzionali dello stato: magistrati, personale delle Questure e Prefetture, scuole di ogni ordine e grado, servizi medici ecc.ecc. In seguito a questo fatto, oltre che a una propensione di cui parlerò un’altra volta, le donne sono da sempre presenti nell’impiego pubblico (fin dalla “maestrina dalla penna rossa”) senza motivi di lamento, o non rilevanti. Alcune aree di impiego pubblico, (scuola e sanità) hanno persino una stabile maggioranza di donne.

Recentissimamente due donne italiane sono state chiamate a posti eccezionali, rilevantissimi: una fisica è stata chiamata a dirigere il Cern, il più importante istituto di ricerca nella fisica nucleare, e una è partita questa notte come astronauta.

Benissimo: ma si direbbe che l’opinione pubblica italiana mostri scarso interesse per queste due persone, o che la stampa non le ritenga interessanti, perché dopo la notizia secca, di loro non ha mai detto altro, niente interviste, niente opinioni , niente di simile a quando un fisico italiano diresse il Cern, niente di simile all’attenzione con la quale fu seguita la preparazione del primo astronauta italiano. Perché? Mistero. Ma se l’opinione pubblica non mostra curiosità, la stampa dovrebbe suscitarla: possibile che siano più interessanti le chiacchiere (maschili e femminili) di tanta cronaca pettegolistica?

Anche perchè servirebbe forse a bucare la parte di società ancor oggi più inibita alle donne, cioè la politica. I discorsi che si fanno sulla gradevole presenza di facce abiti e corpi di donne al parlamento sono scarsi e non riguardano mai le donne come soggetti politici originali, cioé le femministe, ma neanche solo le donne emancipate, sulle quali si potrebbe dire ben di più , ad esempio ricordare che quest’anno ricorre il 70° della fondazione del’Udi (Unione Donne Italiane, oggi Unione Donne (in) Italia, perché include anche immigrate e stranere viventi nel nostro paese), una associazione importante nella storia, sicché parlarne colmerebbe una lacuna, che impoverisce la memoria di noi stesse/stessi, la memoria della popolazione italiana nel suo complesso.

Che l’attenzione della politica sia così striminzita e generica e si arresti rigorosamente prima di pronunciare la parola “femministe”, perché lì c’è di mezzo il potere? Naturalmente è una mia solita malignità, lidia