La laicità non è un’ideologia di M.Vigli

Marcello Vigli
www.italialaica.it

Quanti sostengono che nel nostro Paese la promozione della laicità non è un tema all’ordine del giorno sono clamorosamente smentiti da una circolare di un dirigente scolastico del liceo di Aversa, in provincia di Napoli, avente per oggetto: Classi quinte – preparazione all’esame di stato – benedizione delle penne. In essa si dispone che: gli alunni delle classi quinte, accompagnati dai docenti in servizio, si riuniranno nell’aula magna per un momento di preghiera in preparazione dell’Esame di Stato. Nel corso della riunione sarà celebrata la cerimonia “benedizione delle penne”.

Si tratta del dirigente scolastico di una Scuola della Repubblica, che non solo promuove un’iniziativa esplicitamente confessionale, violando l’obbligo di garantire la laicità,  ma, per di più, ne evidenzia il carattere di manifestazione apertamente superstiziosa: la benedizione delle penne per renderle capaci di elaborare un buon tema agli esami!!!! Non solo si trasforma una Scuola Statale in una scuola confessionale, ma si svolge un’azione profondamente diseducativa sul piano culturale e civile.

Una dura condanna di tale decisione è stata pubblicata da un Gruppo di cattolici napoletani:

Si tratta, dunque, di un’azione chiaramente discriminatoria, di sapore superstizioso, culturalmente puerile ed infantile. Soprattutto una iniziativa che trasforma una Scuola Statale in una scuola confessionale con una evidente violazione della laicità dello Stato. … In quanto cristiani esprimiamo la nostra indignazione e chiediamo ai genitori e docenti interessati, ma anche alle autorità civili e religiose di far sentire la propria voce di dissenso rispetto ad una iniziativa chiaramente abusiva ed illegittima.  Comunità cristiana di base del Cassano (Napoli)

Può ridimensionare la gravità del fatto (della situazione generale) quanto è avvenuto a Bologna dove il ricorso, promosso da 11 insegnanti e 8 genitori contro la proposta di svolgere atti di culto nella scuola dei loro figli, ha provocato, con un ricorso al Tar, una sentenza  che vieta in Emilia Romagna ogni atto di culto a scuola anche fuori orario.

Resta, però, pur sempre un segnale dei rischi che corre la scuola tutta ed in particolare la sua laicità, per l’estensione dei poteri attribuiti ai Dirigenti scolastici dalla Legge di riforma imposta dal Governo. Ad aumentare tali rischi contribuisce il permanere di ampie “sacche” di tradizionalismo nella Chiesa italiana, pur in presenza di un papa che ne sollecita continuamente il superamento. Emblematico il divario di sensibilità nell’individuare la priorità fra gli interventi da compiere per risanare la Chiesa, emerso in occasione della recente  sessione dell’Assemblea della Conferenza episcopale, fra papa Bergoglio e il cardinale Bagnasco che ne è il  Presidente. Nel suo saluto di apertura il papa, intervenendo sul tema specifico all’ordine del giorno, ha rivolto un pressante appello perché il prete sia interamente dedicato all’azione pastorale, indicandone puntualmente le caratteristiche. La vita del presbitero diventa eloquente perché diversa, alternativa. Egli è uno che si è avvicinato al fuoco e ha lasciato che le fiamme bruciassero le sue ambizioni di carriera e potere. Il cardinale Bagnasco nella sua Prolusione introduttiva ha ignorato l’argomento insistendo, invece, nella denuncia della soluzione, finalmente data dal Parlamento italiano, all’annosa questione del riconoscimento delle unioni fra omosessuali.

A confermare che non si tratta di un vezzo del cardinale si può notare che contro tale riconoscimento si è costituito un movimento intenzionato, non è chiaro con quanta possibilità di successo, a promuoverne l’abrogazione attraverso un referendum. I parlamentari che si sono opposti alla legge, hanno, infatti, presentato in Cassazione una richiesta di referendum per quelle parti della legge discriminatorie per gli eterosessuali che non possono avere, anche convivendo, la pensione di reversibilità, e nei confronti dei bambini. A suo favore si è schierato  il Comitato promotore del Family Day costituito in  un “Comitato Famiglie per il No”.

Da questa proposta si è dissociata la Cei che, in verità, non ha condiviso, non citandola nel documento conclusivo della sua Assemblea, la recriminazione del suo Presidente.

Un’altra testimonianza delle interne divisioni nel mondo cattolico, oltre che nella stessa gerarchia ecclesiastica, è data nella nuova rubrica del nostro sito: Appelli, documenti, commenti relativi al referendum sulla riforma della Costituzione. Su un tema di così grande interesse politico/istituzionale l’appello di un Comitato di alcuni cattolici per il NO è stato duramente contestato da cattolici concordi nel denunciare come integralista tale appello. La scelta, per il SÌ o per il NO, sostengono, deve essere operata con motivazioni politiche.

Non è stato difficile per i contestati controbattere che, da sempre convinti che non si debba usare “cattolico” come categoria politica, si possono -come ai tempi dei Cattolici per il No all’abrogazione della legge sul divorzio e sull’aborto-  subordinare le scelte personali, senza implicazioni teologiche, all’affermazione del “bene comune”. Tale è oggi la difesa della Costituzione dal tentativo di rottamarla avviato dai centri di potere del nostro Paese che non sopportano di sottostare alla sovranità popolare.