L’avanzo della cavalletta l’ha divorato la locusta di C.Palomba

Cristofaro Palomba
Cdb Cassano, Napoli

Udite questo, anziani, porgete l’orecchio, voi tutti abitanti della regione. Accadde mai cosa simile ai giorni vostri o ai giorni dei vostri padri? Raccontatelo ai vostri figli e i figli vostri ai loro figli e i loro figli alla generazione seguente. L’avanzo della cavalletta l’ha divorato la locusta, l’avanzo della locusta l’ha divorato il bruco, l’avanzo del bruco l’ha divorato il grillo.

Con queste parole si apre il libro del profeta Gioele che la comunità del Cassano di Npoli ha letto nell’ultimo incontro di “lettura biblica” dedicato ai profeti minori. Un testo sorprendente e carico di forza “profetica”.

Leggendo le sue parole non si può fare a meno di pensare ai nostri giorni, dove guardandosi intorno vediamo la nostra realtà divorata, espropriata, dilapidata. La crisi economica,come epigone di una crisi più profonda e sistemica della nostra realtà contemporanea evidenzia ogni giorno di più come il nostro modello di vita riduce giorno per giorno il mondo che ci circonda in un deserto. Il bene più prezioso che abbiamo “la madre terra”, violentata in tutti i modi, presenta il conto. I fatti delle Cinque Terre, di Genova, della Campania sono solo piccoli esempi di sconvolgenti realtà che riducono alla fame e portano alla morte milioni di persone.

Il senso di impotenza ci cogli di fronte a problemi così più grandi di noi, dove ci sentiamo piccoli ed incapaci di modificare stili di vita ormai consolidati e adattati ad una realtà consumistica che tutto distrugge.

Chi ha il potere di governare questa grave crisi si mostra incapace, convinto che aggiustando dei parametri si possa far ritornare tutto come prima per poi ricominciare ad alimentare l’illusione della cosiddetta “crescita”, ma non sarà più così, siamo ormai agli avanzi delle cavallette che saranno divorati dalla locusta, dal bruco e dal grillo.

Il profeta chiede al popolo di ravvedersi, “proclamate un digiuno, convocate un’adunanza solenne. Radunate il popolo, indite un’assemblea, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo.” è un invito individuale ma anche collettivo a prendere coscienza e ad agire di conseguenza. I movimenti di masse indignate che si stanno radunando in tutto il mondo sono forse un rigurgito di una presa di coscienza? Si intravvedono certamente dei barlumi di speranza.

La presa di coscienza è il primo passo per iniziare ad invertire questa terribile tendenza, una tendenza che non è frutto della fantasia dei catastrofisti di turno, ma è la costatazione che il moloch del mercato, del consumo ad ogni costo, della crescita all’infinito, che sta divorando la terra, è ormai alla frutta.

Il testo biblico però si apre alla speranza quando ci dice

“Il Signore si mostri geloso per la sua terra e si muova a compassione del suo popolo. Il Signore ha risposto al suo popolo: …….Le aie si riempiranno di grano e i tini traboccheranno di mosto e d’olio. “Vi compenserò delle annate che hanno divorate la locusta e il bruco, il grillo e le cavallette, quel grande esercito che ho mandato contro di voi.”

E’ il sogno dell’avvento di un nuovo giorno nuovo “Il giorno del Signore”

“Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito. Farò prodigi nel cielo e sulla terra…”

Siamo noi quindi, con il nostro stile di vita e il nostro impegno, che possiamo invertire la tendenza e animati da uno “spirito nuovo”, guardando al di là delle illusioni che continuano ad indicarci nella “crescita all’infinito” il futuro, possiamo ritornate ad amare la “terra” e a sperare.

“In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte scorrerà per le colline”.