Cdb San Paolo/2: i mille volti di una comunità accogliente

Cristina Mattiello
Adista Notizie n.34 del 14/10/2023

Nel pomeriggio, il Convegno sui 50 anni della Comunità cristiana di Base di San Paolo ha avuto come focus proprio la Comunità, nata in seguito agli eventi ricordati la mattina nei dettagli.

Nella prima parte, teologico-teorica, coordinata da Luigi Sandri, due interventi di impostazione biblica hanno analizzato alcuni aspetti della vita delle prime comunità, individuando elementi significativi per il presente.

Maria Bonafede, pastora valdese e teologa, ricordando l’importanza dell’ambito del settimanale Com-Nuovi Tempi per la sua formazione giovanile, ha analizzato l’Epistola di Paolo ai Romani 12, che delinea il forte ruolo dell’interagire nella comunità dei credenti riuniti intorno al Vangelo, al cui interno le donne avevano ruoli pari agli uomini; il biblista Romano Penna, vicino al Gruppo biblico della Comunità, ha esaminato il tema dei ministeri anche nella vita di Gesù, arrivando a proporre una sostituzione o almeno integrazione del termine “ministero” con la funzione detta in greco diaconia, nel senso di servizio.

Domenico Schiattone ha poi moderato la sezione relativa alle testimonianze, caratterizzata da un tono più informale e caldo: una carrellata che ha mostrato l’ampiezza delle relazioni e degli ambiti di intervento della Comunità nel tempo.

Tutti gli interventi hanno evidenziato il valore dell’accoglienza e del sostegno ricevuti in vari modi, anche attraverso periodiche collette: Morteza Khaleghi, della comunità afghana, per il rapporto nel tempo, dalla fase in cui molti di loro si rifugiavano al binario 15 della stazione Ostiense all’apertura dello spazio prezioso della Sosta, dove potevano trovare un momento di calore, condivisione, cucina tradizionale, festa, fino all’attuale progetto dei Corridoi d’amicizia Kabul-Roma-Riace, che ha già portato 40 persone in salvo legalmente; Gianni Gerace, del Guado, per il forte impegno nelle reti LGBT, soprattutto di credenti, nei confronti della Chiesa istituzionale non inclusiva, per una Chiesa altra, che abbracci tutti e tutte; e don Giulio Mignani, sospeso a divinis per le sue posizioni su temi quali aborto e eutanasia, che ha detto di sentirsi ormai parte della Comunità per l’affetto ricevuto.

È emersa in modo particolare la vicinanza alle fasce estreme, per la quale hanno espresso un caldo riconoscimento Marco Brazzoduro, dell’associazione di solidarietà con le comunità Rom Sinte, che vivono nella totale emergenza della non esistenza, abbandonate scandalosamente dalle istituzioni; Remo Marconi di Amistrada, che trovato spazio nei locali della Comunità fino ad oggi, e Giovanni Impagliazzo, della Comunità di Sant’Egidio, per l’accoglienza nei locali di persone disperate durante il Covid.

Cristina Mattiello, per il Cipax, ha poi ricordato lo stretto legame tra il fondatore del Cipax, Gianni Novelli, e Giovanni Franzoni fin dall’inizio, oltre che l’accoglienza nel salone della CdB delle molteplici iniziative del “Cantiere”. Giorgio Sena della scuola di italiano di Asinitas, ha detto che il salone della comunità, dove svolgevano la loro didattica, è un pezzo importante della storia delle migrazioni, un’isola, un approdo, per persone che hanno bisogno di riradicarsi. Don Mattia Ferrari, “parroco” sulle navi dei migranti di Mediterranea, ha dato una testimonianza sull’impegno attivo per i migranti, un impegno che è politica ma anche fraternità: La terra è di Dio (titolo della lettera pastorale del 1973 di Giovanni Franzoni), ha detto, è un concetto che muove anche questa esperienza. In finale, una toccante testimonianza di Mina Welby, dell’Associazione Luca Coscioni, che ha ripercorso la storia della morte assistita di suo marito, il cui funerale venne rifiutato dalla sua parrocchia e accolto invece dalla Comunità.