Primarie di B.Manni

Beppe Manni
Gazzetta di Modena, 4 gennaio 2012

Chi passava domenica 25 novembre, il 12 e il 30 dicembre verso mezzogiorno in qualche seggio elettorale allestito per le primarie del PD a Modena, avrebbe notato una strana miscela di ‘zolfo e acqua santa’. Si incontravano tra i votanti e gli addetti ai seggi molti cittadini che erano appena stati alla messa domenicale. Si mescolavano senza imbarazzi e pregiudizi ‘cattolici’ e ‘comunisti’.

Gente di chiesa e gente di sezione. I tempi sono veramente cambiati, non si tratta di simpatie paesane alla don Camillo e alla Peppone, nemmeno del cattocumunismo o di apertura e confronti tra ex DC e ex PCI. E’ una nuova e inedita stagione, che le gerarchie cattoliche (non la chiesa), e i partiti, fanno fatica ad accettare. Fa comodo avere nemici storici, gruppi connotati, cattolici da manovrare.

Anche da noi patria di contaminazioni, alleanze e collaborazioni antiche, si accetta ancora la vecchia definizione di ‘cattolici-DC-vescovi-preti-laici’ e non si vuole ammettere che i rappresentanti del cristianesimo non sono i Giovanardi, i Formigoni o i Casini dai valori non negoziabili; gli atei crociati come Ferrara dalle radici cristiane, l’albero berlusconiano e i frutti pagani.

E neppure sono i Riccardi, i Monti, i Bonanni o gli Oliviero. Cisl, Acli o una CL riciclata: la nuova coalizione con la quale amoreggia la gerarchia. O…i piangenti Brosio di Rai2. Ognuno ha il diritto di chiamarsi cattolico ma che non pretenda di averne il monopolio, con tanto di timbro di Bagnasco. Ora che è resuscitato Berlusconi la caccia al voto “cattolico” è aperta.

Non voglio fare dei conti. Ma quanti sono quei “cattolici” che vogliono fare un nuovo partito; che vogliono essere contati come tali negli schieramenti politici? Che dovrebbero fungere da braccio secolare e da cavallo di Troia all’interno degli schieramenti, perché la Chiesa dei Vescovi e dei cardinali possa contare in termini di scuole e ospedali cattolici, agevolazioni fiscali, privilegi legislativi? Arroccati alle invalicande palizzate della difesa della vita, della famiglia e delle scuole cattoliche.

Non certamente la maggioranza. Ormai, e i vescovi se ne facciano una ragione, molti cristiani-cattolici che vanno a messa, che sono nei consigli pastorali, che fanno catechismo, non vogliono essere intruppati. Nè essere stupidamente classificabili alla berlusconiana come cristiani inaffidabili o comunisti da combattere. Sono credenti adulti e responsabili, che si impegnano nel lavoro e nella società civile, entrano in politica singolarmente per testimoniare con la loro vita, lealtà, onestà, disponibilità, le eterne parole del vangelo, e collaborano mano nella mano con gli uomini di buona volontà.

Il Concilio Vaticano II del quale ricordiamo i 50 anni, parla di cristiani come popolo di Dio, tutti uguali e partecipi alla cosa religiosa e alla cosa pubblica, responsabilmente per il bene di tutti.