Comunicato Stampa – Alemanno si candida come uomo di fiducia della Curia
L’opportunismo elettorale del ricandidato sindaco Alemanno ha passato ogni limite ostentando, con la complicità di Avvenire, di condividere l’opinione di quei cattolici che sullo stesso giornale hanno lanciato l’ossequio ai cosiddetti «valori non negoziabili» come criterio valido per la scelta di un buon amministratore della città.
Ovviamente non spetta a noi denunciare quell’opportunismo perché ogni cittadino romano ha buoni motivi per riconoscerlo.
Intendiamo invece con forza contestare la pretesa di alcuni clericali a proporsi come rappresentanti dei cattolici romani, la maggioranza dei quali non è disposta a scambiare con qualche bella dichiarazione, o magari con qualche sussidio in più agli asili confessionali, il diritto/dovere di valutare l’operato di Alemanno sulla base dei pessimi risultati dei cinque anni della sua amministrazione.
Pensavamo che i primi eloquenti segni di papa Francesco avessero indicato chiaramente che la cura degli interessi generali della società non deve in nessun caso essere barattata con il mercimonio di qualche favore offerto da politici inefficienti e corrotti.
Da cattolici crediamo che la laicità delle istituzioni sia un valore da difendere proprio in quanto cattolici.
L’Italia “cattolica” deve cessare di essere lo schermo dell’Italia “corrotta”.
Adista, Cipax, Comunità Cristiana di Base di San Paolo, Confronti, Gruppo Controinformazione Ecclesiale, Koinonia Onlus, Noi Siamo Chiesa – nodo romano, Nuova Proposta
Roma, 6 giugno 2013
La Chiesa di base attacca l’invadenza di “Avvenire”
Luca Kocci
il manifesto, 7 giugno
Negli ultimi giorni di campagna elettorale in vista del ballottaggio per l’elezione del sindaco di Roma, la Cei – insieme alle associazioni collaterali – chiama, e
Alemanno risponde, anzi si mette in piedi sull’attenti come un
soldatino disciplinato di fronte agli ordini superiori. Ma i gruppi
cattolici di base non ci stanno e denunciano sia «l’opportunismo» del
sindaco uscente sia l’invadenza «clericale», amplificata dall’house
organ dei vescovi, il quotidiano Avvenire.
La miccia l’aveva accesa
domenica scorsa un cartello di associazioni cattoliche fedeli ai
«principi non negoziabili», dal Forum delle associazioni familiari al
Movimento per la vita, dall’Agesc (associazione genitori scuole
cattoliche) alla Compagnia delle opere (braccio economico di Comunione
e liberazione), da Alleanza cattolica di Alfredo Mantovano al Centro di
orientamento politico del palazzinaro bianco – ma anche un po’ nero –
Gaetano Rebecchini. Paginone di Avvenire che pubblica il “Manifesto per
Roma” con le richieste ai candidati: sì al finanziamento alle scuole
cattoliche, no ai registri per il testamento biologico e le unioni
civili omosessuali. Sono temi «di assoluta rilevanza» sui quali «non si
può tacere», affermano le associazioni che, forse pensando a Pio IX,
chiariscono: «Roma è prima di tutto la sede del papato e ha un
significato e un ruolo che va oltre quello di capitale d’Italia»,
chiunque sarà il sindaco «deve essere consapevole del peso del popolo
cristiano».
«Alemanno ci sta, Marino lo snobba», rilancia due giorni
dopo Avvenire, che pubblica l’adesione entusiasta di Alemanno al
“Manifesto” e la presa di distanza, in nome del principio di laicità,
di Marino, cattolico adulto molto vicino alle posizioni del card.
Martini, con cui ha scritto anche un libro, affrontando con spirito
libero molti temi etici, dal fine-vita agli embrioni, dai diritti
civili all’omosessualità. Tanto è bastato al Pdl per tappezzare alcuni
quartieri della città con manifesti inequivocabili: «Marino è contro la
vita e la famiglia».
«L’opportunismo elettorale di Alemanno ha passato
ogni limite ostentando, con la complicità di Avvenire, di condividere l’
opinione di quei cattolici che sullo stesso giornale hanno lanciato l’
ossequio ai cosiddetti valori non negoziabili come criterio valido per
la scelta di un buon amministratore della città», replicano alcune
riviste (l’agenzia Adista e il mensile Confronti) e gruppi cattolici di
base, come la Comunità di base di San Paolo, il nodo romano di Noi
Siamo Chiesa, gli omosessuali credenti di Nuova proposta, il Cipax.
Contestiamo «la pretesa di alcuni clericali a proporsi come
rappresentanti dei cattolici, la maggioranza dei quali non è disposta a
scambiare con qualche bella dichiarazione, o magari con qualche
sussidio in più agli asili confessionali, il diritto-dovere di valutare
l’operato di Alemanno sulla base dei pessimi risultati dei 5 anni della
sua amministrazione». Credevano, aggiungono, «che i primi segni di papa
Francesco avessero indicato che la cura degli interessi generali della
società non deve in nessun caso essere barattata con il mercimonio di
qualche favore offerto da politici inefficienti e corrotti». La
«laicità delle istituzioni» va difesa proprio dai cattolici, che anzi
devono «cessare di essere lo schermo dell’Italia corrotta».