Pacificazione difficile di B.Manni

Beppe Manni
Gazzetta di Modena, 19 ottobre 2013

Priebke muore a 100 anni: tutti meritano una preghiera e il “perdono” di Dio. L’SS responsabile dell’eccidio alle Fosse Areatine non va però sepolto a Roma. Va cremato e le sue ceneri sparse sui campi di Auschwitz. A perenne memoria. I preti lefevriani provocatoriamente si sono offerti di fare un funerale solenne ad Albano.

Questo dimostra che in Italia non è stata portata a termine un’operazione di chiarificazione storica e di rappacificazione condivisa della memoria collettiva.

Anche a Modena ad esempio. E’ la terra di don Zeno, di Villa Emma a Nonantola, della Repubblica di Montefiorino, dell’eccidio di Monchio. Della partecipazione di molto preti e vescovi alla Resistenza partigiana, ‘attiva e passiva’. Ma anche dello schieramento di vescovi, preti e monsignori per la Repubblica di Salò. Ne abbiamo un esempio del vescovo di Modena filo fascista Boccoleri e del vescovo di Carpi Dalla Zuanna vicino alla lotta di liberazione. Prima e dopo il 25 aprile del ’45 diversi sono stati i preti uccisi dai nazisti e dai fascisti, ma anche da partigiani e delinquenti comuni.
A Modena l’altra domenica è stato dichiarato beato il seminarista Rolando Rivi.

Credo che nessuno voglia mettere in dubbio il diritto della chiesa di Modena e di Reggio di beatificare il piccolo seminarista Rolando Rivi di San Valentino, ucciso da partigiani delinquenti, il 14 aprile del 1945 dopo essere stato dileggiato e torturato. Se ne può piuttosto mettere in dubbio l’opportunità.

E’ un’età quella dell’adolescenza nella quale ti innamori degli ideali. Noi giovani chierichetti o seminaristi nei primi anni 50, eravamo pieni di fervore religioso, desideravamo il martirio e andare missionari; facevamo i ‘fioretti’ e penitenze per amore di Gesù, alcuni avevano crisi mistiche. Eravamo picchiati dai giovani comunisti del paese, ma le davamo anche indietro… Nella piazza discutevamo coi “comunisti” con una sicurezza e un’aggressività della quale oggi mi vergogno.

Il Vescovo di Modena Mons Lanfranchi e Mons Ruini hanno invitato alla riflessione e alla preghiera perché il riconoscimento del sacrificio del piccolo Rolando sia segno di pacificazione.
Ce lo auguriamo.Ma cerchiamo di non strumentalizzare questo tragico avvenimento e le grandi sofferenze sue e della famiglia, per attaccare ancora una volta i “partigiani comunisti” e la resistenza, e non per fare una memoria storica che aiuti alla riconciliazione.

Altri martiri ben più consapevoli e maturi non sono ancora fatti santi…Come don Elio Monari, prete ‘cosiddetto’ partigiano, che aveva nascosto assieme a don Rocchi, piloti inglesi, ebrei perseguitati e soldati sbandati; per questo motivo braccato e ricercato dovette rifugiarsi in montagna tra i partigiani. Catturato il 5 luglio del 1944 mentre stava dando i sacramenti a un ufficiale tedesco ferito gravemente. Fu torturato e ucciso pochi giorni dopo a Firenze dai tedeschi e dai repubblichini.

Proprio quest’anno ricorre il centenario della sua nascita a Spilamberto il 25 ottobre del 1913. Il Circolo Ferrari in questi anni attraverso conferenze e ricerche storiche, seguendo le orme dei fondatori partigiani Gorrieri e Paganelli, ha fornito molti strumenti per la comprensione di quei complessi e dolorosi anni di storia.

Cerchiamo di rimanere su questa strada di pace e di dialogo per una intelligenza più profonda di avvenimenti come il fascismo, il nazismo, la guerra di resistenza e la repubblica di Salò, che comunque sono già ampiamente stati giudicati dalla storia.