Un segno di speranza di M.Vigli

Marcello Vigli

Non è facile nutrire speranza fra chi ha qualche dimestichezza con quanto succede nella chiesa italiana, tanto meno seminarla. Valerio Gigante e Luca Kocci con il loro libro La Chiesa di tutti ci sono riusciti. Il panorama da loro costruito, in cui si muovono le realtà di base, che nella Chiesa italiana si sono assunte la responsabilità di essere Chiesa non allineata, rivela una vitalità che è assente, invece, nella sua dimensione istituzionale descritta, con buona dose di vis polemica e con un linguaggio violento, nella prefazione da Paolo Farinella.

Questa presenta una Chiesa ’istituzione” prima gestita da un papa-imperatore-di-Polonia e, che poi, ha vissuto il “buio” dell’insipienza con il papato tedesco di Benedetto XVI. Il loro obiettivo è stato quello di annullare il concilio, le sue aperture, il mondo moderno, la scienza, il dialogo con gli altri modi di sperimentare e vivere Dio.

Né va meglio per la chiesa italiana “commissariata” prima dal ventennio del card. Camillo Ruini e poi dal pronubo card. Angelo Bagnasco responsabile di essersi appiattita sulla destra dominata da Berlusconi che pagava – per così dire – in dobloni d’oro, l’appoggio clericale e il silenzio episcopale. A questa si oppone la resistenza di “un’altra Chiesa” che va avanti senza più curarsi dei vescovi, più tesi a fare affari con i corrotti e i degenerati che a occuparsi della condizione della Chiesa.

E’ di questa Chiesa, intesa nell’accezione più autentica ossia come”popolo di Dio”… in cammino e in ascolto dei “segni dei tempi”, che i due autori danno una descrizione sintetica, ma esauriente. Ne ricercano le origini negli anni del primo novecento, ma ancor più in quelli del post concilio, denunciando l’impegno delle gerarchie, a impedirne l’espressione tenendo sotto tutela i cattolici adulti, e distinguendola dai gruppi, che tentano il soffocamento del Concilio pur dichiarandosi fedeli al suo spirito.

Di quelli che costituiscono la Chiesa vista dal basso, evidenziano la scelta di coniugare la spinta al rinnovamento della vita comunitaria con l’impegno sociale e politico. Negli ultimi anni, specie all’indomani del sessantotto, che anche fra la base cattolica ha suscitato entusiasmo e voglia di cambiamento, si sono moltiplicati creando diverse esperienze, che si sono aggiunte o sostituite alle precedenti. E’ nata così la Chiesa di frontiera che continua ad esprimersi in diverse le forme, dal dissenso, al fermento, al disagio.

Di esse il libro offre, con brevi notazioni, una visione molto ampia rilevandone obiettivi e metodi d’azione a partire dalle Comunità cristiane di base ai gruppi dei gay credenti passando per Pax Christi, Sae, Beati i costruttori di pace, Noi siamo chiesa, diversi gruppi di preti dissenzienti, di solidarietà internazionale e d’impegno per la pace.

Particolare rilievo gli autori danno ai tentativi di sollecitare queste realtà a confrontarsi e riconoscersi a cominciare da quello del comitato il Vangelo che abbiamo ricevuto. Questo, però, non ha trasformato il successo del primo incontro, organizzato a Firenze, in un’occasione per dar vita ad un movimento cattolico che superasse gli steccati del “dissenso” e del “fermento” e unisse i cattolici di base nell’impegno per un profondo e radicale rinnovamento della Chiesa.

Maggiori speranze, che si proceda verso questo obiettivo, sembra offrire il grande successo della assemblea autoconvocata, promossa lo scorso anno da un centinaio di realtà di base riunite in un cartello, Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri, per celebrare il cinquantesimo anniversario del Concilio. Un suo secondo appuntamento, per celebrare i cinquanta anni dell’enciclica Pacem in terris, non lo ha ripetuto rivelandosi un ibrido fra l’assemblea e il convegno, tra un livello intellettuale e uno militante ce ancora fanno fatica ad armonizzarsi.

A queste esposizioni, analitiche e valutative, si aggiungono, da un lato, una più sintetica presentazione dei gruppi cattolici impegnati in politica e, dall’altro, quella delle pubblicazioni – Adista, Confronti, Esodo, Concilium e tante altre – che di questa area sono espressione e sostegno favorendo il confronto e la reciproca conoscenza e divulgandone le iniziative e documenti e riflessioni.

Completano il quadro la narrazione della storia e la puntuale analisi del modo di essere di alcune esperienze esemplari delle diverse forme sopra presentate: l’Isolotto di Firenze, i gruppi di omosessuali credenti, la Casa Rut di Caserta, la Comunità di San Francesco Saverio di Palermo, la Comunità delle Piagge di Firenze, il Centro “Giovanni Vannuci” di Montefano. Di tante le altre, anch’esse presenti nei diversi settori, gli autori offrono brevi schede di presentazione che costituiscono un prezioso strumento di conoscenza, ma anche di lavoro per quanti intendono coinvolgersi con altre esperienze in azioni comuni.

Ne emerge uno spaccato di Chiesa altra fatta di realtà presenti sul territorio, attive nel sociale, impegnate nel promuovere cultura.

A questo punto gli autori s’interrogano sui motivi per cui una realtà tanto vivace e articolata non riesca ad incidere sui processi reali e sulla struttura della istituzione ecclesiastica e li individuano, dopo aver rilevato la marginalizzazione da parte dei media, le rigide censure e le dure repressioni delle gerarchie ecclesiastiche, nella reticenza di molti di questi laici a liberarsi dal timore reverenziale di nuocere alla Chiesa.

Questa irrilevanza “politica” non autorizza, però, a sottovalutare questa generazione di cristiani adulti [che] come nel passato cambia e continua a cambiare nella sostanza anche se non ancora nelle forme il modo di essere di tanta parte della Chiesa. In verità, di tale cambiamento ci sarebbe grande bisogno come emerge dai capitoli in cui gli autori affrontano il problema del finanziamento della Chiesa in Italia e le sue “presenze” nella vita politica italiana.

Del primo analizzano con chiarezza il sistema principale dell’otto per mille ed anche le altre forme costituite dai contributi diretti ad associazioni e iniziative cattoliche e, soprattutto, dalle remunerazioni ai docenti di religione cattolica nelle scuole statali, ai cappellani nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali. A questi finanziamenti diretti si aggiungono i risparmi delle esenzioni fiscali spesso concesse illegalmente.

Altrettanto puntuale è l’analisi dei temi e problemi che la gerarchia impone nel dibattito culturale come valori irrinunciabili trasformandoli in argomenti sui quali impone limiti o condizionamenti alla attività legislativa e all’iniziativa del governo.

In verità, non tutti i gruppi della Chiesa altra sono attenti a questi problemi, né tanto meno sono impegnati a promuovere iniziative per denunciare e contrastare queste commistioni fra interessi della gerarchia ecclesiastica e disponibilità dei politici italiani a soddisfarli all’interno di un regime concordatario ereditato da fascismo e inserito nella Costituzione in un in un tempo in cui la democrazia muoveva i primi passi fra grandi difficoltà e molti nemici.

Pur senza doverlo mettere in discussione nel suo complesso si possono individuare forme d’intervento che avviino una inversione di tendenza verso la realizzazione di una Chiesa povera e di uno Stato finalmente laico. Sono le iniziative, che altri gruppi e associazioni di quella Chiesa altra promuovono “in quanto cattolici”, per far tornare allo Stato la quota dell’otto per mille sottratta alla gestione delle pubbliche autorità, le uniche autorizzate in democrazia a destinare le risorse finanziari di tutti i cittadini, e affidata, proprio grazie al Concordato craxiano, alla scelta di alcuni contribuenti.

Analogo impegno promuovono per eliminare l’anomalia del finanziamento con denaro di tutti delle diverse “presenze pastorali” della Chiesa cattolica nelle scuole, nelle caserme, nelle carceri e negli ospedali. Forse l’appello di papa Francesco per una Chiesa povera, anche di potere, può sollecitare tutta la Chiesa altra a fare la sua parte per la sua costruzione.

Valerio Gigante Luca Kocci, La Chiesa di tutti. L’altra Chiesa: esperienze ecclesiali di frontiera, gruppi di base, movimenti e comunità, preti e laici “non allineati”, Altra Economia, Milano, 2013