L’ONU ha ragione sui preti pedofili. Siamo profondamente amareggiati per questa situazione di NoiSiamoChiesa

Il portavoce nazionale di “Noi Siamo Chiesa” Vittorio Bellavite ha rilasciato la seguente dichiarazione:

“L’atto di accusa nei confronti del Vaticano, da parte del Comitato sull’applicazione della Convenzione per i diritti del fanciullo, dice, con l’autorità di una struttura delle Nazioni Unite, quanto si sapeva ormai da tempo e quanto le vittime degli abusi da anni denunciano.

L’International Movement We Are Church (IMWAC), di cui “Noi Siamo Chiesa” è la sezione italiana, fa parte della mobilitazione internazionale su questo gravissimo problema e condivide quanto affermato dal Comitato su come è stato affrontato, nella grande parte dei casi, la questione dei preti pedofili nella Chiesa cattolica. I tentativi di minimizzare le responsabilità di troppe gerarchie della Chiesa sono in contraddizione con la realtà testimoniata da rapporti e sentenze che provengono da tante situazioni in differenti paesi.

Sappiamo che le responsabilità non sono solo del singolo prete o del singolo vescovo ma risalgono fino alle strutture centrali della Chiesa che hanno avuto la grave responsabilità di aver voluto lavare i panni sporchi in casa propria e così, in tal modo, di non lavarli o di farlo poco, male e con troppo ritardo.

A papa Francesco spetta il compito di essere intransigente e in tempi immediati. La decisione che è stata adottata di istituire una Commissione ad hoc è del tutto insufficiente. E’ necessaria una direttiva che imponga agli episcopati la trasparenza e la pubblicità sempre e inoltre la denuncia all’autorità giudiziaria dei presunti colpevoli. Questo ultimo impegno viene, ancora ora, pervicacemente rifiutato dalla CEI (si veda il recentissimo incontro del Consiglio Episcopale Permanente) nonostante che fatti e sentenze mettano in luce quanto episodi di pedofilia del clero siano presenti nel mondo ecclesiastico italiano in misura non inferiore a quelli degli altri paesi

Come credenti nell’Evangelo siamo profondamente amareggiati per questa situazione, che ci fa soffrire come membri di questa nostra Chiesa, per la quale preghiamo.”

Roma, 5 febbraio 2014