L’assemblea nazionale di Noi Siamo Chiesa si interroga sul caso Heizer

Adista Notizie n. 24 del 28/06/2014

Come era inevitabile, a tenere banco alla XVI assemblea nazionale annuale di “Noi Siamo Chiesa” (Milano, 15 giugno) è stato il tema della scomunica del vescovo di Innsbruck nei confronti della presidente internazionale di Noi Siamo Chiesa, l’austriaca Martha Heizer (e del marito) per avere partecipato nella propria casa e con alcuni amici a celebrazioni eucaristiche senza la presenza di un presbitero, e delle conseguenti dimissioni della Heizer, che ha rimesso il mandato nelle mani del movimento internazionale. Circa una cinquantina i partecipanti, rappresentativi di dodici diverse realtà locali. Vittorio Bellavite ha ricordato il suo primo comunicato in cui constatava che Heizer non agiva nell’ambito di una iniziativa di We Are Church, ma tuttavia poneva un problema teologico e pastorale che era connesso con le riflessioni di Noi Siamo Chiesa.

La grande maggioranza delle sezioni nazionali di We Are Church ha sottolineato che non può essere accettata una scomunica che pare il risultato di una sinergia tra la Curia di Innsbruck e chi a Roma (ad esempio il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Gerhard Ludwig Müller) vuole creare ostacoli al nuovo corso di papa Francesco. Tuttavia, per le tre sezioni scandinave le dimissioni di Martha sono opportune; la sezione austriaca ha invece confermato fiducia piena a Heizer, impegnandosi a convocare una assemblea generale in settembre. Di particolare importanza è stato l’appoggio a Heizer che è arrivato dal movimento dei preti austriaci Pfarrer-Initiative. Le dimissioni di Heizer sono insomma state respinte dalla maggior parte delle sezioni nazionali di Imwac. Ne ha preso atto l’assemblea italiana che ha rimesso alla presidente la decisione se considerarle comunque irrevocabili, nell’interesse generale del movimento.

All’interno di questo ampio dibattito la sezione italiana di Noi Siamo Chiesa ha cercato di andare al di là degli aspetti formali per capire come affrontare la questione di fondo che la vicenda ha posto. Le conclusioni sono state che l’iniziativa di Heizer non coinvolge direttamente Imwac, ma che la scomunica non è comunque un metodo accettabile per un vero confronto e per un vero dialogo e tanto meno per crearne le condizioni. Inoltre tale sanzione può e deve essere messa in discussione anche sotto il profilo della sua stessa congruità con il Diritto canonico. Dal dibattito è emerso che l’assemblea non ritiene che papa Francesco fosse al corrente del provvedimento e che esso sia stato deciso da chi non è favorevole al nuovo corso.

I lavori hanno toccato diversi altri punti. Luigi Sandri, per esempio, ha fatto una panoramica sulla situazione del cristianesimo nel mondo e del rapporto tra Chiesa ortodossa e Chiesa cattolica; ma anche dei difficili i rapporti tra il Patriarcato ecumenico e quello di Mosca, soffermandosi a lungo sul significato, i risvolti e le prospettive ecumeniche dell’incontro tra papa Francesco e il patriarca Bartolomeo I.

Il coordinatore nazionale di Nsc Bellavite ha ricordato le attività su cui “Noi Siamo Chiesa” è stata impegnata negli ultimi 12 mesi, dall’adesione alla giornata di digiuno contro la guerra in Siria e alla Evangelii Gaudium e dalla partecipazione al questionario sulla famiglia promosso dal Sinodo dei vescovi fino al dissenso sulla canonizzazione dei due papi. Per Bellavite su tante questioni, come l’accoglienza ai divorziati risposati, “Noi Siamo Chiesa” ha anticipato tematiche che sono ora all’ordine del giorno anche della Chiesa istituzionale.

Il punto di vista di “Noi Siamo Chiesa” sulla gestione della Conferenza episcopale rimane assai critico: per Bellavite i vescovi hanno gestito male il questionario sul Sinodo e non ne hanno diffuso i risultati, hanno continuato nella difesa del sistema ecclesiastico per quanto riguarda i preti pedofili, non hanno accettato di eleggersi il proprio presidente, come proposto loro dal papa. Secondo Bellavite, l’unica speranza, che viene non dalla Cei ma dal papa stesso, è stata la nomina di mons. Nunzio Galantino a segretario della Conferenza episcopale; per il resto, è stato osservato, sono in molti nell’episcopato a fare resistenze al nuovo corso e ad essere in uno stato di disorientamento.

Bellavite ha infine ricordato la posizione, diversa dal trionfalismo che ha caratterizzato le celebrazioni ufficiali e la gerarchia ecclesiastica (a partire dal Card. Scola), assunta dal movimento sui millesettecento anni dal cosiddetto “editto di Milano” ed, infine la partecipazione al terzo incontro di “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri” svoltosi lo scorso maggio.

Dopo una informazione sugli incontri internazionali del movimento e dell’European Network Church on the Move a Dublino e a Gand, è stato ricordato che “Noi Siamo Chiesa” è impegnata, insieme alla rete internazionale e ad una serie di altre realtà in tutti i continenti, all’organizzazione dell’incontro internazionale “A future for the People of God” nel novembre 2015 a 50 anni dalla conclusione del Concilio. Interessante è stata poi la proposta di un impegno sulla questione dei cristiani nel Medio Oriente.

Infine si è discusso dei problemi organizzativi. Il Coordinamento nazionale uscente, che era stato rinnovato nell’assemblea dell’anno scorso, è stato confermato. L’assemblea è stata anche informata del prossimo lancio dell’Appello per la riabilitazione di Ernesto Buonaiuti sul quale “Noi Siamo Chiesa” sta raccogliendo da mesi, e con successo, molte adesioni.