Altro che memoria, qui domina la smemoratezza di G.Sarubbi

Giovanni Sarubbi

http://www.ildialogo.org/ 27 Gennaio,2017

27 gennaio, giorno della memoria. Memoria della shoah, dello sterminio degli ebrei durante la II guerra mondiale. 27 gennaio 1945, 72 anni fa, giorno della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau da parte dell’esercito Sovietico.

Ma in quei campi non furono sterminati solo ebrei. Furono sterminati omosessuali, rom, Testimoni di Geova, malati, portatori di handicap, prigionieri politici antifascisti, soprattutto comunisti, singole persone religiose che si erano opposti al nazismo mettendosi anche contro le proprie chiese che in grande maggioranza avevano giurato fedeltà a Hitler. Si perché nazismo e fascismo godettero di un consenso popolare e dell’appoggio delle chiese cristiane, cattoliche e protestanti. Chi ricorda più la definizione di Mussolini come “uomo della provvidenza” fatta da Papa Pio XI ai tempi di Patti Lateranensi?

Spesso, forse lo sentiremo anche oggi, abbiamo sentito parlare di “silenzio di Dio” di fronte alla mostruosità dei campi di sterminio. Come ha scritto qualche anno fa il nostro amico Mario Mariotti, se potessimo interrogare Dio sul perché lui fosse stato in silenzio, egli «avrebbe risposto che a tacere non era stato Lui, che a non intervenire non era stato Lui». «A tacere, a non intervenire siamo stati noi uomini: sarebbe bastato, al primo comizio di Hitler, valutati i contenuti dei suoi enunciati, chiamare la guardia medica di qualche ospedale psichiatrico, far intervenire due infermieri in camice bianco, e la storia del mondo avrebbe potuto prendere una piega diversa. I tedeschi invece, e fra essi i cristiani, e fra essi i cattolici, si alzarono in piedi ad applaudire, e divennero le mani del progetto maligno….» del nazismo e del fascismo.

E anche oggi non è Dio che tace. Anche oggi noi dovremmo opporci decisamente contro quelle forze politiche e sociali che spacciano di nuovo la droga del razzismo e dell’odio antireligioso. E invece nulla. L’umanità ha la memoria corta, cortissima perché ripete sistematicamente gli orrori del passato. E oggi come nei primi 50 anni del secolo scorso il razzismo viene fatto passare come una legittima opinione e non come una mostruosità che viola la dignità di ogni essere umano.

Lo sterminio continua, come continua il razzismo su base religiosa. A farne le spese sono sempre la povera gente, i popoli deboli e marginali che vengono sacrificai sull’altare del profitto. Durante la seconda guerra mondale si chiamava antisemitismo, oggi si chiama islamofobia. Nei primi 50 anni del secolo scorso i nemici additati al pubblico ludibrio erano gli ebrei. In questo inizio di secolo sono i musulmani.

Ma non si arrivò ai campi di sterminio dal nulla. L’odio contro gli ebrei e la religione ebraica fu diffuso capillarmente basandosi sia su una lunga tradizione bimillenaria sostenuta da tutte le chiese cristiane, nessuna esclusa, sia su documenti falsi inventati di sana pianta proprio agli inizi del secolo scorso, come i cosiddetti “Protocolli dei savi di Sion”, inventati nella Russia zarista nel 1903 e diffusi capillarmente in tutto il mondo. In Italia furono tradotti da un ex prete cattolico, l’irpino Giovanni Gentile che è stato il più feroce razzista e antisemita del mondo, non a caso amico intimo di Hitler.

E ci furono cappellani militari cattolici e protestanti che seguirono gli eserciti nazisti e fascisti nelle loro guerre in Europa ed in Africa, con nazisti e fascisti a gareggiare nel fare le cose peggiori. Furono i fascisti ad inventare i campi di concentramento in Libia. Furono i fascisti ad usare i gas per sterminare le popolazioni della Libia, dell’Etiopia o della Somalia. I nazisti pianificarono e attuarono idee antiche nate nelle chiese cristiane fin dal quarto secolo dopo Cristo. Sono stati feroci antisemiti il Vescovo Ambrogio di Milano, o Papa Paolo IV Carafa, l’inventore del ghetto di Roma e della stella gialla che tutti gli ebrei dovevano portare, ma anche Martin Lutero, autore di un libro, “Degli ebrei e delle loro menzogne”, che definire feroce è dir poco. Lutero scriveva, fra l’altro, in un paragrafo intitolato “[Le misure da adottare]: «Io voglio dare il mio sincero consiglio. In primo luogo bisogna dare fuoco alle loro sinagoghe o scuole; e ciò che non vuole bruciare deve essere ricoperto di terra e sepolto, in modo che nessuno possa mai vederne un sasso o un resto. E questo lo si deve fare in onore di nostro Signore e della Cristianità, in modo che Dio veda che noi siamo cristiani e che non abbiamo tollerato né permesso – consapevolmente – queste palesi menzogne, maledizioni e ingiurie verso Suo figlio e i Suoi cristiani». E i nazisti eseguirono alla lettera ciò che Lutero scrisse nel suo libro distruggendo tutte le Sinagoghe del Reich il 10 novembre 1938. E i nazisti citarono Lutero per difendersi nel processo di Norimberga, ma avrebbero potuto citare anche numerosi concili, come quello di Oxford del 1222, che proibiva la costruzione di Sinagoghe.

E a proposito di memoria, questi fatti del passato vi ricordano qualcosa che sta avvenendo ai nostri giorni? Vi dicono niente la chiusura di moschee definite abusive a Roma, o le leggi anti-moschee approvate i Liguria, Lombardia, Veneto? E chi sostiene queste scelleratezze appartiene alla stessa area politica che generò nazismo e fascismo. E cosa si è fatto contro gli autori di tali evidenti misfatti? Nulla, sono anzi i beniamini delle TV. E non è forse a causa di una totale assenza di memoria che oggi l’Italia è classificata come il paese più razzista d’Europa?

Razzismo e odio portano alla guerra, la rinfocolano la dove già si combatte. E se poi viene eletto a capo della più potente nazione del mondo un personaggio che dice di ispirarsi ad Hitler o Mussolini, allora significa che la storia non ha proprio insegnato nulla. Altro che memoria, qui domina la smemoratezza.