Pasqua davvero diversa

 

Giancarla Codrignani – Bologna

Pasqua davvero diversa, con un Papa nuovo, che viene dalla fine del mondo e ricorre ad un linguaggio inusitato e a gesti impensabili fino a un mese fa.
Mah! Ci sono cose che non capisco; per esempio il generale, ingenuo entusiasmo per un Papa nuovo, che si chiama Francesco e dice cose belle e importanti, anche perché da tanto tempo non si sentivano dire. Tuttavia la fede non è mai facile, senza le opere. Papa Francesco, tra le cose ben rilevanti che ha scritto (scripta manent) e i gesti che accompagnano le parole, sembra essersi impegnato per il riconoscimento di quelli che i laici ritengono diritti: che il fine vita non significa accanimento terapeutico, che gli omosessuali sono sempre esistiti, che il maschilismo ha impedito la visibilità delle donne nella chiesa, che anche le altre religioni vanno capite, che il fondamentalismo va compreso nel suo limite…
Non posso non avere speranza, ma non ho nemmeno molto su cui fondarla. Le aperture fatte di parole e di gesti simbolici significano solo accoglimento del principio di tolleranza o vogliono dire che non ci saranno interferenze quando il Parlamento legifererà sul fine vita, che i fratelli omosessuali sono già accolti in chiesa, che i cattolici potranno condividere la santa cena dei protestanti, che con gli islamici non combatteremo lo stesso dio grande e onnipotente, che i lefevriani non godranno più di privilegi? Soprattutto per quel che riguarda le donne: non avrei mai immaginato che il Papa estendesse la lavanda dei piedi a una donna. Molto bello, davvero. Ma significa anche che ragioneremo di come pensare la declericalizzazione dei ministeri, la condivisione dei sacramenti, il “ruolo” imposto anche a Maria, senza riconoscimento del suo “genere”?
Insomma, che, davvero, con tutta la gradualità che potranno richiedere le misure riformiste, dopo cinquant’anni di cesura/censura del Vaticano II e duecento di ritardo sulla storia, come diceva il cardinal Martini, ci saranno fatti e non solo parole per assicurare che la Chiesa sul serio cammina con il mondo senza aver paura del futuro?