Non si può lasciare indietro un solo nome di donna di questa infinita strage

11 luglio 2013

Giancarla Codrignani

L’ultima, in ordine di tempo (precisazione d’obbligo visto il
drammatico susseguirsi degli eventi), si chiamava Rosi, aveva 25 anni
ed era madre di un bimbetto di due. Anni di denunce e scappare da casa
non sono bastati per salvarle la vita: l’ex compagno l’ha uccisa
davanti al loro bambino, rimasto a vegliarla fino all’ arrivo dei nonni.

Inutile riscrivere cifre note, svuotate di tutto, come spesso accade
ai numeri dei morti quando si susseguono in maniera vorticosa e
perdono le identità di visi e storie, la “forza” della notizia… una
donna uccisa ogni due giorni e mezzo, sessantotto da gennaio a oggi…

Tutto questo mentre il Parlamento si ferma per una giornata, per altre
priorità…

Tutto questo mentre l’Italia non ha più una ministra per le Pari
opportunità che dia attuazione a una Convenzione, quella di Istanbul,
approvata lo scorso mese di maggio…

Tutto questo mentre si legge ancora una volta di un “delitto
annunciato”, una formula che evidenzia l’impotenza di uno Stato
incapace di tutelare chi cerca di scappare dalla morte per mano
maschile, diventata prima causa di decesso per le donne…

Tutto questo mentre ci troviamo ancora qua, con la sensazione di
scrivere cose già scritte, ma sempre convinte che non si possa cedere
il passo, abbassare la guardia, lasciare indietro un solo nome di
donna di questa infinita strage…