Fao: «Produrre cibo usando meno acqua»

di Matteo Della Torre
da www.altreconomia.it

Il futuro dell’acqua è nell’agricoltura, bisogna produrre più cibo consumando meno quantità del prezioso liquido. È il messaggio lanciato dal palco del quinto World Water Forum in corso a Istanbul dal direttore generale della Fao Jacques Diouf. È necessario, ha detto, prestare più attenzione alla gestione delle risorse idriche in agricoltura e aumentare il sostegno ai contadini nei Paesi in via di sviluppo per affrontare i problemi della scarsità d’acqua e della fame. «I milioni di agricoltori che in tutto il mondo producono il cibo che noi mangiamo devono essere al centro di ogni processo di cambiamento. Hanno bisogno di essere incoraggiati e indirizzati a produrre di più con meno acqua. Ciò richiede investimenti e incentivi ben finalizzati, oltre a un contesto politico adeguato».

TREMILA LITRI – L’agricoltura assorbe il 70% del consumo mondiale di acqua potabile. Ma se bastano dai due ai tre litri di acqua al giorno per soddisfare il fabbisogno di liquidi di un individuo, ne occorrono 3mila per produrre l’equivalente del nostro fabbisogno quotidiano di cibo. Secondo Diouf il problema della fame crescente nel mondo, con quasi un miliardo di esseri umani (il 15% della popolazione mondiale) non in grado di procurarsi cibo a sufficienza, potrebbe peggiorare «se non vengono prese decisioni coraggiose e attuate misure concrete e urgenti». E qui entra in scena l’agricoltura, che deve «ridurre il divario tra offerta e domanda e prevenire gli choc futuri, aumentare la capacità di ripresa dei più vulnerabili e mitigare l’impatto ambientale. È solo investendo in un’agricoltura sostenibile basata su una buona gestione dell’acqua che potremo soddisfare i nostri bisogni di cibo e di energia, e allo stesso tempo salvaguardare le risorse naturali dalle quali dipende il nostro futuro». Domenica 22 marzo cade la Giornata mondiale dell’acqua, intitolata «Acque condivise, opportunità condivise»: un appuntamento simbolico importante come sottolineato dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. «È la nostra risorsa naturale più preziosa. Più che mai dobbiamo quindi lavorare insieme per farne un uso sensato. Il nostro futuro collettivo dipende dal modo in cui gestiamo questa risorsa preziosa e limitata».

ITALIA PER L’INDIA – A Istanbul l’Italia è presente con una delegazione della Farnesina guidata dal ministro plenipotenziario Giorgio Sfara che ha presentato un progetto per l’India dal nome difficile: «Vulnerability Reduction through Community Emporwerment and Control of Water». Il progetto è stato finanziato dalla Cooperazione italiana contro l’emergenza acqua ed eseguito dalla Jal Bhagirathi Foundation attraverso l’Undp: opera in 251 villaggi in un raggio di 125 chilometri nell’area di Jodhpur del Marwar nel deserto del Thar. Ad oggi ne beneficiano circa 25mila persone, ma una nuova fase consentirà di raddoppiare il numero degli individui raggiunti. Venerdì nella capitale turca ha preso il via anche il Forum alternativo sull’Acqua, organizzato dalle associazioni.

CONSUMO CRITICO – Infine, per chi vuole informarsi su ciò che sta dietro al mercato dell’acqua sarà presto disponibile la seconda edizione della «Piccola guida al consumo critico dell’acqua» di Luca Martinelli, edita da Terre di Mezzo. Il libro (3 euro) spiega perché l’acqua degli acquedotti è buona, sicura e comoda, ma è surclassata a colpi di spot dall’acqua in bottiglia, cara per le nostre tasche e poco sostenibile per l’ambiente. Scheda per scheda, l’analisi delle aziende imbottigliatrici che si spartiscono un mercato da oltre 3 miliardi di euro, mentre nelle casse pubbliche arrivano solo le briciole. L’Italia è anche tra i primi produttori al mondo di acque minerali, con 12,4 miliardi di litri imbottigliati nel 2007. Il mercato tuttavia è molto concentrato, ed è in mano a 4 grandi gruppi che controllano il 54% delle vendite. Da aprile 2009 in libreria, il testo può essere acquistato anche nelle botteghe del commercio equo e solidale e sul sito di Altreconomia.