ORA UNA LEGGE CONTRO L´OMOFOBIA

di Miriam Mafai
in “la Repubblica” del 25 agosto 2009

L´omofobia, l´irrisione l´ostilità il disprezzo nei confronti di coloro che hanno abitudini sessuali diverse da quelle della maggioranza, va assumendo nel nostro Paese forme sempre più aperte e aggressive. Vale la pena di citare soltanto gli ultimi due episodi di cronaca: a Roma sabato notte un ragazzo è stato aggredito e accoltellato solo perché sorpreso abbracciato al suo compagno nei pressi del Gay Village. È stato ricoverato, in gravi condizioni, in ospedale e il suo aggressore, soprannominato, non a caso, “svastichella” è, ancora per poco, speriamo, in libertà. Ieri a Rimini una coppia di omosessuali, uno dei quali attivista politico del centrodestra, è stato vittima di una aggressione e di insulti a sfondo sessuale.

Stiamo diventando, siamo già diventati, una città, una società che non tollera, che insulta il diverso? Una città, Roma e un Paese affetti da quella che si definisce omofobia? Il diverso, quello che noi cronisti definiamo “gay”, ma che nel linguaggio popolare viene indicato con termini assai meno eleganti, è ormai da tempo oggetto di dileggio, di insulto, e, spesso, di vera e propria aggressione. Il gay non dà nessun fastidio agli altri, ma ha la colpa di avere abitudini sessuali diverse da quelle della maggioranza. E noi ci avviamo a essere una società in cui non c´è posto, o c´è sempre meno posto, per i “diversi”, per coloro che abbiano una pelle, una cultura, una lingua, abitudini sessuali diverse da quelle della maggioranza.

Si pensi, per fare un esempio di queste settimane, alla simpatia (o addirittura alla solidarietà) che buona parte della nostra pubblica opinione dimostra nei confronti di un leader politico, il nostro presidente del Consiglio che, a detta della propria moglie, frequenta le minorenni e che, ridendo, confessa in pubblico, di fronte ad un´assemblea di imprenditori, di «non essere certo un santo». Il pubblico applaude, ride, acconsente. Siamo, dopotutto, all´interno della nostra cultura, dei nostri peccati, dei nostri vizi tradizionali. Che fanno parte della nostra identità nazionale.

Ma il ragazzo che a Roma viene incontrato, di notte, abbracciato al suo compagno, quello no, quello si colloca al di fuori delle nostre tradizioni che vogliono il maschio come un impenitente Don Giovanni, instancabile cacciatore di donne. Quel ragazzo, traditore delle nostre tradizioni e della nostra cultura, quel ragazzo va individuato, aggredito, accoltellato, messo comunque al bando della nostra cultura e della nostra civiltà. Non è l´unico caso di omofobia che si è manifestato a Roma, ma solo il più recente.

Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha duramente condannato l´aggressione chiedendo giustizia per il povero ragazzo in ospedale. Non ne metto in dubbio la sincerità. Ma vorrei che Alemanno si chiedesse, in tutta onestà, se questo, come altri episodi analoghi che si sono manifestati nella nostra, come in altre città, non siano il risvolto, in una certa misura persino prevedibile e inevitabile, della cultura e del modo di essere e di sentire della sua parte politica, di quell´impasto di “celodurismo” e razzismo esibito come una bandiera identitaria dalla Lega di Bossi e dal Pdl.

Ma una cultura che respinge il diverso, chi abbia una pelle, una religione, una storia, abitudini sessuali che non sono quelle della maggioranza, è inevitabilmente destinata nel mondo di oggi, e anche nel nostro Paese, a essere soccombente. Può piacerci o meno, ma noi facciamo parte di un mondo nel quale convivono, con maggiori o minori difficoltà, in modo più o meno ordinato e pacifico, culture identità e religioni diverse. Nessun Paese, e tanto meno il nostro per la sua posizione geografica e la sua storia, può pensarsi e immaginarsi al riparo da questa contaminazione. Che è inevitabile, ma va gestita con intelligenza, sensibilità e rispetto per gli altri.

Condannare le aggressioni, il clima xenofobo e omofobo che va percorrendo il Paese è solo un primo passo. Si tratta poi di prendere le misure atte a evitare il ripetersi di questi episodi e a punirli severamente nel caso si verificassero ancora. Per questo sarebbe necessario e urgente che anche il nostro Paese si dotasse, come hanno già fatto la maggioranza dei Paesi europei, di un´apposita legge contro l´omofobia. Una legge in questo senso era già stata presentata, lo scorso anno alla Camera, ma senza nessun esito, per le resistenze, o meglio il rifiuto della Lega e del Pdl. Se la sente il sindaco Alemanno di far cambiare posizione al suo partito, dopo i recenti episodi di violenza omofoba che si sono verificati nella nostra città?