Delitti d’onore in nome di Dio

di Maria Mantello
da www.micromega.net

Qualche anno fa a Sarezzo in Val Trompia, Hina Saleem, 21 anni, di origine pachistana, veniva assassinata dal padre, che lavava col sangue “il disonore” di una figlia che voleva vivere all’occidentale. L’aveva sgozzata con la complicità dei maschi di famiglia. Oggi la scena del barbaro delitto d’onore si ripete. Un altro padre, Ei Katawi Dafani, marocchino, è incriminato per l’omicidio della figlia, Sanaa, 18 anni, colpevole di aver raggiunto la sua maggiore età e di volere vivere la sua vita fuori dalla tutela del padre-padrone. Sanaa è morta in un boschetto in provincia di Pordenone, a Grizzo di Montereale Valceffina. Viaggiava in auto con il fidanzato. Erano diretti al lavoro in un ristorante, dove lei era impiegata come cameriera e lui era uno dei soci. Quando hanno visto l’uomo sul ciglio della strada, i due ragazzi si sono fermati. Dafani, armato di un grosso coltello si avventa sulla figlia e ferisce il fidanzato che la protegge. Sanaa cerca di fuggire in un boschetto sulla strada, ma il padre la raggiunge e la sgozza.

Le storie di Hina e Sanaa sono rimbalzate sulle pagine di cronaca, ma di tante altre storie non sapremo mai. Per paura. Per vergogna. Per omertà. Storie di violenze sulle donne. Donne musulmane. Donne immigrate, sottomesse a maschi padroni, che giustificano il loro potere in nome di dio. E non tollerano che le “loro” donne (mogli, sorelle, figlie), contagiate dal peccaminoso spirito di libertà si emancipino. E per questo le tengono segregate. Le picchiano. Le sfigurano con l’acido. A volte con la complicità delle altre donne della famiglia-clan.

Anche da noi esisteva “il delitto d’onore” è stato soppresso nel 1981, e solo dal 1996, la violenza sessuale contro le donne è diventata crimine contro la persona. Prima di questa data era reato contro la pubblica morale, quasi che il corpo delle donne, le parti intime delle donne, fossero appannaggio del controllo sociale. Controllo maschio. Controllo patriarcale. Una concezione sedimentata e che è alla base di tante violenze contro le donne, anche nel nostro civile occidente, nella nostra Italia, dove ogni due giorni muore una donna: non per malattia, non per incidente, ma a seguito della bruta violenza di un uomo, che agisce per lo più al riparo del focolare domestico, divenuto rogo per le nuove “streghe” della libertà, più istruite, più libere, che magari vogliono rompere una relazione, andarsene di casa, che insomma non sono gli angeli muti di una arcaica tradizione che per “vocazione” le vorrebbe servizievoli: a letto, in cucina, nelle faccende domestiche…

Ma se gli uomini occidentali, che brutalizzano le donne, sanno bene di commettere un reato. Il padre di Sanaa no. Per lui è ancora sacro tribale delitto d’onore.