FONDO PER L’AMBIENTE A PARROCCHIE E… PARROCCHIANI

di Eleonora Gitto
da Cronache laiche, 4 agosto 2010

Nel 2007 fu cancellata la norma, allora ritenuta “vergognosa”, che permetteva ai deputati di accedere indisturbati a un fondo apposito che era utilizzato per distribuire finanziamenti a pioggia nei propri collegi elettorali. La norma (la legge 311 del 2004), tristemente nota con il nome di “legge mancia”, è uscita dalla porta e rientrata dalla finestra nel 2008. Infatti, la legge numero 133, con la quale si è istituito il “Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio”, è servita a mascherare con un nome altisonante la medesima operazione.

Con il decreto del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti del 25 febbraio 2010 sono stati individuati gli enti destinatari di tali contributi statali. Vale la pena di sottolineare che nel decreto c’è un “Considerato” che “per quanto concerne le modalità di attribuzione dei finanziamenti […]“ rimanda “a quelle individuate a suo tempo, per interventi similari, con decreto ministeriale 18 marzo 2005 […] con riferimento ai contributi statali recati dall’art. 1, commi 28 e 29, della legge n. 311 del 2004 …”. In poche parole, la “legge mancia”, nella forma è stata abrogata, ma nella sostanza è rimasta.

Scorrendo l’elenco dei beneficiari (difficile da trovare anche su internet), a sorpresa, scopriamo che con la tutela ambientale e lo sviluppo del territorio, le risorse del fondo, così magnanimamente elargite, hanno veramente poco a vedere.

Sono 541 gli interventi finanziati e approvati dalla Commissione bilancio di Montecitorio (per un totale di 51 milioni 575 mila euro). Sovvenzioni a piccoli Comuni, società sportive e cospicui oboli a deputati, che in pieno regime di conflitto d’interessi hanno dato denaro a se stessi in quanto sindaci o presidenti di provincia. Dulcis in fundo, il fondo elargisce soldi a piene mani a parrocchie, tante parrocchie: 130 mila euro a quella di San Sebastiano martire, nel Comune di San Sebastiano al Vesuvio; 100 mila a quella di Maria Santissima Annunziata di Naro, in provincia di Agrigento; 80 mila a quella di San Nicola a Lizzano (Taranto); 50 mila alla parrocchia Stella Maris di Porto Cervo, in Sardegna. Ci sono anche 100 mila euro per la ristrutturazione degli spogliatoi e il rifacimento del manto di erba (sintetica) del campo sportivo della parrocchia Nostra Signora di Fatima di Talsano, nel tarantino; poi c’è il restauro della parrocchia Madonna delle Grazie di Messina e tanto altro ancora. Certo, nell’elenco troviamo anche due milioni di euro destinati alla riqualificazione di Piazza d’Armi a L’Aquila (il luogo che ha ospitato le tende dei terremotati), ma in quel calderone, cotanta “generosità” ha il sapore della misera consolazione.

Così, mentre per rimpinguare le casse del Vaticano che piangono al punto che per vedere il Papa oggi si paga il biglietto ; mentre nel mese di luglio alla Camera si accingevano a rivisitare gli stipendi dei parlamentari, e si affannavano tutti a prendere la “grave” decisione se il taglio previsto del 10% doveva essere applicato solo all’indennità parlamentare, oppure all’intera busta paga (500 euro o 2.000); nel mentre tutti, parrocchie e… parrocchiani (in prima fila i deputati leghisti del Veneto), in modo trasversale, avevano già deciso dove e quanto attingere predisponendo la distribuzione degli oboli.

Così è se vi pare, scriveva Pirandello. I lavoratori continuano a perdere il posto, le famiglie sono sempre più indigenti, la ricostruzione a L’Aquila è in panne, la sanità è in ginocchio, il territorio frana, i dissesti imperversano, le infrastrutture sono in declino e l’ambiente è al collasso. Ma i Fondi a esso dedicati, frammentati in mille rivoli, devono essere distratti e finalizzati a ben altro: assicurarsi il voto degli aderenti alle società sportive, compiacere qualche associazione territoriale e, con la benedizione del parroco di turno, magari riuscire a comprarsi un posto in Paradiso.

Curiosità: Ecco in nomi dei deputati che si sono “gratificati” con il “Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio”:

Maria Teresa Armosino, deputata Pdl presidente della Provincia di Asti: 650.000 euro
Roberto Simonetti, deputato Lega presidente della Provincia di Biella: 100.000 euro
Daniele Molgora, deputato Lega presidente della Provincia di Brescia: 100.000 euro
Antonello Iannarilli, deputato Pdl presidente della provincia di Frosinone: 100.000 euro
Adriano Paroli, deputato Pdl sindaco di Brescia 450.000 euro
Giulio Marini, deputato Pdl sindaco di Viterbo 50.000 euro
Remigio Ceroni, deputato PdL sindaco di Rapagnano 200.000 euro
Michele Pisacane, deputato Udc sindaco di Agerola 300.000 euro
Giovanna Negro, deputata Lega sindaco di Arcole 60.000 euro
Claudio D’Amico, deputata Lega sindaco di Cassina de’ Pecchi 110.000 euro
Luciano Dussin, deputato Lega sindaco di Castelfranco Veneto 100.000 euro
Raffaele Stancanelli, senatore PdL sindaco di Catania 250.000 euro
Adriana Poli Bortone, senatrice Udc vicesindaco di Lecce 150.000 euro
Nicolò Cristaldi, deputato sindaco di Mazara del Vallo 100.000 euro
Riccardo De Corato, deputato PdL vicesindaco di Milano 300.000 euro
Gianluca Forcolin, deputato Lega sindaco di Musile sul Piave 100.000 euro
Alessandro Montagnoli, deputato Lega sindaco di Oppeano 24.000 euro
Pierguido Vanalli, deputato Lega sindaco di Pontida 100.000 euro
Maurizio Leo, deputato Pdl Ass. Bilancio di Roma 500.000 euro
Sesa Amici, deputata PdL sorella del sindaco di Roccagorga 128.000 euro
Osvaldo Napoli, deputato PdL sindaco di Valgioie 90.000 euro
Gianluca Buonanno, deputato Lega sindaco di Varallo Sesia 100.000 euro

Per dovere d’informazione va aggiunto che Italia dei Valori ha votato contro. Antonio Borghesi (IdV), in sede di approvazione del riparto, ha fatto presente che “il gruppo dell’Italia dei Valori è contrario alla distribuzione di denaro a pioggia e rileva che con la somma di cinquanta milioni impegnata dalla Commissione si sarebbe potuto realizzare un intervento maggiormente significativo”.