“Italia razzista”. La denuncia di Human Rights Watch

Andrea G. Cammarata
www.micromega.net

Un documento fondamentale di Human Rights Watch, 81 pagine per raccontare l’Italia razzista di Berlusconi e della Lega Nord. Un anno di lavoro, condotto fra il 2009 e il 2010 dalla ONG americana, che condanna fortemente la gestione della politica razziale da parte del Governo. Un documento duro e difficilmente controvertibile, che pone l’immagine del nostro Paese all’estero sempre più in basso, sotto tutti i fronti.

Oltre le 29 interviste a persone di diverse origini, vittime di soprusi, il documento volge ad una lucida analisi sui risultati inquietanti in tema di lotta al razzismo, ottenuti dalla discesa in campo del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dalla nascita della Lega Nord, il partito xenofobo. Grande attenzione anche ai fatti di Rosarno, al “Pacchetto Sicurezza” che ha reso “reato” l’immigrazione clandestina. L’aspetto mediatico: il monopolio di Silvio Berlusconi con Rai e Mediaset, che permette, soprattutto vicino alle elezioni, di calcare la mano sulla “sicurezza” generando una paura – fottuta – del diverso. E c’è una certa delusione da parte della organizzazione non governativa nel riportare l’ostracismo subito dalle autorità italiane durante questa indagine: “Le nostre ripetute richieste di acquisire le statistiche del Ministero dell’Interno non hanno ricevuto alcuna risposta. La nostra richiesta di incontro con il Comandante della Polizia Municipale di Roma è stato negata, e la nostra richiesta di incontro alla Polizia Municipale di Milano non ha ricevuto alcuna risposta.”

Alcune fra le raccomandazioni di HRW per il governo italiano:

– Condannare fino al più alto livello, e con coerenza, continuità e forza, la violenza razzista e xenofoba.

– Riformare il Codice penale con l’integrazione nell’ articolo 61 della circostanza aggravante della motivazione dell’odio discriminatorio

– Rendere obbligatoria la formazione del personale delle forze dell’ordine per individuare, investigare e rispondere ai crimini motivati, in tutto o in parte, da pregiudizi razziali, etnici, o xenofobi.

– Rendere obbligatoria la formazione per i pubblici ministeri, sulla pertinente legislazione nazionale, in particolare sulla circostanza aggravante della motivazione razziale.

– Rafforzare l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR) per assicurarne la capacità di estendere a livello nazionale la propria visibilità e lavoro, in particolare quello sulla violenza razzista e xenofoba.

Alcuni passi del documento:

– ”Da uno studio condotto dall’Università della Sapienza di Roma è emerso che in tutta la prima metà del 2008 solo 26 su 5.684 notizie date dalla televisione sugli immigrati non si sono riferite a questioni di criminalità o alla sicurezza – un dato statistico che Navi Pillay, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, durante la sua visita all’Italia del marzo 2010 ha definito “sbalorditivo.” La televisione è la principale fonte di notizie per l’80 per cento della popolazione italiana.”

– Silvio Berlusconi: “una riduzione degli extracomunitari in Italia significa meno forze che vanno a ingrossare le schiere dei criminali.”

– ”Il Presidente del consiglio di ministri Berlusconi notoriamente ha affermato nel 2009 che l’Italia non deve diventare un paese multietnico.”

– “Berlusconi arriva sullo scenario nel 1994 e trasforma la questione dell’immigrazione in una materia elettorale…E si inizia a enfatizzare i delitti compiuti da immigrati” ( Jean Leonard Touadi, primo deputato nero del parlamento italiano)

– ”La sinistra politica in Italia, che ha subito perdite significative nelle elezioni del 2008, non è stata in grado o non ha voluto contrastare efficacemente questa tendenza, e in alcuni casi esponenti politici di sinistra hanno abbracciato il paradigma della sicurezza, nel tentativo di riconquistare il sostegno popolare.”

– “Il Parlamento ha adottato la legge 94/2009, nota come ‘Pacchetto sicurezza,’ nel luglio 2009. Se prima i migranti sono stati dipinti regolarmente come autori di reati, il Codice penale è stato riformato per rendere un crimine il mero essere un immigrato irregolare; ora l’entrata nel Paese senza documenti e il soggiorno senza permesso sono reati punibili in Italia con una multa fino a € 10.000.”

– “Migranti privi di documenti potevano essere soggetti a pene detentive fino a un terzo più lunghe rispetto ai cittadini e ai residenti legali condannati per lo stesso reato. La Corte Costituzionale ha dichiarato nel luglio 2010 che tale disposizione violava il principio costituzionale di uguaglianza davanti alla legge, portando alla sua immediata cancellazione.”

– “Nel maggio del 2009, il Governo italiano ha iniziato unilateralmente a intercettare barconi in alto mare e a restituirli sommariamente alla Libia, senza alcuna scrematura per identificare i rifugiati, i malati o i feriti, le donne incinte, i bambini non accompagnati, le vittime di tratta, o le altre persone che necessitano di assistenza, in violazione del diritto internazionale dei diritti umani e dei rifugiati.”

– “Il Ministero dell’Interno non pubblica i dati sui crimini motivati dall’odio discriminatorio, anche se ha una politica di mettere a disposizione statistiche su richiesta.”

– “Il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Silvio Berlusconi possiede la più grande azienda televisiva privata, Mediaset, e come primo ministro, esercita una considerevole influenza editoriale sui tre canali della televisione pubblica RAI. L’Italia è stato l’unico paese “occidentale”, oltre alla Turchia, a essere classificata da Freedom House come ‘parzialmente libero’ nell’indice della libertà di stampa del 2010, e nel rapporto sulla libertà di stampa di Reporters sans frontières (Corrispondenti senza frontiere) del 2010, quella dell’Italia è stata classificata tra le peggiori situazioni nell’Unione europea, in gran parte a causa delle preoccupazioni per la concentrazione della proprietà dei media e l’interferenza degli esponenti politici sui media. Osservatori dei media e politologi sostengono che questo monopolio influenza la natura e la quantità di copertura mediatica dedicata alla criminalità e il suo collegamento all’immigrazione, in particolare nei periodi di campagne elettorali.”

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