Democrazia e capitalismo: torna il dibattito?

Beppe Pavan
Comunità cristiana di base di Pinerolo

Non ho potuto ascoltare Vendola a Che tempo che fa domenica scorsa, ma ci ha pensato La Stampa di questa mattina (22 novembre) a ragguagliarmi : l’antiberlusconismo aveva messo la sordina al confronto tra liberisti e anticapitalisti; l’intervento di Vendola l’ha riportato alla ribalta: “Torna il confronto ideologico”, titola il quotidiano. E mi sembra di sentire, da una parte, un rumoroso sospiro di sollievo, mentre dall’altra vedo un gran sollevarsi di sopracciglia… eppure la crisi finanziaria in atto mi sembra che renda più riflessivi e silenziosi certi giornalisti e politici che gridavano facilmente “comunisti!” a chi osava criticare, sia pur garbatamente, il sistema. Insomma, mi sembra che il capitalismo sia tornato oggetto di riflessione e confronto… e questa è senz’altro una buona notizia.

1. Di fronte al nuovo governo la prima cosa che mi è venuta da dire è che io sono lontano – idealmente, molto meno materialmente – dal capitalismo che rappresenta e incarna e che cercherà di gestire al suo meglio; ma desidero, e vorrei che fosse finalmente possibile nei fatti, che questa differenza, che non è soltanto mia, trovi molti luoghi adatti ad essere nominata e ascoltata.

2. Scrivono a Monti le donne di un gruppo di associazioni femministe (email del 17.11 dall’UDI di Napoli) “La condizione imposta alle donne in Italia ha certamente dei contorni atavici, definiti, ma sui modi di superarla, e finalmente riscattare il Paese dal!’essere governato dalle logiche più maschiliste d’Europa, tra il nostro movimento e le donne Istituzionali vi sono grandi differenze. Queste circostanze da una parte coniugano la maggior gravità della crisi Italiana col più alto tasso di maschilismo, e dall’altra l’impossibilità o la non volontà delle poche donne in Parlamento con l’inerzia mostrata dal Governo. Siamo convinte che nel momento in cui i partiti più maschilisti d’Europa sono posti di fronte all’esizialità del loro modo di governare e sono costretti a ritrarsi dalle loro abituali arroganze, Lei ha l’occasione di tener conto, nel progettare le sue azioni di governo, di quel serbatoio di energie e di proposte che è il femminismo: soprattutto per quanto riguarda !a lettura della realtà“. Le differenze in campo – tutte, non solo questa tra donne – sono tra loro in conflitto, non può essere altrimenti. Io sono per gestirlo al meglio, questo conflitto, con il confronto reciprocamente rispettoso – non conosco altre strade più efficaci. Il governo dirà la sua; a noi tocca dire la nostra, senza timori…

3. Cominciamo dal “mercato”: sembra un ente astratto e sovranamente inaccessibile… in realtà è il “despota”, che si incarna in pochi gruppi e poche persone, il famoso 1%, che più che far mercato, cioè compra-vendita, speculano, ricattano, obbligano, affamano… E’ il potere prepotente e violento, che attacca con la finanza e con le armi, con i manganelli e lo spray urticante… Nessun mercato, di quelli a noi accessibili, cittadino rionale settimanale, ha quelle caratteristiche. Perché non cerchiamo un termine più appropriato per nominarlo, dando conto delle sue esiziali caratteristiche?

4. Che senso ha, in questo scenario, parlare ancora di “anti-” (capitalismo, comunisrno, sistema…)? non è più conveniente adottare un linguaggio “per”? ad esempio: per una società a misura di tutti e tutte, includente e rispettosa… Su questo sogno-obiettivo possiamo e dobbiamo valutare programmi e scelte di chi governa e amministra, compresa la coerenza o meno delle gerarchie di tutte le chiese, quella cattolica in primis, con l’unica legge universale, di stampo evangelico, che è quella dell’amore. A partire ciascuno e ciascuna da sé, nominando ed estirpando privilegi, egoismi, pregiudizi, stereotipi, complessi di superiorità e di inferiorità… per la convivialità di tutte le differenze.

5. Finisco regalandovi una frase di Luisa Muraro: “Eliminando la verticalità della relazione con la madre… restano solo i soldi“. Non vi sembra chiaro il passaggio?… Anch’io ci sto ancora pensando… ma, se partiamo dai soldi, concetto che ci è certamente familiare, arriviamo a capire che la frase (Luisa) ci invita a considerare la relazione con la madre simbolica come il portale su una dimensione in cui i soldi vengono messi al loro posto e considerati per il loro vero valore. E nulla più. Perché la gran parte del genere maschile non prende mai sul serio le idee e le proposte delle donne del femminismo? Eppure il mondo avrebbe tutto da guadagnarci. Ignorare i frutti dell’intelligenza femminile, promuovendo solo le donne ben omologate, come le tre nuove ministre, “esperte ai massimi livelli” come i loro colleghi maschi, nell’ambito di competenze professionali ben delineate nel capitalismo dominante… questo intendo. Agli incontri promossi dalle donne de! Femminismo gli uomini si contano, quando va bene, sulle dita delle mani… E quelle riflessioni e proposte cadono regolarmente nell’indifferenza. Ignorare quelle idee, quella intelligenza, è “accadem(enz)ia”, per dirla con Mary Daly (Quintessenza, ed Venexia).