Letture bibliche al femminile

a cura di Catti Cifatte – Genova

GENESI 1

La creazione

1 Nel principio Dio creò i cieli e la terra.

2 La terra era informe e vuota, le tenebre coprivano la faccia dell’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque. 3 Dio disse: «Sia luce!» E luce fu. 4 Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce «giorno» e le tenebre «notte». Fu sera, poi fu mattina: primo giorno.

6 Poi Dio disse: «Vi sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque». 7 Dio fece la distesa e separò le acque che erano sotto la distesa dalle acque che erano sopra la distesa. E così fu. 8 Dio chiamò la distesa «cielo». Fu sera, poi fu mattina: secondo giorno.

9 Poi Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo siano raccolte in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così fu. 10 Dio chiamò l’asciutto «terra», e chiamò la raccolta delle acque «mari». Dio vide che questo era buono. 11 Poi Dio disse: «Produca la terra della vegetazione, delle erbe che facciano seme e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra». E così fu. 12 La terra produsse della vegetazione, delle erbe che facevano seme secondo la loro specie e degli alberi che portavano del frutto avente in sé la propria semenza, secondo la loro specie. Dio vide che questo era buono. 13 Fu sera, poi fu mattina: terzo giorno.

14 Poi Dio disse: «Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni; 15 facciano luce nella distesa dei cieli per illuminare la terra». E così fu. 16 Dio fece le due grandi luci: la luce maggiore per presiedere al giorno e la luce minore per presiedere alla notte; e fece pure le stelle. 17 Dio le mise nella distesa dei cieli per illuminare la terra, 18 per presiedere al giorno e alla notte e separare la luce dalle tenebre. Dio vide che questo era buono. 19 Fu sera, poi fu mattina: quarto giorno.

20 Poi Dio disse: «Producano le acque in abbondanza esseri viventi, e volino degli uccelli sopra la terra per l’ampia distesa del cielo». 21 Dio creò i grandi animali acquatici e tutti gli esseri viventi che si muovono, e che le acque produssero in abbondanza secondo la loro specie, e ogni volatile secondo la sua specie. Dio vide che questo era buono. 22 Dio li benedisse dicendo: «Crescete, moltiplicatevi e riempite le acque dei mari, e si moltiplichino gli uccelli sulla terra». 23 Fu sera, poi fu mattina: quinto giorno.

24 Poi Dio disse: «Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici della terra, secondo la loro specie». E così fu. 25 Dio fece gli animali selvatici della terra secondo le loro specie, il bestiame secondo le sue specie e tutti i rettili della terra secondo le loro specie. Dio vide che questo era buono.

Creazione dell’uomo e della donna

26 Poi Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbiano dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». 27 Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. 28 Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». 29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. 30 A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. 31 Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno.

GENESI 2

1 Così furono compiuti i cieli e la terra e tutto l’esercito loro. 2 Il settimo giorno, Dio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno da tutta l’opera che aveva fatta. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso Dio si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta.

4 Queste sono le origini dei cieli e della terra quando furono creati. Nel giorno che Dio il SIGNORE fece la terra e i cieli, 5 non c’era ancora sulla terra alcun arbusto della campagna. Nessuna erba della campagna era ancora spuntata, perché Dio il SIGNORE non aveva fatto piovere sulla terra, e non c’era alcun uomo per coltivare il suolo; 6 ma un vapore saliva dalla terra e bagnava tutta la superficie del suolo.
7 Dio il SIGNORE formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente.

8 Dio il SIGNORE piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi pose l’uomo che aveva formato. 9 Dio il SIGNORE fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi piacevoli a vedersi e buoni per nutrirsi, tra i quali l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male. 10 Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino, e di là si divideva in quattro bracci. 11 Il nome del primo è Pison, ed è quello che circonda tutto il paese di Avila, dove c’è l’oro; 12 e l’oro di quel paese è puro; qui si trovano pure il bdellio e l’ònice. 13 Il nome del secondo fiume è Ghion, ed è quello che circonda tutto il paese di Cus. 14 Il nome del terzo fiume è Chiddechel, ed è quello che scorre a Oriente dell’Assiria. Il quarto fiume è l’Eufrate. 15 Dio il SIGNORE prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo lavorasse e lo custodisse. 16 Dio il SIGNORE ordinò all’uomo: «Mangia pure da ogni albero del giardino, 17 ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai».

18 Poi Dio il SIGNORE disse: «Non è bene che l’uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui». 19 Dio il SIGNORE, avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli del cielo, li condusse all’uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l’uomo gli avrebbe dato. 20 L’uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l’uomo non si trovò un aiuto che fosse adatto a lui. 21 Allora Dio il SIGNORE fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; prese una delle costole di lui, e richiuse la carne al posto d’essa. 22 Dio il SIGNORE, con la costola che aveva tolta all’uomo, formò una donna e la condusse all’uomo. 23 L’uomo disse: «Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo». 24 Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una stessa carne. 25 L’uomo e sua moglie erano entrambi nudi e non ne avevano vergogna.

COMMENTO

Come abbiamo visto la Bibbia risulta da una sommatoria di racconti, storie e detti che vengono trascritti nell’ambito di diverse tradizioni (sacerdotale, yavista, eloista e deuteronomica). I primi due capitoli del Genesi, primo libro non già in ordine di redazione ma secondo un ordine didascalico, descrivono la Creazione del mondo, dell’uomo e della donna.

In questi primi due capitoli la descrizione della creazione si differenzia a seconda della provenienza: nel primo capitolo gli studiosi riconoscono prevalente la tradizione sacerdotale, nel secondo capitolo si riconosce prevalente la tradizione yavista.

In cosa consiste, in estrema sintesi, la differenza tra le due versioni della creazione:

in Genesi 1

  • la Tradizione sacerdotale dà valore alla legge, al sabato, è il riferimento disciplinare in difesa del ruolo dei sacerdoti e in contrapposizione alla tradizione babilonese. In questo senso Genesi 1 sembra scritto apposta per disciplinare il sabato, cioè il giorno dedicato al risposo e a Dio. In Genesi 1 il rapporto tra Dio e il creato è un rapporto subordinato, nel quale Dio agisce con la parola di comando (e Dio disse:) e il creato lo corrisponde; nei confronti dell’uomo (inteso come rappresentante dei due generi “maschio e femmina”) , il redattore di Genesi 1 afferma che essi sono creati ad immagine di Dio, pertanto sono considerati dominatori del resto della creazione.

In Genesi 2

  • la Tradizione yavista ha carattere narrativo, qualitativamente mirata alla narrazione didascalica e alla memorizzazione del racconto e ai contenuti psicologici, qui Dio elabora con le mani le sue creature e dopo aver tratto Adamo dalla terra gli soffia nelle narici e poi, perché egli non sia solo, trae dalla sua costola la donna che viene quindi considerata complementare rispetto all’uomo. Adamo ed Eva nel giardino dell’Eden sono nudi e non percepiscono la nudità come vergogna.

CONSIDERAZIONI CRITICHE

Il tema della creazione è talmente importante nella storia dell’umanità da aver ispirato una vera e propria teologia della creazione ed è stato per moltissimi secoli ed è tutt’ora il punto di partenza di ogni riflessione teologica sulle relazioni tra l’umanità il creato e Dio.

Occorre evidenziare che la costruzione teologica degli eventi creativi è stata successiva alla sperimentazione da parte degli uomini e donne della relazione con il divino, questa relazione si è avverata con l’ESODO, cioè con un processo di liberazione: teologia della liberazione e teologia della creazione sono dunque strettamente legate fra loro.

In un certo senso quindi, cosa che è sicuramente avvenuta nella storia del popolo di Israele, al di là della redazione dei libri, prima il popolo ha sperimentato la liberazione e l’alleanza con Dio, poi ha costruito la creazione come modello di riferimento sia della divinità sia della relazione con il divino; la creazione come narrazione del mondo dalle origini fino al momento della vita del suo popolo di Dio.

Se ci pensiamo bene, anche per noi oggi, non possiamo comprende il divino e la creazione se non provando ad essere liberate/i  (vediamo in cosa consiste essere liberate/i da che cosa? da chi?…) e solo in questo modo si può dare una dimensione e classificazione della relazione con il divino, comprendere anche la relazione con il mondo creato, i rapporti tra i generi, che diventano fondamentali per il disegno della creazione stessa.

Con la teologa Doroty Sölle, che ha scritto il bellissimo libro: “Per lavorare e amare – una teologia della creazione”, voglio evidenziare qui sinteticamente alcuni elementi chiave di comprensione della creazione attraverso questi 7 spunti:

  • Solo se partecipiamo alla creazione, noi possiamo riconoscerla, averne cura, lodarla.

  • Se lodare la bontà della creazione è un modo di essere vivi, noi siamo dei morti la maggior parte del nostro tempo.

  • Scegliere la vita di fronte alla morte significa partecipare alla creazione mediante l’amore e il lavoro

  • Riflettere oggi sulla creazione significa anche parlare di quelli che intenzionalmente o no cospirano per distruggerla.

  • Quando ho capito che i capi militari e politici stanno dandosi da fare sul serio per attuare una soluzione finale: la distruzione della creazione, ho preso coscienza, come prima non avevo mai fatto, di quanto fosse profondo il mio amore per la creazione e per tutto ciò che Dio ha fatto.

  • Oggi io sento il bisogno di fondare la speranza nella vita nuova su una nuova comprensione della creazione. (…) Credere nella creazione è una possibilità di condividere la terra.

DALLA PARTE DEGLI OPPRESSI/E

Come abbiamo detto la creazione è stata scritta dopo l’esperienza dell’Esodo di liberazione, ma ci sono oggi molti popoli, persone che ancora subiscono oppressione, pertanto essi/esse stanno aspettando un momento di liberazione, attraverso il quale possono avere relazione con il divino: quindi possiamo dire che, in un certo senso la creazione non è ancora completata, fin tanto che ci saranno situazioni di oppressione, ovvero delle necessità di liberazione.

Il divino che gli e le oppresse cercano o aspettano è però un divino fatto ad immagine degli uomini e delle donne, in questo senso comprensibile, tangibile, che usa sia la parola che i fatti: quindi un divino che non è estraneo all’umanità, un divino che passa attraverso il creato (terre, mari , universo, cieli, stelle, vegetali, animali, particelle, atomi…) forse non proprio corrispondente al divino che la tradizione ebraica e cristiana ci hanno tramandato… e che noi cerchiamo di riscoprire oggi, con gli strumenti che oggi abbiamo a disposizione compresa la scienza moderna.

Un divino che non è separato da noi, non è trascendente nel senso di distaccato, superiore, gerarchicamente sopra-ordinato, distinto dal mondo e dall’umanità: “Quando io cerco di esprimere la mia fede nella creazione a partire dalla teologia della liberazione, sorge la domanda: quali elementi della fede nella creazione e della dottrina della creazione sono liberatori e quali sono oppressivi?”

Vediamo che spesso la teologia occidentale ha sottolineato la separatezza di Dio dalla creazione allo scopo di sostenere l’assoluta trascendenza di Dio, ma un Dio trascendente è un Dio senza relazione, è un Dio solitario.

Infatti, come mai esisterebbe il creato, se non per integrare la presenza dell’umanità e del divino?

L’uomo e la donna, fatti ad immagine di Dio, entrano in relazione tra di loro e con il creato, non già per sottometterlo, bensì per superare la propria solitudine, per arrivare a comprendere la terra anche dal punto di vista scientifico.

Insomma, per noi il divino esiste nella misura in cui esso è all’interno del mondo creato e non è un semplice signore e padrone al di sopra di esso; ed anche noi umani non siamo diversi o distaccati dai nostri compagni di vita animali e vegetali e questo significa rispetto per essi e per noi: in poche parola sorellanza e fratellanza e spirito di umiltà di fronte alla creazione!

Bibliografia:

Doroty Sölle, “Per lavorare e amare”, Claudiana

Fiorenza Tarricone, “Maschio e femmina li creò”, Gabrielli editorre

AAVV, “Riletture bibliche al femminile”, Claudiana

AAVV, “La Bibbia delle donne”, vol. I° Claudiana