Il libro di Rut

Adriana Valerio – Napoli

Nel gruppo ho accennato al libro di Rut, ripreso poi in assemblea. Ebbene alcune studiose ritengono che il libro di Rut sia stato scritto da donne anche perché è un testo che chiaramente difende il diritto delle donne.

A me sta a cuore sottolineare come in questo libro Dio sia nascosto: come nel libro ebraico di Giuditta e nel Cantico dei Cantici.

Riflettiamo come nel testo sacro sia contemplata l’assenza di Dio o il suo nascondimento. In particolare in Rut, Dio è nascosto dentro l’immanente e concreta storia quotidiana.

Egli/Ella agisce attraverso gli atti d’amore delle persone; attraverso le loro speranze (Noemi e Rut) e gli atti di benevolenza e di giustizia (Booz); attraverso, come in questo caso, la rete di solidarietà che le donne sono riuscite a creare oltre le consuetudini sociali e i doveri legali, superando le identità statiche di appartenenza (di razza e di religione).

Non ci sono apparizioni, miracoli e atti di culto, ma nel racconto di Rut emergono l’iniziativa umana che guida la storia, i gesti di amore che promuovono la vita dell’altro, la responsabilità di vivere secondo giustizia e misericordia.

Da una condizione di vulnerabilità Rut passa alla costruzione di una vita costruita sui principi della cura e della solidarietà ed ella perviene al Dio d’Israele non attraverso indottrinamento, ma solo grazie all’amore e viene a conoscenza di un Dio, non più lontano, ma amico, compagno di viaggio e Sapienza di vita.