La Chiesa ama la forca

Comunicato di Arcilesbica sulle recenti posizioni della chiesa in materia di omosessualità

di Cristina Gramolini – Segretaria Nazionale

Il Vaticano chiede all’ONU di lasciare che continuino le torture e le condanne a morte che molti paesi infliggono alle persone omosessuali.

Mons. Celestino Migliore, osservatore del Vaticano all’ONU, si e’ dichiarato contrario alla depenalizzazione universale dell’omosessualita’ perche’ questo secondo lui discriminerebbe gli stati che non riconoscono le unioni tra persone dello stesso sesso.

Depenalizzare vuol dire abolire il reato di omosessualita’, non vuol dire riconoscere i matrimoni. Ma anche abolire le condanne e le pene, dal carcere all’esecuzione, per la Chiesa e’ sbagliato.

Ora tutti possono capire quale sia la priorita’ pastorale del Vaticano: la spregevole volonta’ di perseguitare donne e uomini disobbedienti alla sua dottrina.

La Risoluzione del Parlamento Europeo del 18 gennaio 2006 ha dichiarato che l’omofobia e’ un pregiudizio simile all’antisemitismo.

Nessuna liberta’ di opinione puo’ essere invocata per l’incitamento all’odio.

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Il vaticano vuole la pena di morte per gay e lesbiche
di Ufficio stampa Arcigay

Il Vaticano ha davvero superato il segno! È di oggi la notizia che l’osservatore permanente del Vaticano presso l’Onu si è espresso contro la proposta del governo francese di depenalizzare l’omosessualità.

Grazie allo status particolare di cui gode il medioevale stato Vaticano presso le Nazioni Unite, la lobby clericale preme su tutti gli stati affinché non siano di volta in volta riconosciuti diritti civili e di libertà, alleandosi con i regimi dittatoriali, di ogni colore, compresi quelli islamici.

La richiesta di depenalizzazione, che è stata sottoscritta anche dal nostro governo, vuole cancellare la vergogna per cui in ben 91 paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l’esecuzione capitale (10 paesi islamici) contro le persone omosessuali.

È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari.

La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare perché da quel momento gli stati che non riconoscono le unioni gay sarebbero messi all’indice, non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali.

Arcigay, insieme alle altre associazioni lgbt italiane, valuterà nelle prossime ore come reagire a questo inedito ed inaudito attacco della gerarchia reazionaria cattolica.

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ONU: No Vaticano alla depenalizzazione dell’omosessualità
di Gay.it

La Francia chiede alle Nazioni Unite la cancellazione in tutto il mondo dei reati creati ad hoc per condannare a morte o alla galera gay, lesbiche e transgender. Ma il Vaticano si oppone.

La decriminalizzazione universale dell’omosessualità, delle leggi antisodomia, quelle contro i rapporti tra persone dello stesso sesso e le leggi contro i presunti atti osceni. La Francia lo aveva promesso e lo ha fatto. Oggi ha presentato alle Nazioni Unite la sua proposta di moratoria contro i reati che ogni anno in tutto il mondo mietono vittime lgbt.

Ma l’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, ha spiegato che si batterà affinché la proposta venga bocciata: c’è il rischio di discriminazione verso quesgli stati che ancora non si sono dotati di una legislazione che riconosce le unioni gay, come l’Italia, ad esempio.

La posizione del Vaticano è tale nonostante, per stessa ammissione di Migliore, «Il Catechismo della Chiesa cattolica» che secondo il prelato «dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione».

La preoccupazione della Chiesa è un’altra. «Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati ed ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni». «Per esempio – ha detto l’arcivescovo – gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come il “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».

In realtà la battaglia francese non ha nulla a che vedere con la normativa ordinaria dei paesi occidentali più avanzati ma si rivolge a quegli statui, psesso fndamentalisti islamici, che prevedono pene fino alla morte per i “sodomiti”.

Duro il giudizio di Arcigay: «È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la Chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari».

L’Arcigay ricorda che in 91 Paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l’esecuzione capitale (10 paesi islamici) contro le persone omosessuali. “La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare perché da quel momento gli stati che non riconoscono le unioni gay sarebbero messi all’indice, – conclude l’Arcigay – non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali”.

«Aggiungere gli omosessuali alle categorie di discriminati già protetti dalle Nazioni Unite è un segno di civiltà» ,ha detto la deputata del PD Paola Concia. «Depenalizzare l’omosessualità significa impedire ad alcuni stati di condannare gli omosessuali alla pena di morte e alla galera: questa è l’ingiusta discriminazione. Di questo si discute, non di altro, e bisogna smetterla di dire cose false. Se la dottrina della chiesa vuole evitare ingiuste discriminazioni – conclude la deputata -, deve favorire la depenalizzazione dell’omosessualità, chiesto all’ONU dalla Francia e da altri paesi, tra cui l’Italia.»

Nel maggio 2008, all’indomani della sua nomina, la ministra per le Pari Opportunità Mara Carfagna dichiarò: «Sono pronta a sollecitare il nostro ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite perché si faccia portavoce della richiesta della depenalizzazione universale dell’omosessualità».

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Con questo Papa è dura, ma possiamo consolarci…
di Alessio De Giorgi

Ma che razza di mondo hanno in testa le gerarchie vaticane che oggi, 1° dicembre 2008, hanno comunicato di essere contrari alla richiesta dell’Unione Europea, con la Francia di Sarkozy in testa, di un pronunciamento dell’ONU contro la penalizzazione dell’omosessualità del mondo? Che razza di cultura esprimono? Capiamoci bene.

Essere gay e lesbiche, e cioè esprimere pubblicamente il proprio orientamento sessuale senza nasconderlo, senza essere di fatto obbligati a sposarsi o impediti a vivere una vita di relazione omosessuale, è un reato ancora in alcuni paesi del mondo. Nei peggiori, come l’Iran o l’Arabia Saudita, si rischia concretamente la morte, in altri l’arresto: in Egitto, in Marocco, Tunisia, Siria, in molti paesi africani i gay e le lesbiche vengono arrestati, dissuasi a formare relazioni, impediti nel dare vita ad associazioni e di a
vere propri locali e luoghi di ritrovo. In molti paesi (ad esempio in India, o nei Caraibi) le leggi che penalizzano l’omosessualità sono il residuo del colonialismo, in gran parte di quello inglese, e pertanto non vengono più applicate da molti anni, ma rimane comunque una vergogna che al giorno di oggi leggi di questo genere siano in vigore, perché comunque condizionano la libera espressione del migliore sentimento che un essere umano può esprimere, l’amore.

Ecco, il Vaticano oggi si schiera apertamente contro un intervento dell’ONU per la depenalizzazione dell’omosessualità del mondo. Lo fa con una motivazione che fa un po’ sorridere, se l’argomento non avesse contorni tragici, come le vite umane sacrificate in nome di queste leggi: si andrebbero a discriminare quei paesi che non hanno ancora legiferato a favore delle unioni civili. Poverini.

Verrebbe da dire: perché allora non demonizzare quei paesi che applicano la pena di morte, se questa rientra nella loro cultura? O perché, con una motivazione forse più efficace nei confronti dell’Oltretevere, non condannare quei paesi che discriminano o peggio ancora decimano gli appartenenti a religioni diverse da quella di Stato o a quella prevalente, se per l’appunto la loro cultura è a questa improntata?

La realtà è diversa. Nella smania di evitare di legittimare l’omosessualità e di preservare gli istituti che questa minerebbe (famiglia, matrimonio e così via), si arriva alla mostruosità culturale di legittimarne la penalizzazione. E questo spiega perché, nonostante tutto, in questo Paese, con una politica debole che si fa condizionare da chiunque abbia un tono di voce un pelino più forte, non abbiamo ancora una legge contro le discriminazioni sessuali.

L’avevamo detto che con questo Papa i tempi si sarebbero fatti duri, ma non credevamo così tanto.

L’unica consolazione non è comunque magra: a parte due parlamentari (Maurizio Lupi del PDL e l’immancabile Buttiglione, entrambi di Comunione e Liberazione), ad oggi dalle agenzie possiamo rilevare che le voci che si levano dalla politica sono solo di condanna e di invito all’Italia a sostenere l’iniziativa francese nei confronti dell’ONU. Forse questa volta l’hanno sparata grossa per davvero.

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IL VATICANO NON VUOLE ABOLIRE LA PENA DI MORTE PER I GAY
di gay.tv

Il Vaticano si esprime ufficialmente sulla prossima proposta all’Onu, avanzata dalla Francia a nome dell’Unione Europea, per depenalizzare a livello mondiale l’omosessualità come reato. Bocciata.

L’osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, dichiara all’agenzia di stampa francese I.Media: “Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale. Il catechismo della Chiesa Cattolica dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione. Ma qui, la questione è un’altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di paesi, si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni”.

La risposta infuocata di Arcigay non si fa aspettare. Dalle parole del presidente Aurelio Mancuso: “La richiesta di depenalizzazione, che è stata sottoscritta anche dal nostro governo, vuole cancellare la vergogna per cui in ben 91 paesi del mondo sono previste sanzioni, torture, pene e persino l’esecuzione capitale ( 10 paesi islamici) contro le persone omosessuali. È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi la chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari. La scusa per cui la richiesta francese non dovrebbe passare non solo non ha alcun senso, ma è una studiata e cinica bugia per nascondere ciò che realmente il Vaticano vuole: mantenere la pena di morte e il carcere per le persone omosessuali. Arcigay, insieme alle altre associazioni lgbt italiane, valuterà nelle prossime ore come reagire a questo inedito ed inaudito attacco della gerarchia reazionaria cattolica”.

Il Vaticano non ha comunque la possibilità burocratica di evitare che l’UE avanzi la proposta all’ONU, perché lo Stato Pontificio non fa parte dell’Unione Europea. Probabilmente anche per questo Magdi Cristiano Allam ha fondato un partito per portare la voce della Santa Sede in Europa.

Egiziano naturalizzato, Allam è giornalista da 35 anni, nonché vicedirettore del Corriere della Sera. Originariamente di fede musulmana, nel Marzo scorso, durante la Veglia Pasquale in San Pietro, ha ricevuto il Battesimo cattolico, l’Eucarestia e la Cresima, assumendo il secondo nome di Cristiano. L’ultima decisione che fa parlare di Magdi Cristiano Allam è l’aver fondando il partito politico “Protagonisti per l’Europa Cristiana”. I principi, contenuti nel simbolo del partito insieme al Tricolore e alla bandiera europea, sono verità e libertà, fede e ragione, valori e regole. Il collocamento ideologico non è preciso, anche se ufficialmente confluirà nel PPE (Patito Popolare Europeo), di natura storicamente democristiana che ha abbracciato i valori dei conservatori e dei liberali.

Allo stesso Corriere della Sera Allam ha dichiarato:“Il mio non è un partito religioso né si rivolge solo ai cristiani. È un partito laico che proclama uno stato di emergenza etica in Europa e individua nella civiltà cristiana la verità storica delle radici del nostro Continente, il nostro punto di riferimento irrinunciabile, da riscoprire e difendere. Siamo aperti a tutte le persone di buona volontà, compresi i musulmani”.

I “valori e le regole” su cui si fonda il partito si evincono dalle parole stesse di Allam: “Riteniamo un delitto la pratica dell’aborto. Crediamo che impedire a una persona concepita di nascere sia una violazione dei diritti non negoziabili che sostanziano l’esistenza della nostra umanità. Siamo contro ogni forma di eutanasia. Nessuno può arrogarsi il diritto di valutare se e quando mettere fine ad un’esistenza umana.

Pur rispettando le scelte sessuali di ognuno e senza voler discriminare gli omosessuali, siamo contrari ai matrimoni gay e quindi alle adozioni di figli da parte delle coppie omosessuali. La famiglia naturale, formata da un uomo e una donna in grado di procreare ha per noi un ruolo centrale nella costruzione sociale. La famiglia è una delle armi più efficaci che esistono contro il baratro della deriva etica che ammorba la nostra epoca”.

L’eugenetica, la creazione e l’uso degli embrioni umani per la ricerca scientifica e i figli in laboratorio sono inaccettabili per il partito “Protagonisti per l’Europa Cristiana”. Tali pratiche violano le regole etiche comuni e condivise. La ricerca non può essere senza limiti. Soprattutto non può essere permesso che si creino embrioni di esseri umani allo scopo di distruggerli, quindi di ucciderli per fare ricerca”.