Piango per queste parole che gridano vendetta al cospetto di Dio

Riflessioni di Carlo, volontario del progetto gionata

Con grande incredulità, sconforto e nausea ho appreso dell’ennesima presa di posizione della gerarchia vaticana contro le persone omosessuali.

Mi chiedo se, nella gerarchia vaticana, si rendono conto delle sofferenza diretta e indiretta che provocano in milioni di uomini e donne. Ovviamente sì! Non li faccio così stolti.

La ricchezza di umanità del Concilio Vaticano II, l’apertura alle aspirazioni di ogni uomo, le speranze di comunione che ho assaporato nella mia vita di cristiano cattolico sono sempre più annichilite.

Queste parole sono state un faro nella mia vita: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.”

Cosa rimane di tutto questo, dopo le inumane parole del portavoce del papa tedesco? Quelle posizioni ideologiche, quello sfigurare il messaggio di Cristo in una prassi politica retriva, mi lasciano allibito.

E piango.
Piango per le migliaia di persone che sono umiliate, torturate e uccise senza colpa alcuna.
Piango per le famiglie di coloro che si trovano coinvolti nell’abominio della persecuzione.

Ancor di più piango per le milioni di persone che si allontanano dal messaggio di salvezza di Gesù Cristo, dalla Buona Notizia che Dio è amore.

Mi rivolgo a Dio – l’Abbà di Gesù – gridandogli: quando finirà tutto questo? Quando finirà questa notte plumbea e asfissiante, in cui anche la fiammella della fede vacilla?