Questa Chiesa che teme anche la nostra pipì

di Rina Gagliardi
in “Liberazione” del 4 gennaio 2009

In che anno siamo? I calendari attestano, con la tranquilla oggettività positivistica tipica dei
calendari, che è appena cominciato l’anno 2009 dell’era cristiana – ovvero postmoderna e regressiva.
Mentre il governo israeliano celebra questa data con l’ennesima guerra di sterminio, e si prepara a
trucidare centinaia e centinaia di civili palestinesi, specie bambini, la Chiesa cattolica non trova di
meglio che condannare all’inferno nientemeno che la pillola anticoncezionale. Sì, proprio la pillola
“classica”, nemmeno la pillola del giorno dopo o la RU486. Ma quella compressina, oggi a basso
dosaggio ormonale, usata da non so quante donne al mondo, e certamente da molte giovani. Ora
essa è accusata, nientepopodimeno, che di accrescere l’inquinamento ambientale, favorire
l’infertilità maschile, danneggiare la salute delle donne e, dulcis in fundo, violare ben cinque diritti
umani. In più, s’intende, per la Chiesa la sua assunzione regolare equivale all’aborto: impedire, cioè,
l’incontro vitale di ovuli e spermatozoi e la conseguente formazione di un embrione è praticamente
un omicidio premeditato. Un’intenzione omicida che si esercita nei confronti dei “non concepiti”. Vi
sembra incredibile? Ma tutti questi singolari concetti stanno in un articolo pubblicato ieri dall’
Osservatore romano (che a differenza di Liberazione è proprio un organo di partito), redatto dal
signor Pedro José Maria Simon Castellvi, presidente della Federazione internazionale dei medici
cattolici. Riformulo l’interrogativo iniziale: siamo nel 2009 o nel pieno dell’oscurantismo?
In realtà, c’è poco da ridere . La fissazione sessuofoba della Chiesa (intesa come lotta senza
quartiere alla libertà sessuale sganciata dall’unico suo esito “morale”, vale a dire la procreazione) sta
oltrepassando ogni limite e anzi tende a sconfinare nel grottesco. E’ nota l’opposizione storica
vaticana all’uso degli anticoncezionali – perfino un grande Papa come Paolo VI la confermò, in
pieno ’68, con l’enciclica Humanae vitae e l’unico pontefice, forse, che avrebbe potuto compiere una
svolta, Albinio Luciani, morì (o fu fatto morire) precocemente. E’ noto che non ammettono nulla,
nemmeno i preservativi, e con ciò si rendono responsabili della morte di migliaia e migliaia di
persone, là dove (non nel ricco Occidente) infuria l’Aids. Ma non erano mai arrivati, a mia
memoria, ad ammantare di argomenti pseudoscientifici la loro ideologia. Come si fa a sostenere
seriamente, in un pianeta che trabocca di smog, Co2, diossina, e delle più disparate schifezze
chimiche, che la pillola anticoncezionale distrugge l’ambiente in quanto scarica dentro di esso
l’urina femminile “avvelenata”? Come si fa a parlare degli «effetti ecologici devastanti delle
tonnellate di ormoni per anni rilasciati nell’ambiente»? Eppure, lo fa il rapporto dei medici cattolici
– e ci hanno pure dedicato una lunga inchiesta (chissà chi l’ha finanziata). E come si fa a dire, con
analoga sicumera, che è proprio a causa di queste pratiche, che i maschi diventano sempre più
sterili? Il fatto è che, in questo mirabile 2009, chiunque può dire qualunque cosa – i confini tra falso
e vero essendosi notoriamente rotti fin dai tempi del teorema di Goedel. Dio solo sa se siamo
idolatri della scienza – ma un po’ di serietà scientifica, in quest’era di incessanti rivoluzioni
scientifiche e tecnologiche, forse non guasterebbe. E poi: avete mai sentito una protesta degna di
questo nome, da parte delle alte gerarchie cattoliche, contro lo scempio che hanno fatto i governi
(quello italiano compreso) di quella pur modestissima cosa che era il protocollo di Kyoto? Un tale
ambientalismo improvviso e improvvisato, non solo “puzza” – è ridicolo.