NIENTE CROCIFISSO NELLE MIE ORE” E IL PROF RISCHIA IL LICENZIAMENTO

di Salvo Intravaia
da La Repubblica

Al Casagrande di Terni Franco Coppoli stacca il simbolo durante le sue lezioni. E’ stato denunciato dal preside. I Cobas lo difendono e protestano

Rischia il licenziamento per avere tolto il crocifisso dal muro durante le sue lezioni. Domani mattina, il professore Franco Coppoli dovrà spiegare ai componenti dell’organo di disciplina del Cnpi (il Consiglio nazionale della pubblica istruzione) perché nel corso delle lezioni che tiene all’istituto professionale Casagrande di Terni preferisce staccare dal muro il crocifisso, riappendendolo alla parete a conclusione delle sue ore.

Per il suo comportamento il docente è stato denunciato dal preside dell’istituto, Giuseppe Metastasio, alla Procura della repubblica e adesso rischia un provvedimento disciplinare che può andare dalla semplice “censura” alla risoluzione del rapporto di lavoro: il licenziamento, appunto.

Il fatto, che risale all’inizio dell’anno scolastico, in principio non ha creato proteste tra gli studenti. Poi, alcuni di loro si sono lamentati e durante una assemblea studentesca è passata la mozione che vuole il crocifisso alle pareti. Ma il professore Coppoli non ha ceduto e il dirigente scolastico, che ha sostenuto pubblicamente di avere il dovere di fare “rispettare la volontà degli studenti”, gli ha intimato di non rimuovere più il simbolo religioso dal muro minacciandolo di prendere provvedimenti disciplinari.

Coppoli è anche rappresentante sindacale “rivendica la libertà docente di non fare lezione sotto un simbolo appeso dietro la cattedra, di una specifica confessione religiosa, invocando la libertà di insegnamento, la libertà religiosa e la laicità dello Stato e della scuola pubblica previste dagli articoli costituzionali”.

Secondo Piero Bernocchi dei Cobas “l’attacco discriminatorio a Coppoli si inserisce in un quadro caratterizzato dalle sistematiche ingerenze della chiesa cattolica nelle vita politica italiana, di cui abbiamo avuto eclatanti dimostrazioni in questi giorni – continua Bernocchi – con la presentazione da parte del governo prima di un decreto legge e poi di un disegno di legge, scritti sotto la dettatura del Vaticano, che puntavano a invalidare una sentenza della Corte di Cassazione e a violare pesantemente la tutela delle libertà personale di una donna da 17 anni in stato vegetativo irreversibile”. Per i Cobas “essendo abrogate le norme fasciste che inserivano il crocifisso tra gli arredi scolastici nelle scuole elementari e medie, non esiste alcuna norma che preveda l’obbligo del crocifisso in aula”.

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IL CROCEFISSO È UN SIMBOLO RELIGIOSO NON UN SIMBOLO DA USARE A FONDAMENTO DEI VALORI CIVILI

di Comitato “Per la scuola della Repubblica”

Le ragioni addotte dal professor Franco Coppoli per giustificare il suo gesto di rimuovere il crocifisso nell’aula durante la sua lezione non hanno convinto i cinque componenti del Consiglio di disciplina del Cnpi (Consiglio nazionale della pubblica istruzione), che hanno espresso parere favorevole alla sua sospensione per un mese dal servizio. La sospensione è stata inflitta dal Direttore dell’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria.

Il procedimento è stato attivato in seguito alla denuncia del dirigente scolastico dell’istituto Giuseppe Metastasio di Terni dove il docente insegna. Il dirigente scolastico ha sostenuto pubblicamente di avere il dovere di fare “rispettare la volontà degli studenti”, di coloro che si erano lamentati e che durante un’assemblea studentesca avevano ottenuto l’approvazione di una mozione che vuole il crocifisso alle pareti.

È l’ennesimo episodio di una lunga contesa sulla strumentalizzazione del crocifisso sottratto al suo profondo significato religioso e diventato, secondo una sentenza del Consiglio di Stato che contraddice clamorosamente il principio della laicità dello Stato, un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili, che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato.

L’Associazione Per la Scuola della Repubblica e il Comitato Nazionale Scuola e Costituzione, nello schierarsi a difesa del professor Coppoli, riaffermano la loro denuncia di tale strumentalizzazione. Le due Associazioni, nel ribadire che la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche non può essere decisa da maggioranze variabili, richiamano la sentenza n. 439 / 2000 della IV sezione penale della Corte di Cassazione che afferma l’incompatibilità dell’esposizione del crocifisso nelle sedi statali con i principi costituzionali di laicità e uguaglianza e col diritto alla libertà di coscienza in materia religiosa. Giova inoltre ricordare che proprio in data odierna la Corte di Cassazione ha concluso con l’assoluzione l’annosa vicenda del giudice Luigi Tosti denunciato e sospeso dal proprio ufficio per aver rifiutato di esercitare la funzione di giudice in un’aula alle cui pareti fosse appeso il crocefisso.

Tutto ciò rende ancora più grave e incomprensibile il provvedimento emesso contro il professor Franco Coppoli.