Scuola, il 95% sceglie le 30 ore

di Monica Maro

Grazie ai tagli imposti dal governo, a settembre saranno ben 30mila i docenti che resteranno a casa e non solo nelle elementari. Intanto però, le famiglie chiedono il tempo prolungato e bocciano il maestro unico. A questo punto, i fondi non sono però sufficienti. Ora il ministro Gelmini dovrebbe spiegare dove troverà le risorse per garantire la mensa nonché il tempo pieno che i genitori hanno scelto. L’unico modo che conosciamo è quello di ridurre i tagli previsti dalla Finanziaria. Le proteste dei genitori, dei docenti e dell’opposizione hanno costretto il ministro Gelmini a lasciare la possibilità alle famiglie di scegliere il modello orario, e le famiglie hanno riconfermato la loro predilezione per il tempo pieno bocciando sonoramente la riforma per la scuola elementare e, più veritiero di qualunque sondaggio, il gradimento delle famiglie italiane sulla cosiddetta riforma della scuola elementare arriva con i primi dati delle iscrizioni forniti, domenica scorsa, dal ministero dell’Istruzione: il 56 per cento delle famiglie ha scelto il tempo scuola di 30 ore, mentre il 34 per cento ha scelto il tempo pieno (le 40 ore con due maestri), in aumento rispetto allo scorso anno.

Verso il “nuovo” tempo scuola di 24 ore settimanali tanto orgogliosamente, e ciecamente, proclamato dalla Gelmini come un modo per andare incontro alle esigenze delle famiglie è andata una percentuale inferiore al tre per cento. Le 24 e le 27 ore in prima elementare, considerate il modello di riferimento per il futuro, hanno ottenuto soltanto il 10 percento delle preferenze. La stragrande maggioranza ha scelto il modello attuale a 30 ore (il 56 per cento) o quello a tempo pieno di 40 ore (il 34 per cento). Ma in quanti potranno essere accontentati a settembre? Decisamente pochi, nove famiglie su 10 non potranno avere le 30 ore settimanali richieste all’atto dell’iscrizione, visto che il ministero ha già scritto nero su bianco che l’organico per le prime classi verrà calcolato in base alle 27 ore settimanali. Di conseguenza, le classi a 30 ore che sarà possibile attivare dipenderanno dalle economie realizzate con la formazione delle classi a 24 ore. Secondo una prima stima realizzata da Repubblica, su oltre 20 mila prime classi ne potranno funzionare appena 600 con 24 ore settimanali e altrettante ne dovrebbero essere attivate a 30 ore. Ma la richiesta delle 30 ore da parte dei genitori dei piccoli che fanno il loro ingresso alla scuola primaria è di gran lunga superiore.

In sostanza, attenendosi scrupolosamente ai dati di viale Trastevere, su quasi 294 mila famiglie che hanno richiesto un tempo scuola di 30 ore a settimana potranno essere accontentate meno di 16 mila. E non è neppure detto che potranno essere accontentati coloro che hanno scelto le 24 e le 27 ore. Il perché è presto detto. In Italia ci sono 16 mila plessi di scuola elementare e circa 16 mila sono state le famiglie che hanno optato per le 24 ore: in media un bambino per plesso. Mentre le famiglie che hanno richiesto le 27 ore sono 36 mila: poco più di 2 bambini, a conti fatti, per ogni istituto. Ora il ministro Gelmini dovrebbe spiegare dove troverà le risorse per garantire la mensa, le 30 ore, nonché il tempo pieno che i genitori hanno scelto. L’unico modo che conosciamo è quello di ridurre i tagli. Oppure tali costi ricadranno sui Comuni già in difficoltà dopo l’abbandono dell’Ici. E, se questo non avviene, le famiglie saranno state ancora una volta prese in giro.

Per il responsabile educazione del Pd, Giuseppe Fioroni, i dati sono inequivocabili: “La maggioranza ha scelto 30 ore per la prima elementare basandosi sul modello precedente che prevedeva mensa e compresenza di docenti. Sorge spontanea una domanda, come farà questo governo con i tagli economico finanziari e le scelte fatte, a garantire gli standard di qualità a cui i genitori italiani erano abituati?”. “Il maestro sarà ‘prevalente’ in tutti le opzioni d’orario” ha ribadito la Gelmini replicando a Fioroni: ” Tutti i modelli orari prevedono il maestro unico di riferimento e non solo quello a 24 ore come qualcuno sostiene in maniera imprecisa”.

Addio compresenza ma, secondo alcuni dirigenti, anche i laboratori articolati: con la diminuzione degli organici non si potrà scegliere, chi è a disposizione completa le ore di lezione fino ad arrivare a 30 o 40, a prescindere dalle competenze. Ci rimetterà la formazione, dunque, e i dirigenti dovranno giocare d’incastro per dare il migliore del servizio, con i pochi insegnanti a disposizione. Pochi, perché grazie a tagli imposti dal governo, a settembre saranno ben 30mila i docenti che resteranno a casa e non solo nelle elementari. Tra gli insegnanti di lettere delle medie sarà una strage. Tra tagli sulle ore in cui gli insegnanti erano a disposizione e ore opzionali per le famiglie, vanno a casa 3 insegnanti ogni 6 sezioni. La Gelmini, infatti, non solo ha tagliato le compresenze ma anche l’opzione di fare 11 ore di lettere settimanali anziché nove che, da settembre, saranno l’opzione unica.