A PROPOSITO DI RONDE…

A cosa pensa il rondista?

di Tommaso Merlo
da www.aprileonline.info

Chi partecipa a questa presunta sicurezza per certi aspetti è anch’egli una vittima. Ma con un’aggravante, quella di finire per strada per scelta, o meglio, per ignoranza, e non per disperazione, come coloro che va a perseguitare Chissa’ cosa passa nella testa del rondista mentre si prepara a lanciarsi nella notte. Chissa’ a cosa pensa mentre indossa gli anfibi e il giubbotto fosforescente da ruota bucata. Forse a quel negro che lo fissava mentre comprava il giornale, oppure alla goduria di avere finalmente un’alternativa alle serate in trance davanti alla tele e un’ottima scusa per mollare a casa la moglie isterica.

Nella mente degli ex militari, pero’, le riflessioni saranno sicuramente piu’ ricche. Proprio quando le pantofole sembravano un destino inevitabile, ecco che lo Stato ha ancora bisogno di loro. E la missione e’ di quelle storiche: ripulire le strade della propria citta’ dall’orda di baluba che ha invaso il Bel Paese. Riportare la civilta’ italica ai bei tempi in cui le strade erano piene di bella gente bionda sempre in festa e quando i delinquenti avevano la loro bella carta d’identita’plastificata e il codice fiscale. Eccoli allora davanti allo specchio a provare la faccia da cattivo prima di mettersi all’inseguimento di quella gentaglia che non ha di meglio da fare nella vita che delinquere. Quei lazzaroni maleducati che sono venuti a mangiare a sbaffo invece di starsene nel loro paese ad accontentarsi delle banane. Altro che balle, dicono che non possono lavorare senza documenti, e non possono vivere senza mangiare. La verita’ e’ che lavorare significa sudare e non certo per il sole africano. Quelli vogliono solo portarci via la nostra roba, il nostro lavoro, le nostre donne. Questa e’ la verita’.

Solo dei comunisti possono pensare che per essere sicuri bisognerebbe evitare che i poveracci finiscano sulla strada. E che le bastonate servono solo a generare odio e divisioni. La societa’ multietnica? Che se la scordino, altro che esempio Obama, se diamo retta ai rossi in Padania mangeremo cuscus al posto della polenta! Dicono che noi italiani abbiamo invaso il mondo quando facevamo la fame, beh, erano altri tempi e poi noi tranne esportare la mafia non abbiamo mai dato fastidio a nessuno! E poi che male c’e’? Non sono mica i comunisti a parlare sempre di partecipazione? E le ronde cosa sono se non partecipazione? Certo, invece di dare pasti caldi diamo legnate ma e’ sempre un dare all’altro.

Basta perdere tempo con riflessioni astruse, dunque. Basta starnazzare di movente politico razzista delle ronde. La notte non attende, e mentre la moglie gli mette in tasca un mestolo di legno che non si sa mai, il rondista si avvia con passo deciso a fare la sua parte. Il resto spetta ad altri: il mondo spaccato in due dalla miseria, l’immigrazione come fenomeno storico destinato a travolgere l’Occidente, i fallimenti delle istituzioni nel gestire la situazione e imporre la legalita’, la societa’ che cambia, le nuove sfide culturali che ci aspettano, niente, tutta roba d’altri. Come se la ronda non fosse altro che l’altra faccia dello stesso fallimento. Come se il rondista non fosse altro che anch’egli una vittima. Ma con un’aggravante, quella di finire per strada per scelta, o meglio, per ignoranza, e non per disperazione.


Quanto costano i nuovi bravi?

di Pietro Ancona
da www.aprileonline.info

Il governo, in primis il ministro Maroni, assicurano che le ronde non graveranno sulle tasche dei cittadini. Ma avverrà il contrario, perchè operazioni di questo tipo hanno un costo e questo costo non potrà che pesare sullo Stato Le ronde che si costituiranno in emanazione delle “associazioni” autorizzate dal Ministero degli Interni non saranno a costo zero come vorrebbero farci credere i loro padrini. Quelle esistenti, a cominciare dalla cosidetta “guardia nazionale padana”, sicuramente sono state foraggiate dalle amministrazioni locali quando non hanno ricevuto qualche contributo sottomano dalla Presidenza del Consiglio e da qualche Ministero. Inoltre, i rondisti godrebbero di percorsi privilegiati (anche se ufficiosi) per l’ammissione nei corpi dei vigili urbani, delle polizie provinciali e regionali. La scadenza attesa da migliaia di rondisti è il potenziamento delle prerogative degli enti territoriali che verrà con il federalismo fiscale.

Le ronde dovranno avere una centrale operativa di riferimento, degli uffici, delle attrezzature. I locali degli uffici dovranno essere comprati o affittati e, naturalmente, attrezzati di quanto serve. I rondisti dovranno collegarsi con la “centrale”, comunicare e ricevere eventualmente istruzioni. La centrale operativa dovrà avere un centro di monitoraggio. Dovrà fornire ai rondisti in primo luogo addestramento, poi telefonini di collegamento, pettorine o divise, scarponi militari per effettuare i percorsi di perlustrazione….. Insomma, dovrà possedere quanto necessario per l’assolvimento di compiti che, inizialmente, potranno essere soltanto notturni e poi potrebbero turnare nelle ventiquattro ore. Tutto questo ha un costo che dovrà essere sopportato dai contribuenti. Naturalmente all’inizio i soldi investiti saranno minimi per non allarmare ma poi, piano piano, cresceranno, dal momento che l’efficienza costa, è molto costosa.

La cosa più inquietante dell’affaire ronde è costituita dalle associazioni. Certo, le associazioni possono essere costituite da ex carabinieri o ex poliziotti ma questo di per sè non è una garanzia. Forse che i torturatori di Bolzaneto non erano poliziotti? Non lo erano forse coloro che facevano sentire dai loro telefonini ai ragazzi che massacravano di botte “faccetta nera”? Ci sono poliziotti e poliziotti. Moltissimi sono certamente persone civili e democratici ma altri, specialmente coloro che vengono specializzati nell’arte della controguerriglia urbana e della difesa dell’ordine pubblico negli Usa, non danno tante garanzie. La prevaricazione sul cittadino o sul detenuto inerme è sempre più diffusa in un Paese il cui Ministro all’Interno si appella apertamente alla cattiveria ed alla carcerazione come punizione, pena da scontare.

Mentre ai ragazzi dei centri sociali vengono chiuse con vere e proprie azioni militari le sedi e si diffonde una criminalizzazione per tutti coloro che fanno parte della galassia extraparlamentare della sinistra italiana (già l’aggettivo era quasi sinonimo di terrorismo anche ora che sono diventati extraparlamentari i verdi, i socialisti, i comunisti..), si istituzionalizzano corpi paramilitari apertamente legati ai partiti di governo. Durante la Milano degli spagnoli del sedicesimo secolo descritta da Manzoni la legge era rappresentata se non ufficialmente dai bravi di Don Rodrigo che aspettano in un punto deserto Don Abbondio e gli intimano di non celebrare le note nozze certamente da personaggi che ne tolleravano le azioni. In Italia avremo presto i “bravi” che avranno il compito di tutelare l’ordine pubblico. Da chi? Certamente non dagli evasori fiscali, dai falsari di bilanci, da quanti vendono carta straccia in forma di obbligazioni. Ma dalle prostitute, dagli extracomunitari, dai rom, dai lavavetri. Magari le ronde conterranno un fiore colorato all’occhiello. Un ascaro da assumere si trova sempre e l’ Italia ne aveva addirittura veri e propri battaglioni nella sua vicenda coloniale in Africa.