C’è da salvare uno stupratore italiano…

di http://femminismo-a-sud.noblogs.org

In sud africa lo stupro viene consigliato come “cura” contro il lesbismo. In altre zone dell’africa lo stupro diventa la cura anti aids (fonte anch’esso di trasmissione ulteriore del male se non c’è – anche grazie al papa – il preservativo). In passato lo stupro fu considerato anche cura contro l’isteria.

In italia lo stupro è terapeutico per i maschi che non sanno come passare il tempo. Così è stato per il datore di lavoro, italiano, gestore di un call center a roma, che ha stuprato sotto minaccia Magdalena, donna romena, mentre svolgeva il suo lavoro. E’ stato condannato a 5 anni di carcere. Nessuna voce si è levata contro quest’uomo a parte quella delle donne dell’assemblea femminista e lesbica romana.

In italia lo stupro è terapeutico per i maschi che si sentono in stato di abbandono. Come per quell’ex marito di foggia che non accettava la separazione dalla moglie così ha pensato bene di violentarla. A roma è sotto inchiesta anche un sacerdote dedito, secondo le accuse, ad abusi nei confronti di ragazzini. Di certo in questo caso non si potrebbe parlare di terapia di recupero in fase di crisi spirituale.

Terapeutica deve essere infine l’attitudine di criminalizzare le donne stuprate quando lo stupratore non è romeno o quando la stuprata non collabora all’arresto del romeno che piace tanto alla questura.

Lei è la vittima di capodanno, stuprata durante una festa organizzata e sorvegliata con uno straordinario security system tutto a cura del comune di roma. Lui è stato arrestato, anzi si è consegnato in un momento poco propizio nel quale l’amministrazione comunale aveva la necessità di dimostrare immediatamente la propria efficienza in materia di sicurezza. Si disse subito che fu colpa della droga e dell’alcool. Si usò questo argomento come attenuante. Gli assegnarono gli arresti domiciliari mentre a tutti i romeni presi nello stesso periodo hanno affibbiato il carcere senza se, senza ma e senza forse.

Il decreto ultraforcaiolo che bandisce il garantismo in nome della difesa delle “nostre donne” viene considerato retroattivo, quanto meno per il comune di roma dove sembra essersi instaurato un regime a parte che pratica anzitempo il rodaggio dei provvedimenti fascisti che poi saranno applicati su scala nazionale. Lo stupratore reoconfesso di capodanno viene riportato in prigione. Contemporaneamente giornali e tg nazionali ci fanno sapere che la ragazza stuprata è stata fermata per possesso di stupefacenti. Come dire: non è una brava ragazza e dunque un po’ si meritava lo stupro. L’avvocato del giovane e candido stupratore reoconfesso naturalmente annuncia che farà ricorso all’arresto.

Il processo è già iniziato. L’imputata è la ragazza stuprata. La vittima (raggirato? reoconfesso per eccesso di generosità?) sembrerebbe essere lo stupratore. Osare strapparlo al caldo abbraccio della famiglia, alle croccanti colazioni e ai lauti pranzi deve essere stato un grande affronto per uno stupratore di siffatta specie. Come si permette la ragazza stuprata di uscire, vivere e divertirsi mentre il suo stupratore soffre le pene dell’inferno strappato alle sue morbide lenzuola e all’abbraccio affettuoso di mamma’?

Perchè una donna stuprata piaccia al pubblico, alla giuria, alla lega e a canale cinque deve suscitare pietà. Deve impersonare il ruolo della santa.

Vorremmo dire qualcosa che potrebbe apparire scontato ma non lo è:

* non sappiamo quanto ci sia di vero nelle accuse che sono state pubblicate nei confronti della ragazza ne’ ci interessa. Non ce ne frega nulla e nulla dovrebbe interessare a tutte le persone di buon senso. Una ragazza che si diverte non descrive una “condotta” meritevole di stupro. La separazione tra donne perbene e donne permale non può diventare l’attenuante ulteriore per lo stupratore.

* Uno stupro è uno stupro. Va giudicato per quello che è. La ragazza va tutelata da qualunque forma di diffamazione che venga descritta da mani sconosciute o da grandi “firme”, per così dire, di quella buffonata che vorrebbe essere definito “giornalismo italiano”. La caccia alle streghe non ha giustificazioni di nessun genere e chi difende uno stupratore fornendogli attenuanti non è meno colpevole nella diffusione di una cultura dello stupro che oggi fornisce un’attenuante a lui e domani produrrà altri mille stupri motivati dalla stessa protezione sociale e dallo stesso clima di impunità e legittimazione sub-culturale.

* E’ il 2009. Ne abbiamo abbastanza della divisione delle donne in sante e puttane. E se davvero volete fare i moralisti cominciate con il rovistare negli astucci strapieni di coca dei parlamentari che dovrebbero rappresentarci nelle istituzioni.

* Si trattasse di un uomo, derubato, aggredito, ferito, insanguinato, nessuno si permetterebbe di descriverlo come un poco di buono se fermato in una situazione compromettente. Si fosse trattato di un uomo di chiesa dedito a vizi di vario tipo certamente non se ne parlerebbe. Una ragazza stuprata invece è un bersaglio ideale. Che il tiro alla donna abbia inizio, c’e’ da salvare uno stupratore italiano…