Gaza, la denuncia del relatore ONU

di Monica Maro
da www.aprileonline.info

Richard Falk denuncia l’operazione “Piombo fuso” e in un rapporto per i diritti umani presentato oggi a Ginevra, nel quale si chiede un’indagine di esperti “sui crimini di guerra di Israele, in base al diritto internazionale”

Le armi impiegate, la densità della popolazione di Gaza, le circostanze, tutto sembra indicare che la vasta offensiva militare “Piombo fuso” condotta dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza potrebbe costituire un “crimine di guerra della più vasta portata in base al diritto internazionale”. Lo afferma il rapporto di un relatore dell’Onu per i diritti umani presentato oggi a Ginevra, nel quale si chiede un’indagine di esperti.

Per Richard Falk, relatore speciale del Consiglio dei diritti umani dell’Onu sulla situazione nei territori palestinesi, l’inchiesta dovrà stabilire tra l’altro se con le armi impiegate fosse possibile distinguere tra obiettivi militari e popolazione civile.

“Se non era possibile fare questa distinzione – si legge nel rapporto di 26 pagine discusso dal Consiglio dei diritti umani – gli attacchi risultano illegali di per sé e sembrano costituire un crimine di guerra della più grande portata in base al diritto internazionale”, aggiunge Falk.
Che aggiunge: anche senza le indagini, in base alle notizie e alle statistiche, “è possibile trarre la conclusione preliminare che dato l’alto numero di vittime civili e il livello di devastazione di obiettivi non militari a Gaza, gli israeliani si siano o astenuti dal tracciare le distinzioni richieste dal diritto internazionale o non erano in grado di farlo nelle circostanze degli scontri, rendendo di fatto impossibile conciliare gli attacchi con il diritto internazionale”.

Il rapporto non mancherà di suscitare commenti in Israele, dove continua la polemica sui sospetti di violenze gratuite sui civili da parte dei soldati impegnati nell’offensiva. Ma il relatore dell’Onu – che cita il dato di 1.434 palestinesi, tra cui 960 civili, morti nell’offensiva di 22 giorni lanciata il 27 dicembre scorso da Israele contro Hamas – critica severamente anche la decisione stessa delle autorità israeliane di ricorrere in questo modo alla forza.

Tale scelta “non era legalmente giustificata date le circostanze e le alternative diplomatiche” e potrebbe costituire un crimine contro la pace. Falk – cui Israele ha negato l’accesso – critica inoltre il blocco della Striscia evocando la possibilità di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, ma soprattutto la decisione “senza precedenti” di Israele di negare ai 1,5 milioni di abitanti di Gaza la possibilità di uscire dalla zona di guerra.

L’indagine, secondo il relatore, dovrà’ anche occuparsi delle pratiche di Hamas, incluso il lancio di razzi ed il presunto impiego di bambini e civili come “scudi umani”. Ma l’accusa di ricorrere a scudi umani è stata rivolta oggi anche a Israele, in altro rapporto dell’Onu. I soldati di Tsahal si sarebbero fatti scudo con un bimbo palestinese durante l’offensiva, denuncia il rapporto del rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu per la protezione dei bambini nei conflitti.

Il bambino di 11 anni è stato costretto per diverse ore a camminare davanti ai soldati in un periodo di intese operazioni militari, afferma il documento.

Pesanti critiche a Israele sono state rivolte oggi anche dalla filiale israeliana della organizzazione “Medici per i diritti umani” (Phr) che accusa Tsahal di aver impedito il soccorso ai palestinesi feriti, aperto il fuoco contro ospedali e squadre mediche durante l’offensiva “Piombo fuso”. Il capo di stato maggiore israeliano, generale Gaby Ashkenazi, ha respinto le accuse di violenze gratuite da parte dei soldati israeliani.