MAFIE E BERLUSCONISMO PIETRE DI PARAGONE PER LA CHIESA ITALIANA

di Marcello Vigli
da www.italialaica.it

In uno stato di diritto nessun atto confessionale dovrebbe accompagnare gli atti delle Pubbliche Istituzioni

Il cittadino Luigi Ciotti, che è anche un prete, ha dato vita e sostiene da anni un’associazione di cittadine/i, molti dei quali cattolici, che sta conducendo una battaglia contro tutte le mafie. Il 19 Marzo ha invaso Casal di Principe con decine di migliaia di cittadine/i per ricordare un altro prete che, invece, nell’esercizio delle sue funzioni aveva osato denunciare quella camorra, il cui nome il suo vescovo non aveva neppure osato pronunciare parlando della sua morte in occasione del suo funerale. È un clamoroso silenzio molto condiviso fra i suoi confratelli.

Pochi giorni dopo, mentre era ancora viva l’eco dell’altra grande manifestazione contro la camorra guidata a Napoli dallo stesso Ciotti, il cardinale Bagnasco nella prolusione di apertura dei lavori del Consiglio di Presidenza della Cei non ha ritenuto opportuno rispondere al suo appello. In merito alla lotta alla criminalità organizzata, Ciotti aveva chiesto, La Chiesa, tutta la Chiesa respinga le ambiguità …deve parlar chiaro, non deve fare sconti … Serve una linea di fermezza bisogna ribadire sempre l’incompatibilità tra l’azione criminale e il Vangelo….Fuori dalla chiesa – aveva urlato dal palco – uomini e donne di mafia. È incredibile che al matrimonio di Totò Riina c’erano tre preti che celebravano la messa.

Il cardinale, infatti, dopo aver dedicato gran parte della sua prolusione a denunciare i critici di papa Ratzinger e a definire le profonde ragioni antropologiche che hanno diviso, a suo dire, gli italiani sul caso di Eluana Englaro, nella parte finale ha fatto un riferimento particolare alla situazione del mezzogiorno. A partire dal ricordo di un convegno organizzato dall’arcivescovo di Napoli qualche mese prima ha dichiarato di condividerne l’analisi della situazione.

In particolare su alcune denunce: un senso di abbandono da parte della collettività nazionale, un tasso di disoccupazione sproporzionato rispetto al resto del Paese, la presa tentacolare della malavita, che peraltro non si autolimita al Meridione essendo ormai presente su varie piazze del Nord come del Centro. Quella malavita non ha un nome e dell’appello di don Ciotti di quattro giorni prima nessun cenno. Al ricordo di don Peppe Diana morto da soli 15 anni assassinato da un camorrista a trentasei anni, definito da don Ciotti un profeta che «sapeva leggere il presente», ha preferito l’esaltazione. del santo Curato d’Ars, indicato dal papa come testimone dell’iniziativa dell’”Anno Sacerdotale” morto ultrasettantenne nel suo letto centocinquanta anni prima. Un altro segno del forte divario di consapevolezza della situazione nella Comunità ecclesiale italiana.

Dovrebbero tenerne conto i “politici” che si preoccupano di non urtare la “sensibilità dei cattolici”. Forse qualcosa sta cambiando. Mons. Rinaldi, vescovo di Caserta, si è rifiutato di benedire l’inceneritore di Acerra. “Non me la sento”, ha detto riferendosi alla sua contrarietà all’inceneritore manifestata negli ultimi anni partecipando alle manifestazioni popolari. Le motivazioni della decisione sono contenute in un documento del Consiglio pastorale della diocesi. Sarebbe stato meglio se avesse apertamente dichiarato che in uno stato di diritto nessun atto confessionale deve accompagnare gli atti delle Pubbliche Istituzioni. Almeno, però, ha incrinato l’immagine di una Chiesa prona ai desideri del Silvio capo del Partito Nazionale … della libertà appena nato al termine di una lunga “marcia” dal predellino di Milano ….alla Fiera di Roma.