L’onda d’urto che fragilizza il cattolicesimo

di Bernadette Sauvaget
in “Réforme” n° 3314 del 2 aprile 2009 (traduzione: www.finesettimana.org)

Da due mesi, il cattolicesimo è immerso nella tormenta. Una crisi senza precedenti da un quarto di
secolo. In prima linea, il papa e il Vaticano, oggi contestati all’interno stesso del cattolicesimo. “Una
della difficoltà che rivela questa crisi, ritiene il gesuita Pierre de Charentenay, redattore capo della
rivista Études, è la gestione dell’eredità di Giovanni Paolo II.” Nell’aprile 2005, i cardinali hanno
scelto per succedere ad un papa molto carismatico, al comando a Roma da un quarto di secolo, il
più conosciuto tra loro, quello che incarnava meglio la continuità e che li rassicurava. Errore di
casting? La formula, certo irriverente, circola, in questi giorni, negli ambienti cattolici. “È un
professore tedesco, un intellettuale”, rileva Pierre de Charentenay. Proprio l’opposto di un manager!
Brillante, a volte innovatore in teologia, Joseph Ratzinger non era, agli occhi di alcuni, il più adatto
a quella funzione. Soprattutto nell’epoca della comunicazione globalizzata…
Visione pessimista del mondo
All’opposto del suo predecessore che riceveva volentieri e spesso alla sua tavola del palazzo
pontificio, lui conosce poche persone. Benedetto XVI ha passato la maggior parte della sua
esistenza negli ambienti protetti dell’università tedesca e della curia romana, lontano dalle noie e
dalle complicazioni della “vera vita”. L’uomo, la cui gioventù fu quella dell’epoca nazista, ha inoltre
una visione pessimista del mondo che, materialista e relativista, sta correndo, ai suoi occhi, verso la
perdizione.
Al di là della personalità del papa, la crisi del cattolicesimo si spiega anche con un grave problema
di gouvernance all’interno del Vaticano. Un problema di strutture, cosa che non sorprende i
protestanti. “La macchina non funziona più”, ritiene lo storico del cattolicesimo Étienne Fouilloux.
“La crisi attuale mostra che il papato può diventare un potere solitario, analizza da parte sua il
teologo domenicano Hervé Legrand. Mostra così la fondatezza, pastorale ed ecumenica, del ricorso
alla collegialità sostenuto dal Vaticano II. Coma mai prima d’ora, l’opinione pubblica cattolica ha
mostrato che tiene fortemente a questa correzione di traiettoria.”
Infatti, il caso Williamson e la possibile reintegrazione dei lefebvriani nell’ambito romano hanno
mobilitato i cattolici. Paradossalmente, hanno riaffermato in questa occasione il loro attaccamento
al Vaticano II. In Francia, molto nettamente. La tempesta attuale che colpisce il cattolicesimo ha
anche liberato la parola. “Assistiamo alla nascita, o alla rinascita, di un’opinione pubblica cattolica”,
ritiene Christine Pedotti, editrice e scrittrice, una delle fondatrici del “Comité de la jupe”, creato in
autunno per rispondere alle parole giudicate sessiste del cardinale André Vingt-Trois. Intellettuali,
semplici fedeli o vescovi hanno espresso il loro disaccordo. Il pontificato di Giovanni Paolo II, per
quanto mediatico fosse, aveva imposto una specie di “glaciazione”, sanzionando i teologi
considerati dissidenti, procedendo a nomine di vescovi giudicati molto conservatori, del tipo
dell’arcivescovo di Recife, in Brasile. È ormai giunta l’ora del ritorno ai dibattiti perfino in seno agli
episcopati. Il Comité de la jupe, che si è costituito in associazione, ha registrato più di duecento
richieste di adesione. Lo storico Étienne Fouilloux tempera questa impressione ottimistica. “Temo,
dice, lo scoraggiamento, in particolare nella generazione dei cattolici venuti e formati dal Vaticano
II. Sono loro che, maggiormente, sono impegnati nelle parrocchie. Il viaggio di Benedetto XVI e il
suo successo hanno occultato, in una certa maniera, lo stato nel quale si trova il cattolicesimo in
Francia.”
Indebolito e discreditato
Come uscirà il cattolicesimo da questa crisi? “Non sono molto ottimista per il dopo”, si preoccupa
Étienne Fouilloux. “Il male è considerevole”, ritiene Pierre de Charentenay. Il cattolicesimo esce
indebolito e discreditato almeno per un po’ nell’Europa occidentale. L’impatto è stato meno
importante altrove sul pianeta. “Considerando l’indebolimento dell’immagine di Benedetto XVI in
Occidente, non bisogna concludere che la situazione sia necessariamente la stessa nelle Chiese
cattoliche del Sud, ormai maggioritarie”, sottolinea Hervé Legrand. La storia del nazismo, della
Shoah e del negazionismo è, di fatto, costitutiva della storia dell’Europa. In Germania, l’onda d’urto
è particolarmente intensa. La stessa cancelliera, Angela Merkel, di origine protestante, ha preso
posizione durante il caso Williamson. Quattro anni fa, il paese era orgoglioso del “suo” papa,
accolto trionfalmente in patria durante i suoi due viaggi. L’elezione di Joseph Ratzinger significava
simbolicamente che si era una volta per tutte voltata la pagina di un pesante e sinistro passato.
Ormai, si è consumato il divorzio. Tenuti al pagamento dell’imposta della Chiesa, molti tedeschi
chiedono oggi il loro ritiro dall’istituzione cattolica. Un elenco di rivendicazioni è stato elaborato
dai cattolici tedeschi. Più modestamente, la Francia, invece, registra delle richieste di cancellazione
dai registri di battesimo.
Dichiarandosi missionaria, la Chiesa cattolica in quanto istituzione mostra le sue difficoltà nei suoi
rapporti con la modernità. Tanto la faccenda del Brasile che quella del preservativo rientrano
nell’ambito dell’etica che, da parte cattolica, è così difficile da ripensare e rielaborare. Essendo ai
suoi occhi un edificio coerente, la morale cattolica, già considerata “superata”, è apparsa per di più
anche disumana nei confronti di una bambina di nove anni stuprata, e pericolosa nella lotta contro
una epidemia mortale.
“La sfida non è una migliore padronanza dei media, ma far sentire il Vangelo nella sua profondità e
nella sua originalità, senza coprirlo subito di discorsi morali o di ingiunzioni legali”, sostiene Hervé
Legrand. Resta il fatto che ormai il messaggio rischia di essere inascoltabile. La Chiesa cattolica
può riformarsi? Per questo, dovrà senz’altro aspettare il prossimo pontificato.