DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE, DIFENDIAMOCI CON LA COSTITUZIONE

di Paolo Bonetti
da www.italialaica.it

“Mentre ci avviamo, provvedimento dopo provvedimento, verso un regime autoritario mascherato di paternalismo ridanciano e fintamente bonario, ci sono ancora forze politiche che si illudono di poter riformare la Costituzione assieme a coloro che si propongono, con chiara e consapevole determinazione, di snaturarla non solo nei suoi organi ma anche nei suoi principi”

L’approvazione da parte del Senato della legge sullo pseudotestamento biologico e la successiva pronuncia della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittime alcune norme della famigerata legge n.40 sulla procreazione assistita, ci danno alcune indicazioni di azione politica su cui occorre riflettere con molta attenzione per cercare almeno di contenere i danni di fronte alla chiara volontà della maggioranza parlamentare e del governo di instaurare una vera e propria “dittatura della maggioranza”; quella dittatura contro cui metteva in guardia, già a metà dell’Ottocento, Alexis De Tocqueville e che è tanto più pericolosa perché si presenta ai cittadini in forme fintamente democratiche, rivendicando una investitura popolare dietro cui si cela la volontà di abolire progressivamente tutte le garanzie sancite dalla carta costituzionale. La legge sul cosiddetto testamento biologico, prima ancora di essere un mostro giuridico, sembra il prodotto di menti perfidamente e consapevolmente sadiche, che si divertono a inventare strumenti per torturare il prossimo con lo specioso pretesto di difendere la vita dal concepimento alla morte “naturale”. Poiché ci rifiutiamo di pensare che i nostri legislatori, a qualunque parte politica appartengano, siano dei sadici, è inevitabile pensare che a ispirarli sia stato, per alcuni, il fanatismo religioso senza pietà religiosa, e, per molti, l’opportunismo politico. È stata così congegnata una legge che viola in modo così palese alcuni articoli della Costituzione italiana da pensare che, nel giro di qualche anno, questa legge, se approvata anche dalla Camera, farà, per opera della suprema Corte, la stessa fine della legge sulla procreazione assistita.

A questo punto, però, si è reso già evidente un pericolo che occorre sventare tempestivamente. Circolano dichiarazioni di esponenti del partito democratico che parlano di possibili modifiche della legge in sede parlamentare e invitano al colloquio con la maggioranza non si sa bene in nome di che cosa e in vista di quali speranze. Ma davvero si crede che la maggioranza raccolta attorno a Berlusconi e al suo partito, che ha suscitato, fra l’altro, l’entusiastico consenso dell’Osservatore Romano, sia disposta a venir meno al suo atteggiamento servile nei confronti della Chiesa cattolica? Davvero si crede che nella maggioranza potranno prevalere le voci sommesse dei pochi laici tremebondi che ancora vi si aggirano, del tutto dipendenti per il loro avvenire politico dalla volontà del capo? Davvero si pensa che basti, in questo come in altri campi, la voce dell’isolatissimo Fini per cambiare rapporti di forza parlamentari che resteranno tali almeno sino alla fine di questa legislatura? Qualche sciagurato esponente del partito democratico ha ricominciato a parlare di aperture e possibili accordi in materia di riforme istituzionali: forse non gli basta di avere già perduto un terzo del suo elettorato e desidera masochisticamente perdere al più presto anche gli altri due.

In realtà la sentenza della Corte in materia di procreazione ci indica l’unica strada che noi laici possiamo realisticamente percorrere nei prossimi mesi e anni. Questa strada è quella della difesa intransigente della Costituzione attraverso le pronunce opportunamente sollecitate, mediante azioni giudiziarie ben mirate, della Corte stessa; resta poi l’arma del referendum che bisogna di nuovo, come si fece in più fortunate circostanze storiche, adoperare coraggiosamente, nonostante i rischi e le controindicazioni che comporta. Cominciamo a mobilitarci per quello elettorale che dovrebbe svolgersi a giugno e promuoviamo fin d’ora, dal momento che possiamo essere ben sicuri che la Camera non porterà sostanziali modifiche alla legge votata dal Senato, quello sul testamento biologico. La situazione politica che sta vivendo il paese è grave e non consente illusioni parlamentaristiche; le nostre istituzioni democratiche e i nostri diritti non possono trovare alcuna difesa in un Parlamento asservito, nella sua maggioranza, all’esecutivo, svuotato delle sue funzioni, umiliato quotidianamente dalla prassi dei decreti-legge. Mentre ci avviamo, provvedimento dopo provvedimento, verso un regime autoritario mascherato di paternalismo ridanciano e fintamente bonario, ci sono ancora forze politiche che si illudono di poter riformare la Costituzione assieme a coloro che si propongono, con chiara e consapevole determinazione, di snaturarla non solo nei suoi organi ma anche nei suoi principi. Come è possibile pensare che la deformazione degli organi, lo sbilanciamento dei poteri, non incida alla fine anche su quei principi di libertà che trovano proprio nel bilanciamento e nel controllo reciproco dei poteri la loro unica ed effettiva garanzia? Il pericolo che ci minaccia, che già incombe su di noi, e di cui sarebbe criminale accorgersi soltanto dopo che non c’è più tempo di correre ai ripari, esige che si metta da parte la politica dei politicanti senza valori e s’imbocchi la strada di una lotta senza compromessi. Difendiamo la Costituzione, difendiamoci con la Costituzione.