Il percorso dell’etica protestante

di Filippo Gentiloni
in “il manifesto” del 12 aprile 2009

Di etica si discute anche troppo, ma in maniera incompleta. Sembra che non esistano che l’etica
cattolica e quella laica, in eterna discussione fra le due sponde del Tevere, come amava dire
Spadolini.

Perciò prezioso e necessario il volume «Etica protestante» a firma di Sergio Rostagno (Cittadella Editrice). Il sottotitolo è già significativo: «Un percorso». Quindi un cammino, non un codice, non
un elenco di obblighi e di proibizioni. Ogni volta un appello alla coscienza, secondo i tempi e le
circostanze.

Il percorso è già indicato dalle parole di Geymonat che aprono il libro di Rostagno: «La dipendenza assoluta di tutti da Dio assicura a ciascuno la propria indipendenza morale dagli uomini». Dipendenza, dunque, e indipendenza: dalle parole dell’evangelo fino ai giorni nostri (Karl Barth).

Passando attraverso Lutero, che nel 1521 scriveva: «Resta nella fede che ti dà Cristo, molte volte più che abbastanza; e nell’amore che dà te al prossimo, ove tu troverai abbastanza da fare, sicché sarai molte volte troppo poco». Fede e carità, dunque, in un legame ogni giorno nuovo.
E ancora: «Rimetti tutto a Dio come se da lui solo tutto dipendesse; datti da fare come se tutto
dipendesse da te».

Un percorso, dunque, privo di quelle comode stazioni che sono le facili certezze. Ancora Rostagno: «Occorre riconoscere al campo etico una sua naturale incertezza, che permette soluzioni provvisorie e in questo modo non colpevolizza nessuno e non mette nessuno sul piedistallo di chi ha ragione… Questa è la strada che l’etica protestante predilige».

Ben lontani, dunque, da tutte quelle pseudo sicurezze delle tante cattedre che caratterizzano i nostri dibattiti, come le recenti vicende sul testamento biologico hanno confermato ancora una volta. La voce protestante ripete che nulla permette di individuare l’esatta corrispondenza tra le eterne parole di pace e giustizia evocate dalla parola di Dio e le più o meno conseguenti iniziative storiche.

Un campo aperto alla coscienza e alla responsabilità di tutti e di ciascuno, con le naturali incertezze e i naturali errori.