Di fronte allo sconcerto dei cattolici, un concilio Vaticano III s’impone

di Olivier Bobineau e Jean-Pierre Mignard
in “Le Monde” dell’11 aprile 2009 (traduzione: http://www.finesettimana.org/)

Dopo la faccenda della riabilitazione dell’antico messale della messa per i tradizionalisti nel luglio 2007, contenente una preghiera antiebraica per il Venerdì Santo, dopo la revoca della scomunica di quattro vescovi integralisti il 24 gennaio, seguita dal caso del negazionista Williamson, senza dimenticare la vicenda di Recife con la scomunica della madre di una bambina di 9 anni stuprata dal patrigno in Brasile, arriva lo scandalo del preservativo “che aggrava” il problema dell’aids…

Questa serie di avvenimenti a cascata mostra l’accresciuto divorzio tra la società del nostro tempo ed il vertice della Chiesa cattolica, e la frattura che va allargandosi tra varie parti della gerarchia stessa.

Che ciò sia pensato e voluto, o inconsapevole e involontario, non è neanche più questo il problema: una linea dura si afferma mostrando in maniera chiara e forte dei valori nello spazio pubblico mondiale. La Chiesa ha già conosciuto simili momenti di intransigenza che non hanno mai favorito il suo pieno sviluppo, anche alla fine del XIX secolo. La modernità è il diavolo.

La vera difficoltà è di fatto altrove. Questa serie di errori di comunicazione che si basa prima di tutto sulla mancanza di incontro con la società degli uomini e delle donne di oggi sottolinea almeno due problemi fondamentali della Chiesa cattolica, che la allontanano dalla sua missione fondativa: incarnare l’amore, fatto di perdono, di dono e di abbandono.

Primo problema fondamentale: l’assenza totale di senso politico. Il Vaticano non sa comunicare né governare nell’epoca della globalizzazione. Il papa riconosce nella lettera inviata ai vescovi il 10 marzo che avrebbe dovuto consultare internet… Ma l’ammissione è sconcertante: i vescovi incaricati del problema, nonché i vescovi francesi sono stati consultati ed ascoltati?

Quale orecchio ha prestato loro il Vaticano? Il problema è in fondo ben più profondo, è quello della governance attuale di Roma: come si manifesta la collegialità? Come vengono gestiti i dossier in collegamento con la base della Chiesa, col popolo di Dio di cui fa parte ogni battezzato, cioè almeno un miliardo di persone?

Secondo problema fondamentale: l’assenza di senso spirituale. Invece di decretare, di legiferare e di comunicare con delle lezioni di morale, invece di essere al di fuori della vita reale degli uomini e delle donne e di pronunciare affermazioni gravide di conseguenze (aspettiamo sempre gli studi
scientifici che mostrano che l’uso del preservativo aggrava l’aids), la Chiesa cattolica non farebbe
meglio ad essere il sacramento dell’amore come proclama il Vaticano II?

Si dirà che essa propone un ideale, come saper nuotare. E sia, ma ciò non impedisce di gettare una boa a chi rischia di annegare. Non è ciò che dichiara il papa, quando considera per esempio che il preservativo (che costituisce il male minore, la boa) aggrava il problema dell’aids (il male, la morte, l’annegamento). Cambia addirittura lo statuto di minor male per farne un male…

A partire da ciò, come non comprendere lo sconcerto dei cattolici, in questi tempi di rimessa in
discussione del senso spirituale incarnato dal Buon Samaritano che può amare il prossimo solo
mettendosi al posto dei più deboli, diventando loro prossimo, gettando loro una, dieci, cento boe,
quante ne sono necessarie, pur insegnando loro a nuotare?

Storicamente, quando la Chiesa cattolica manca di senso politico e di senso spirituale, in altre
parole quando la sua pastorale è in difficoltà e rischia l’annegamento, anch’essa dispone di una boa, di uno strumento unico sulla scala della storia umana: il concilio. Nel 1417, alla fine del concilio di Costanza, il decreto “Frequens” impose per precauzione una certa frequenza nella pratica conciliare, ogni dieci anni.

Sono più di quarant’anni che non abbiamo più avuto concili. Da allora il mondo è talmente
cambiato… Non è venuto il momento di convocare un Vaticano III rispetto alle sfide e ai problemi che attendono la Chiesa e il mondo?