La salute come diritto umano

Le autorita’ sanitarie di 9 Paesi africani presenteranno al G8 un progetto di rete sanitaria d’eccellenza

Il primo traguardo raggiunto dai partecipanti alla conferenza di due giorni sulla medicina in Africa, organizzata da Emergency e conclusasi giovedì 16 a Venezia, e’ stato quello di riuscire a riunire intorno a un’idea comune rappresentanti e autorita’ sanitarie di Paesi molto diversi tra loro. Paesi che talvolta non hanno relazioni amichevoli, perlomeno a livello di governi ed eserciti. Parafrasando le parole di Gino Strada, la lingua comune che ha contraddistinto l’incontro e’ stata ‘la lingua della medicina’.

“Building medicine in Africa”, questo il nome del workshop internazionale cui hanno preso parte rappresentanti e ministri della salute di nove Paesi europei, ha lanciato le basi per la costruzione di una piattaforma comune attorno alla quale elaborare un progetto di rete sanitaria di eccellenza, in un continente dove troppo spesso terapia significa esclusivamente antibiotici, antiretrovirali o antimalarici.

L’obiettivo dell’incontro e’ stato quello, complesso e ambizioso, di trovare un sistema per migliorare le drammatiche condizioni sanitarie in cui si trova l’Africa. Collaborazione, dialogo e una visione comune avevano gia’ preparato il terreno, due anni fa, sempre a Venezia, per delineare un framework sul metodo da utilizzare per tale fine. E’ stato questo il secondo traguardo della conferenza di Venezia: riuscire a proporre un’idea innovativa rappresentata da un network africano di medicina d’eccellenza.

Nove centri specialistici come quello che Emergency ha gia’ fatto sorgere in un Paese difficile e complesso come il Sudan. Dal modello dell’ospedale Salam per la cardiochirurgia infantile di Khartoum dovranno prendere infatti le mosse analoghe strutture, idealmente concepite per rispondere a priorita’ sanitarie sempre piu’ urgenti nel continente africano: pediatria, ostetricia e ginecologia, chirurgia plastica e ricostruttiva, malattie infettive, traumatologia e riabilitazione, oncologia.

Lo ha ribadito Gino Strada nella conferenza conclusiva del workshop, tenutasi a Ca’ Corner, sede della provincia di Venezia: “L’Africa e’ un Paese devastato dal punto di vista sanitario, mancano i trattamenti sanitari che noi chiamiamo di base. Tuttavia, la medicina in questo continente non puo’ piu’ limitarsi alla cura delle malattie piu’ comuni, diffuse, prevenibili, una per tutte le infezioni intestinali.

La medicina ha bisogno anche di una scienza di un livello piu’ alto, anche per orientare meglio e meglio mettere a profitto la medicina di base. Il network africano di eccellenza sara’ quindi la nostra campagna per i prossimi mesi e il nostro impegno per i prossimi anni.

Questo workshop e’ stato molto proficuo perche’ ci ha permesso di disegnare una serie di centri di eccellenza in una regione estremamente vasta che copriranno una serie di bisogni fondamentali, tra cui la salute materna, la salute infantile, ma anche la traumatologia, l’ortopedia, temi che raramente si sente nominare quando si parla di Africa. Una delle decisioni e’ che all’interno della rete ci sia anche un istituto africano per la cura dei tumori, patologia che bisogna iniziare a curare anche in Africa”.

Soddisfazione e apprezzamento, oltre che sostegno fattivo all’iniziativa, sono stati manifestati anche da tutti i rappresentanti dei Paesi coinvolti, con l’auspicio che in futuro il novero dei partecipanti al progetto possa ulteriormente aumentare.

Il primo a raccogliere la sfida del fondatore di Emergency era stato il ministro federale della salute sudanese, Ahmed Osman Bilal, quando due anni fa offri’ la disponibilita’ del governo sudanese ad appoggiare il progetto di costruzione dell’ospedale di Emergency. Bilal ha posto ieri l’accento sulla necessita’ di cooperazione e interazione tra i Paesi africani. “Violenza e guerra nel nostro continente e nel nostro Paese mettono in ginocchio le popolazioni e provocano migliaia di feriti. Si rende percio’ necessario oggi piu’ che mai farsi carico delle proprie responsabilita’.

Salam e’ il nome dell’ospedale di Emergency a Khartoum. Salam in arabo significa pace. La nostra responsabilita’ e’ quella di cercare la pace. Sviluppo umano e culturale, formazione, oltre che cura delle malattie costituiscono le premesse per il benessere, e conseguentemene per la pace. Per questo noi intendiamo sostenere con forza e con ottimismo il progetto lanciato dal dottor Strada”.

Rappresentanti di Emergency hanno incontrato nelle settimane scorse il ministro degli Esteri Franco Frattini, al quale e’ stata epressa la volonta’ di presentare il progetto del network sanitario in sede di G8, il prossimo luglio nella localita’ sarda della Maddalena. Secondo le parole dello stesso Strada, Frattini ha definito il progetto ‘interessante’ e ha assicurato il sostegno del nostro governo.

Prima di quel momento, Strada e i colleghi africani avranno modellato e strutturato la loro intesa attraverso alcune tappe intermedie, come la conferenza dei ministri africani ad Addis Abeba e l’assemblea generale dell’Organizzazione mondiale della Sanita’ a Ginevra a meta’ giugno. Il summit del G8, l’ultima giornata del quale sara’ dedicata all’Africa e alla sanita’ nel continente africano, diventera’ la piattaforma di lancio per la rete d’eccellenza che il chirurgo di Emergency ha coraggiosamente ideato, allo scopo di fornire una salute ispirata a qualita’, uguaglianza e responsabilita’ sociale.

Una salute concepita come diritto umano, somministrata in strutture avanzate ed equipaggiate, somministrata in ospedali che avranno gli identici standard del mondo occidentale.