L’Europa è razzista. Discriminati 6 milioni di rom

di Redattore sociale

E’ uscito oggi il Rapporto dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali su immigrati e minoranze. Un rom su due ha subito razzismo nell’ultimo anno, nella classifica seguono africani sub-sahariani e nordafricani. Quasi nessuno denuncia, quasi nessuno sa a chi rivolgersi per chiedere aiuto e far valere i propri diritti

C’è molto più razzismo in Europa di quanto emerga dai dati ufficiali: lo dimostra il rapporto dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali [Fra] su immigrati e minoranze pubblicato oggi. Risulta, inoltre, che gli appartenenti a minoranze etniche sono doppiamente vittime: se subiscono una violenza, la rassegnazione per una situazione che «non cambia» li porta a non denunciare il fatto: un ostacolo in più per le autorità che vogliono contrastare il fenomeno con politiche efficaci.

La ricerca, effettuata in tutta l’Unione europea, si compone di oltre 23 mila interviste ed è accompagnata dal primo dei rapporti speciali «Midis» [Minoriy and discrimination survey, inchiesta su minoranze e discriminazione] dedicato ai rom. Questo è, infatti, il gruppo etnico che più percepisce un atteggiamento razzista da parte della società: uno su due dichiara di essere stato vittima di un attacco a sfondo razzista negli ultimi dodici mesi. A seguire gli africani sub-sahariani [41 per cento] e i nordafricani [36 per cento]. In media, il 55 per cento di appartenenti a una minoranza ha dichiarato di percepire un clima razzista nel paese di residenza, e il 37 per cento riporta di essere stato vittima di un attacco a sfondo etnico nei dodici mesi precedenti l’intervista.

Dati preoccupanti, resi ancora più allarmanti dal fatto che l’82 per cento degli intervistati non ha denunciato il fatto, principalmente perché [dice il 62 per cento degli interpellati] «niente sarebbe successo o cambiato». Inoltre, l’80 per cento non ha alcuna idea di organizzazioni che possano aiutarlo ad avere giustizia per il torto subito.

Riguardo l’Italia, vale la pena evidenziare qualche dato ricavato dalle interviste fatte a i gruppi selezionati per l’intervista: albanesi, romeni e nordafricani. Questi ultimi risultano in assoluto il gruppo etnico che in Europa percepisce maggiormente un clima discriminatorio [94 per cento degli intervistati], seguiti dai rom in Ungheria [discriminazione percepita dal 90 per cento]. Ma gli altri gruppi residenti in Italia non si sentono molto meglio: la discriminazione razziale è percepita dal 77 per cento dei romeni e dal 76 per cento degli albanesi.

Inoltre, in Italia, l’89 per cento dei romeni e l’82 per cento degli albanesi e dei nordafricani non conosce alcuna organizzazione che possa supportarli sulla strada della giustizia in caso di discriminazione o violenza razziale. Infine, il 36 per cento dei nordafricani ritiene di essere stato discriminato nell’accesso a servizi forniti da privati [bar, spettacoli, ecc.]. Il 52 per cento tra loro afferma poi di essere stato vittima di atti razzisti negli ultimi dodici mesi: si tratta del settimo gruppo tra i dieci più discriminati in tutta Europa.

I gruppi etnici intervistati in Italia hanno anche una percezione non positiva delle forze dell’ordine: tutti e tre i gruppi esaminati nel paese risultano tra i primi sette in Europa a ritenere che la polizia li fermi per controlli soltanto per il fatto di appartenere a una minoranza etnica [sentimento comune al 74 per cento dei nordafricani d’Italia, seguiti dagli albanesi con il 71 e dai romeni col 57 per cento].

Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali, è convinto che la ricerca appena pubblicata dall’Agenzia sul razzismo nei confronti delle minoranze possa essere uno strumento utile per dare ai decisori politici maggior consapevolezza sui gravi problemi vissuti dalle minoranze etniche nei 27 paesi dell’Unione europea. In questo modo, per Kjaerum, «verranno promosse politiche più mirate per curare questo male sociale».

Uno degli aspetti più importanti emersi dalla prima ricerca Midis è, secondo il direttore della Fra, il fatto che moltissimi episodi di discriminazione od odio non vengono denunciati: «Migliaia di casi di crimini razzisti restano invisibili. Ciò significa che i loro perpetuatori rimangono impuniti, che le vittime non ottengono giustizia e che la classe politica non ha modo di intervenire coi mezzi appropriati per fermare la violenza».

Siamo in presenza di un circolo vizioso: le vittime non denunciano in quanto non ritengono che ciò faccia cambiare le cose, senza denuncia le autorità non possono o non sanno intervenire, e così si accresce la sfiducia delle vittime nei confronti delle autorità e delle conseguenze positive di una denuncia. Ma come interrompere questo ciclo? Per Kjaerum «è importante incoraggiare quanti hanno subito discriminazioni, violenze o molestie a sporgere denuncia e fare in modo che questa venga presa sul serio dalle autorità».

Riguardo la situazione particolarmente preoccupante dei rom, il direttore della Fra ritiene che sia fondamentale che i politici si esprimano con toni chiari e decisi contro il razzismo dilagante nei loro confronti, dando inoltre il buon esempio per quanto riguarda la tutela dei diritti umani di questo gruppo: «Sono necessarie sanzioni certe e rigorose contro quanti discriminano i rom, puntando al contempo su una loro maggior inclusione nella società», soprattutto grazie a impiego e scolarizzazione.