L’Aquila sospesa tra G8 e visita papale

di Enzo Mangini
da http://www.carta.org/

Nella caserma della Guardia finanza si avviano i sopralluoghi per adattarla alle necessità del vertice G8 di luglio. Intanto a Onna e all’Aquila si attende la visita di Benedetto XVI. La ricostruzione, però, passa in secondo piano.

Sobrietà. E’ questa la parola più ripetuta nei comunicati che riguardano le «visite» all’Aquila e nelle altre zone colpite dal terremoto del 6 aprile scorso. «Sobria», senza protocollo, sarà la visita di quattro ore che Benedetto XVI compirà domani a Onna e all’Aquila. E «più sobrio», secondo Guido Bertolaso, sarà il vertice del G8 di luglio, per il quale è stata scelta la location della caserma della scuola sottufficiali della guardia di finanza, da tre settimane centro operativo della macchina dei soccorsi gestita dallo stesso capo della Protezione civile che deve organizzare il G8.

La visita di Joseph Ratzinger prevede a Onna l’incontro con i familiari delle vittime del sisma, una preghiera sulle macerie della casa dello studente, all’Aquila e a Collemaggio un altro momento di raccoglimento davanti alle spoglie di papa Celestino V, il «fondatore», con una bolla papale, dell’aggregazione di comuni da cui nacque l’Aquila. Al campo di Onna sono spuntate le transenne, per isolare l’area dove atterrerà il papa, che si sposterà in elicottero da Roma, per poi percorrere, a piedi e con la papamobile, il tragitto previsto dal programma. «Sarà un pellegrinaggio in stile francescano, essenziale e sobrio», dice l’ufficio stampa della Santa sede.

Non esattamente francescano, ma comunque «più sobrio» del solito sarà pure, secondo Guido Bertolaso, il G8 di inizio luglio, ormai definitivamente spostato nella caserma Coppito della guardia di finanza, alla periferia del capoluogo abruzzese. Ieri Bertolaso e Silvio Berlusconi hanno fatto un nuovo sopralluogo nella struttura, soprattutto nei sotterranei della caserma che – a quanto scrive il quotidiano locale Il Centro – sono già attrezzati adeguatamente.

Nel sottosuolo, infatti, c’è una sorta di «replica» della caserma, con tanto di officine, distributori di carburante, mense, bunker e depositi di materiale militare che potrebbero essere adattati ai bisogni del G8 con una «modica» spesa che, secondo Bertolaso, potrebbe oscillare tra i 10 e i 30 milioni di euro.

Il supercommissario e capo della Protezione civile, continua a battere sul tasto del risparmio: «Alla Maddalena il solo costo per la sicurezza dei capi di stato e di governo era quantificato in 118 milioni, e là avremmo dovuto affittare due navi, che ci sarebbero costate altri 10 milioni, per ospitare i 3000 giornalisti accreditati».

Bertolaso dice che «solo per la sicurezza» il risparmio sarebbe di almeno 100 milioni di euro. Tuttavia, non è detto che questi soldi siano dirottati per la ricostruzione, che invece, dopo gli entusiasmi iniziali, sembra richiedere più tempo del previsto anche solo per essere avviata. Lo spostamento dalla Sardegna all’Aquila, a quanto pare, penalizza solo gli oltre 3 mila giornalisti che hanno chiesto di essere accreditati per il summit: per loro, il capoluogo abruzzese e le zone attorno non offrono strutture sufficenti e gli alberghi sulla costa sono già pieni degli sfollati.

E all’Aquila si allunga la lista delle cerimonie ufficiali: il capo della polizia Vincenzo Manganelli ha annunciato che sarà spostata all’Aquila anche la festa nazionale per il 157esimo anniversario della fondazione della polizia, il prossimo 9 maggio.

Il va e vieni di autorità ha fatto passare in secondo piano la situazione degli sfollati e le operazioni di soccorso e ricostruzione.

In Abruzzo il tempo continua ad essere inclemente, con forti piogge, temperature basse e anche raffiche di vento. La terra ha anche ripreso a muoversi: nella notte ci sono state due scosse oltre i 2 gradi Richter e una oltre i 3.

C’è però qualche buona notizia, come l’apertura, nel campo di Barisciano di un complesso scolastico con sette container che ospitano 120 studenti dalle elementari alle medie e una scuola materna. I fondi e la logistica per la scuola tra le tende non sono però arrivati dal governo centrale ma dalla Regione Piemonte.

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“Tutti qui, dal premier al Papa ma Onna non è uno spot tv”

di Jenner Meletti
da www.repubblica.it

La strada di sassi bianchi taglia il prato, al fianco di una stalla distrutta. Supera un dosso, arriva in un altro prato, coperto da un’enorme pedana metallica. “Ecco, questo è l’eliporto. Sabato è sceso qui Berlusconi, domani arriva il Papa. Elicotteri che atterrano a Onna, chi se lo sarebbe mai immaginato.

La strada bianca è stata costruita proprio per arrivare a questo prato”. Benedetto XVI farà trenta passi, per salire sulla papamobile. Non si sa ancora se attraverserà il paese distrutto o se guarderà le rovine da “via Geremia Properzi, sacerdote-teologo”. Entrerà nella tendopoli, per un breve incontro con i terremotati. “Stavolta, almeno – dice Gianfranco Busilacchio, del direttivo del comitato Onna Onlus – vedremo in faccia il nostro ospite. Con il presidente del Consiglio siamo stati tenuti lontano da tutto”.

La pioggia continua ad allagare le tendopoli, in questa terza domenica dopo il terremoto. Sembra di vivere in due mondi diversi e lontani. Da una parte operai, vigili del fuoco e volontari che lavorano sotto l’acqua per montare palchi e alzare transenne per l’arrivo del Papa; dall’altra operai, vigili e volontari che aiutano chi vive nel fango e cerca di raggiungere una mensa o un gabinetto.

Non c’è rabbia, nelle parole di Gianfranco Busilacchio e degli altri del comitato. “Ma gli occhi per vedere li abbiamo. Per otto giorni i vigili del fuoco, che sono bravissimi, hanno lavorato soprattutto per preparare le visite di Berlusconi e del Papa. Hanno puntellato la chiesa, così il Santo Padre la può vedere ancora in piedi. Un lavoro inutile, perché poi sarà abbattuta. Hanno costruito la strada e l’eliporto. Hanno preparato anche un piccolo campanile, con le campane recuperate fra le macerie, a fianco del tendone della nuova chiesa. Tutto bello. Ma nelle tende si vive malissimo. Gli anziani e chi cammina con difficoltà non riesce ad entrare in bagno. Venga a vedere”.

Per entrare in un gabinetto o in una doccia bisogna salire due gradini alti, in ferro. “Questi sono servizi che arrivano dall’Iraq, erano usati dai nostri militari in missione. Bisogna avere vent’anni, essere giovani e aitanti, per entrare qui. Tutti gli altri sono esclusi”. Ci sono anziani che non riescono a lavarsi da tre settimane.

Prima il presidente del Consiglio, poi il Papa. E subito dopo inizieranno i lavori per il G8. “Onna è diventata un simbolo – dice Vincenzo Angelone, che fa parte della Onlus – ed è giusto che qui arrivino le persone importanti. Ma dovevano mandare altri vigili e altri militari, per costruire ciò che serve a questi “eventi”. A noi i vigili servono per recuperare una foto o un maglione nelle nostre case e per rendere umana la vita in tenda”.

C’è una piccola cerimonia, alle ore 15. “Andiamo a portare una corona alla lapide dei martiri del ’44. Ieri c’è stato l’omaggio visto nelle tv di mezzo mondo, ma noi abitanti non eravamo invitati. Siamo costretti ad andare oggi, il giorno dopo l’anniversario”.

I cartelli del Comune, nelle strade che passano accanto alla tendopoli di piazza d’Armi, annunciano “Divieto di sosta con rimozione forzata” dalle ore 6 alle ore 15 di martedì per “Corteo papale”. Nunzio S., 70 anni, non sa dove portare la sua Ritmo con il lunotto rotto coperto da un telo di plastica. “L’a
ltra notte, quando è venuta una mezza alluvione, sono venuto a dormire in macchina”.

La preparazione del piazzale della Finanza per la visita papale è già una prova di G8. Centinaia di uomini al lavoro per piazzare sbarramenti, allargare la sala stampa (500 giornalisti), organizzare la sicurezza. Per il G8 i giornalisti saranno 3.000, gli uomini della sicurezza 16.000. “Il terremoto – dice Silvio Paolucci, segretario regionale del Pd – non è un set pubblicitario.

Come si può organizzare un G8 quando in cinque mesi devi trovare casa a 50.000 persone?”. Naturalmente la sinistra è spaccata. “Berlusconi – sostiene la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, pure lei del Pd – ha detto che il vertice mondiale sarà qui e adesso lo deve fare davvero. Lo Stato deve essere capace di organizzare questo incontro internazionale e allo stesso tempo gestire le tende alluvionate”.

All’Isola del caffè, all’inizio del centro storico, una signora legge il giornale. “Berlusconi si chiede già come “abbellire” la scuola della Finanza per il G8? Fossero questi, i problemi”. Sembra una domenica normale. Poi la signora si mette a piangere. “Venivo sempre qui, alla festa. Una pasta e un caffè. Ma poi tornavo a casa mia, non in una tenda”.