Il Parlamento Europeo approva il pacchetto asilo

di Vera Cavallin
da www.peacereporter.net

Mentre in Italia il Ministro degli Interni Roberto Maroni esulta per aver respinto in Libia 3 barconi di immigrati – 277 persone tra le quali 40 donne di cui 3 incinte – noncurante dei diritti base dell’uomo e della Convenzione di Ginevra alla quali i migranti avrebbero potuto far appello, il Parlamento Europeo, in plenaria a Strasburgo, accoglie con favore il pacchetto normativo volto a migliorare il sistema di asilo europeo.

Due importanti proposte legislative, all’interno di un pacchetto di quattro proposte in materia d’asilo, sono state approvate giovedi’ 8 maggio in plenaria: una direttiva riguardante la revisione della direttiva sull’accoglienza dei richiedenti asilo e un regolamento inteso a migliorare il “sistema di Dublino” creato nel 2003 per individuare lo Stato membro responsabile della gestione delle domande d’asilo.

Per quanto riguarda la direttiva sull’accoglienza, il Parlamento Europeo ha accolto con 431 voti favorevoli, 69 contrari e 43 astensioni, la proposta di revisione della direttiva appoggiando un rafforzamento dei diritti dei richiedenti asilo e condizioni di vita conseguenti, definendo i criteri che devono essere garantiti per quanto riguarda l’alloggio, il vitto, il vestiario, le cure sanitarie, l’aiuto finanziario, la libertà di movimento e l’accesso al lavoro.

Disposizioni specifiche sono previste per il trattamento di persone vulnerabili quali i minori, i minori non accompagnati, le donne in gravidanza e le vittime di torture e violenze. Il trattenimento dei richiedenti asilo inoltre dovrebbe avvenire in centri specializzati e non in istituti penitenziari, in ogni caso evitando tale prassi ai minori non accompagnati. Andrebbero fornite garanzie giuridiche contro il trattenimento arbitrario.

La decisione, comunque, spetterebbe unicamente alle autorità giudiziarie. Provvedimenti amministrativi dovrebbero intervenire solamente in caso di urgenze ed essere confermati dalla giustizia entro 72 ore. In assenza di decisione, il richiedente dovrebbe essere rilasciato immediatamente.

Il Parlamento aggiunge che i richiedenti asilo dovrebbero inoltre essere informati in una lingua che capiscono, o che si può ragionevolmente supporre che essi capiscano. I rifugiati “in stato di trattenimento”, inoltre dovrebbero beneficiare di un’assistenza legale necessaria, anche gratuita se lo richiedono, nonché delle cure sanitarie e del sostegno psicologico adeguato.

Le procedure amministrative connesse alla domanda d’asilo dovrebbero essere espletate rapidamente, mentre i ritardi non causati dal richiedente non dovrebbero giustificare un prolungamento del trattenimento. Inoltre, l’accesso al lavoro dovrebbe essere garantito entro un termine massimo di sei mesi dalla richiesta di protezione internazionale e non piu’ di un anno, come previsto dalla precedente direttiva. Ai minori, poi, andrebbe garantito l’accesso all’istruzione al più tardi entro tre mesi.

Gli Stati membri dovrebbero verificare, sin dal deposito della domanda di protezione internazionale, se il richiedente ha necessità particolari. Secondo i deputati, le persone vulnerabili, come i minori, le donne in gravidanza e le vittime di torture e violenze (incluse le mutilazioni genitali femminili) dovrebbero ricevere un’attenzione adeguata. Più in particolare, le vittime di torture dovrebbero essere indirizzate rapidamente verso un centro di cura appropriato alla loro situazione, e gli Stati membri dovrebbero favorire il ricongiungimento familiare e nominare dei tutori per consigliare e proteggere i minori non accompagnati.

La seconda proposta del pacchetto asilo mira invece a migliorare il “regolamento di Dublino” del 2003 che aveva lo scopo di garantire l’accesso alla procedura di domanda di asilo e l’accesso a un suo esame rapido, evitando al contempo le domande multipli depositate da uno stesso richiedenti in diversi paesi UE. La proposta intende garantire norme di protezione più elevate per le persone e migliorare la risposta a situazioni nelle quali le capacità di accoglienza e i sistemi di asilo degli Stati membri sono sottoposti a una pressione particolare.

Fissa dei termini per rendere più efficace e rapida la procedura volta a determinare lo Stato responsabile. Prevede inoltre un insieme di misure volte a garantire che siano coperte le necessità dei richiedenti asilo e che siano previste delle garanzie sufficienti, in particolare per quanto riguarda il ricorso contro le decisioni di trasferimento, che include il diritto all’assistenza legale, alla rappresentanza e al ricongiungimento familiare. Riafferma poi il principio che nessuno deve essere trattenuto per il solo motivo di aver presentato una richiesta di protezione internazionale.

Approvando con 398 voti favorevoli, 56 contrari e 65 astensioni il Parlamento sostiene questo principio, ma propone di migliorare la solidarietà tra gli Stati membri con l’introduzione di strumenti obbligatori, come la costituzione di squadre di esperti nazionali che assistano gli Stati membri confrontati a un importante numero di domande di asilo e l’istituzione di un programma di ricollocazione che mira a permettere ai beneficiari della protezione internazionale di essere accolti da uno Stato membro diverso da quello che ha concesso loro l’asilo.

Anche se molto lentamente e con gran prudenza l’Unione Europea inizia a rivedere le norme restrittive in materia di asilo approvate negli anni scorsi in un contesto geo-politico di instabilità e insicurezza generale dovute – in parte – all’attacco dell’11 Settembre. L’Italia, invece, sembra essersi fossilizzata nell’immagine di fortezza inespugnabile la cui rigidità impedisce l’accesso ad un importante potenziale umano, culturale, sociale ed economico.