L’informazione religiosa nel servizio pubblico

di Elisa Baglieri

da Confronti n. 4 aprile 2009

La televisione: questa «scatola magica» che accompagna il nostro quotidiano, che si insinua nella

nostra vita, che influenza le nostre scelte… un mezzo che, secondo McLuhan, massaggia, conforta,

consola, e conferma. Una «scatola» che si muove per temi generali, per blocchi monolitici, per

pensieri semplici, poco adatta alle sfumature, alla complessità del sociale. E infatti, l’immagine che

emerge dall’informazione religiosa in Rai è estremamente semplificata, un’immagine molto lontana

dal descrivere il multiforme scenario religioso italiano.

La prima impressione che si ricava da un’analisi dell’informazione religiosa in Rai è la mancanza di

conoscenza dell’altro. Il «diverso da me» si perde nella genericità della «scatola magica». Spesso il

termine cattolico è usato come sinonimo di cristiano. Se in una trasmissione televisiva si affronta

una tematica etica, nella quale si ritiene indispensabile il parere di un religioso, automaticamente ci

si rivolgerà al sacerdote o al vescovo di turno che esprime la posizione ufficiale della Chiesa

cattolica, la quale rappresenta, evidentemente, il pensiero di tutta la cristianità. Qualora il servizio

sia realizzato da un giornalista più attento, sarà forse interpellato un musulmano, o un ebreo, ma

quasi certamente non un protestante, perché il pensiero cristiano è già espresso dall’ospite cattolico.

A conferma di questa logica, nel giugno del 2003 è nata in Rai una struttura legata alla Conferenza

episcopale italiana: si chiama «Struttura Rai Vaticano», sottotitolo «Rai religioni». Un

accoppiamento che fa a pugni già nel titolo stesso: come potrebbero protestanti, ebrei, musulmani,

buddhisti, induisti e tutte le altre religioni sentirsi a proprio agio in una struttura che ha una matrice

così chiaramente confessionale? Si tratta piuttosto di un’ennesima prevaricazione da parte della

religione maggioritaria in una struttura di informazione pubblica che dovrebbe, invece, garantire il

pluralismo dell’informazione ed il rispetto di tutte le minoranze religiose.

Allo stato attuale l’informazione religiosa nella Rai è ancora monopolio cattolico. Su Rai Uno, sin

dall’esordio della Televisione italiana, nel 1954, è presente una rubrica cattolica: «Problemi della

Famiglia moderna», che più avanti diventerà «Parola e vita» e poi, con la conduzione di Orazio

Petrosillo, «Settimo giorno». Oggi si chiama «A Sua immagine», è condotta da Padre Raniero

Cantalamessa e va in onda il sabato pomeriggio alle 17,10 e la domenica mattina alle 10,30 con Santa

Messa e relativo Angelus del papa a mezzogiorno.

Su RaiDue è presente la rubrica cattolica, curata da Don Giovanni D’Ercole, «Sulla via di

Damasco», in onda il sabato mattina alle 10,15, di più recente nascita rispetto alla rubrica di

RaiUno.

Su RaiTre non sono attualmente presenti trasmissioni specificatamente religiose. Tra il 1995 e il

1997 c’è stata una trasmissione dedicata alla cultura islamica: «Islam, cultura e civiltà», in onda il

venerdì pomeriggio, a cura di Mahmud Salem El Sheikh. Nel 1998, con la presidenza Rai di Roberto

Zaccaria, è scomparsa nel nulla, parzialmente sostituita da alcune trasmissioni come

«Mediterraneo» o «Shukran», nelle quali saltuariamente vengono affrontate anche tematiche

religiose.

Al momento, le uniche trasmissioni religiose diverse dalla cattolica presenti nei palinsesti Rai sono

la rubrica di cultura ebraica «Sorgente di Vita» e la rubrica «Protestantesimo», a cura della

Federazione delle Chiese evangeliche in Italia. Entrambe in onda sulla seconda rete, videro la luce

nel 1973, sotto la presidenza di Bernabei, in una Rai solidamente democristiana, a cui oggi,

paradossalmente, siamo tentati di guardare con nostalgia.

Assai diversa è la situazione alla Radio. RadioUno: l’informazione protestante ha inizio con la

rubrica «Culto evangelico»; presente dall’immediato dopoguerra a livello locale in diverse città

italiane, dal 1967 va in onda tutte le domeniche mattina dalle 7,30 alle 8. La rubrica, curata dalla

Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, è costituita da una breve predicazione svolta da pastori,

pastore e laici delle Chiese evangeliche italiane; segue un breve notiziario dal mondo evangelico;

conclude una rubrica di attualità. Le puntate si possono ascoltare anche sul sito web di RadioUno. Di

antica memoria è anche la rubrica cattolica «Ascolta si fa sera» (1960), in onda ogni giorno, per tre

minuti, alle 19,35; ospita a turno, ogni settimana, cinque sacerdoti cattolici, un ebreo e un pastore

protestante. Sempre sulla stessa rete sono presenti due rubriche cattoliche, in onda alle 11,35 della

domenica mattina: «Oggi 2000», un programma del Gr1 a cura di Filippo Anastasi e «Oggi 2000 la

Bibbia», lettura dei brani delle Sacre scritture, in onda alle 5,50 di sabato mattina e alle 23,52 di

domenica notte.

RadioTre ospita per due giorni a settimana dalle 9,00 alle 9,45 un’altra rubrica: «Uomini e Profeti», uno spazio di confronto e approfondimento religioso aperto anche ad altre confessioni religiose.

Se a questo aggiungiamo le fiction a sfondo religioso, o quelle dedicate a figure come Padre Pio,

Giovanni Paolo II, suor Maria Teresa di Calcutta ecc, è facile constatare come la religione cattolica

la faccia da padrona nello scenario radiotelevisivo italiano. Da un’indagine prodotta dal Centro di

ascolto dell’informazione radiotelevisiva (www.centrodiascolto.it) è risultato che «il tempo

complessivamente dedicato dai telegiornali all’informazione religiosa, rispetto al totale

dell’informazione, è molto alto ma riguarda quasi esclusivamente la religione cattolica, che occupa

dal 96 al 99% dell’informazione religiosa, mentre le altre confessioni, tutte insieme, devono

accontentarsi di uno spazio dall’ 1 al 4%, a seconda della testata.

Stanche di questa situazione, nel gennaio del 2007 alcune minoranze religiose hanno sottoscritto e

presentato un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per il mancato rispetto del

pluralismo nell’informazione religiosa prodotta dalla Rai (vedi Confronti, 3/2007).

L’esposto è stato sottoscritto dalla Tavola valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi),

dall’Unione cristiana evangelica battista d’Italia, dalla Chiesa evangelica luterana, dall’Unione delle

Chiese cristiane avventiste del settimo giorno, dalla Federazione delle Chiese evangeliche in Italia;

dalla Federazione delle Chiese pentecostali e dall’Unione induista italiana, ma non ha finora

prodotto alcun risultato.